CASOLA VALSENIO 13.07.1944

(Ravenna - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Casola Valsenio, Casola Valsenio, Ravenna, Emilia-Romagna

Data 13 luglio 1944

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Descrizione: Nel mese di luglio, nella provincia di Ravenna, si assiste a un crescendo della violenza nazifascista coincidente sia con la costituzione delle Brigate Nere, sia con la pubblicazione di una serie di disposizioni tedesche che chiariscono definitivamente i rapporti con la popolazione. L’appello di Kesselring attribuisce definitivamente la responsabilità della durezza delle misure antiguerriglia tedesche alla popolazione, mentre gli ordini del generale Lemelsen, al comando della 14ª armata, stabiliscono che ogni atto di violenza partigiana sia immediatamente vendicato attraverso rappresaglie sulla popolazione. In questo contesto si inserisce la seguente strage.

Le uniche informazioni che si hanno sulla strage di Casola Valsenio del 13 luglio sono fornite dal rapporto che il partigiano “Alberto” della zona di Faenza scrisse il 29 dello stesso mese. La descrizione delle circostanze in cui sono uccisi Giulio Scalini e Antonio Angeli è abbastanza ampia ma manca, come in molti altri casi, di informazioni certe sulle ragioni, i modi e gli autori dell’uccisione. Restano comunque utili le ipotesi avanzate.
Antonio Angiolini e Giulio Scalini fanno parte del movimento partigiano faentino e ai primi luglio viene loro dato l’incarico di recuperare armi per l’organizzazione clandestina. Si sono più volte recati a Casola Valsenio per accordarsi con il tenente della milizia locale. Il tenente decide di cedere loro le armi del presidio la sera dell’8 luglio. Giunti all’appuntamento tuttavia si oppone alla consegna perché desidera modificare le condizioni dell’accordo. Nei giorni successivi ritorna sulle proprie posizioni temendo di essere fatto prigioniero. Stabilisce un secondo appuntamento per la notte tra l’11 e il 12 luglio. Scalini e Angeli si presentano nuovamente invano, il tenente è andato alla ricerca della brigata partigiana per consegnare ai suoi componenti le armi. Nel rientrare a casa Scalini e Angeli passano dall’abitazione di un milite del presidio per recuperare almeno il suo mitra. La sorella risponde che il fratello lo ha con sé. Probabilmente i due giovani sono spiati e divengono oggetto di una delazione tant’è che sono uccisi in un agguato nei pressi della villa del conte Fragnano.
La voce pubblica imputerà la strage a soldati tedeschi.
Il comitato locale della zona 8 settore 2 chiederà di diffondere la notizia attraverso un articolo da giornale.
Gli autori Mattioli e Sangiorgi attribuiscono la delazione a una ragazza e aggiungono che dopo l'agguato i tedeschi impediscono ai parenti di recuperare i corpi che vengono lasciati per tutto il pomeriggio riversi in mezzo alla strada. Quando verso sera giunge una pattuglia di fascisti, questi infieriscono sui corpi. I parenti devono attendere la notte per dar loro sepoltura nel cimitero di Valsenio.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri

Tipo di massacro: punitivo
--> Per saperne di più sulle tipologie

Scheda compilata da ENRICA CAVINA
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge

Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-06-02 08:46:05

Vittime

Elenco vittime

1. Antonio Angiolini, \"Toni\", da Probo e Rosa Marchi; n. il 26/11/1924 a Casola Valsenio (RA). Nel 1943 residente a Riolo Terme (RA). Bracciante. Militò nella 36ª brg Bianconcini Garibaldi e operò sull\'Appennino tosco-emiliano. Cadde il 13/7/1944 a Casola Valsenio. Riconosciuto partigiano dal 12/5/44 al 13/7/1944.
2. Giulio Scalini, Giulio Scalini, da Giuseppe e Giulia Dalmonte; nato il 22 aprile 1917 a Riolo Terme (RA); ivi residente nel 1943. Mugnaio. Militò nella 36ª brigata Bianconcini Garibaldi e operò sull\'Appennino tosco-emiliano. Catturato dai tedeschi, venne fucilato il 13 luglio 1944 a Casola Valsenio (RA). Riconosciuto partigiano dal 16 aprile 1944 al 13 luglio 1944.

Elenco vittime partigiani 2

Antonio Angiolini,
Giulio Scalini

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a via Casola, Casola Valsenio

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: via Casola, Casola Valsenio

    Descrizione: Lapide posta a Casola Valsenio, presso l\'ingresso del ristorante “Al Parco”, in via Casola.

  • monumento a

    Tipo di memoria: monumento

    Descrizione: Giulio Scalini è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.

Bibliografia


P. Scalini, La notte più buia é prima dell’alba (Ravenna 1944-1945),Galeati, Imola, 1975, p. 121.

A. Mattioli, G. Sangiorgi, La Resistenza sui monti di Casola, Amministrazione provinciale di Ravenna, Comunità Montana dell’Appennino faentino, Anpi, Pro Loco di Casola Valsenio, Faenza, giugno 1994, pp. 79-80.

G. Casadio La memoria della Resistenza nelle iscrizioni dei cippi, lapidi e monumenti della provincia di Ravenna, Longo Editore, Ravenna, 1995, vol. 2, p. 74.

L. Klinkhammer, L’occupazione tedesca in Italia, Bollati Boringhieri, Torino, 1993, p. 359.

E. Cavina, Crimini di guerra e violenza nazifascista nella provincia di Ravenna tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, tesi di dottorato di ricerca in Storia e Informatica - XVI Ciclo, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, a.a. 2003-2004, seconda parte p. 35.

A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri. (a cura di), Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), versione .pdf, http://www.iperbole.bologna.it/iperbole/isrebo/strumenti/A2.pdf

A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri. (a cura di), Dizionario Biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), versione on line,
http://www.storiaememoriadibologna.it/scalini-giulio-479467-persona

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

ISRRA, 28ª BG, b. LXXXII, fasc. g, f. 5, rapporto del 29 luglio 1944 di Alberto.