SANDRIGO 27.04.1945

(Vicenza - Veneto)

Descrizione

Località Sandrigo, Sandrigo, Vicenza, Veneto

Data 27 aprile 1945

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 5

Numero vittime uomini 5

Numero vittime uomini adulti 5

Descrizione: Gli avvenimenti che portano alla morte dei Comandanti della ”M. Ortigara” iniziano al mattino del 27/4/44, a Villa Cabianca di Longa di Schiavon, sede del BdS-SD/ Italienische Sonderabteilung (Banda Carità). Il comandante partigiano “Ermes” Farina è già alla Villa per trattare la resa e la consegna di un “tesoro” frutto di razzie, ma viene convinto della necessità di allargare la trattativa. Con tale obiettivo parte dalla Villa in moto, accompagnato dal sottotenente-SS Antonio Nalin. Dopo aver fallito con Gaetano Bressan “Nino”, comandante della Div “Vicenza”, “Ermes” e Nalin tentano di contattare Giacomo Chilesotti “Loris” e Giovanni Carli “Ottaviano”, comandante e commissario politico della Div “M. Ortigara”. Li incontrano a Novoledo di Villaverla, dove i Comandanti, dopo aver analizzato la situazione e dato le opportune disposizioni per il proseguo delle operazioni, decidono di partire per Longa portando con sé Attilio Andreetto “Sergio” e due capaci staffette, “Zaira” Meneghin e “Lina” Tridenti, utili per diramare gli ordini a trattativa di resa ultimata. Decidono anche di partire con l’automobile catturata poche ore prima a due ufficiali e un maresciallo della Gestapo (BdS-SD). Sono circa le ore 13 quando i Comandanti e i loro accompagnatori si spostano da Novoledo all’incrocio a nord-ovest di Dueville; circa alla stessa ora, in centro al paese, i Paracadutisti-SS si stanno scontrando con i partigiani. Alle 14:30, quando “Zaira” raggiunge i Comandanti all’incrocio, passa per il posto di blocco partigiano una macchina della Croce Rossa seguita da una motocarrozzetta: una o più funeste presenze che li seguiranno per tutto il loro tragitto. Circa alla stessa ora, in piazza a Sandrigo, avviene un tragico e significativo episodio: soldati delle SS eseguono una retata al Caffè Commercio e catturano una dozzina di persone; due di esse, Luigi De Toni e Giordano Bruno Azzolin (comandante e vice-comandante del Btg. territoriale “Sandrigo”, Brigata “2^ D. Chiesa”, Div. “Vicenza”) trovati in possesso di armi, tentano la fuga: il De Toni si salva, l’Azzolin è ucciso; i tedeschi ordinano il “coprifuoco” e a Sandrigo la gente si spranga in casa. Sono circa le ore 15 quando i Comandanti partono da Dueville: davanti la moto con Nalin e “Ermes”, e dietro l’automobile con Chilesotti alla guida, Carli di fianco e Andreetto dietro con “Zaira”, tutti attenti ai possibili segnali di avvertimento di “Ermes”. Circa alle ore 16 arrivano a Sandrigo e trovano il paese stranamente deserto. Aggirano la piazza deviando per una via secondaria, ma proprio lungo quel percorso trovano improvvisamente due strani “posti di blocco” che li costringono a svoltare a destra verso Marostica e Bassano. L’auto dei Comandanti subito dopo aver girato, trova un terzo ostacolo: a occupare buona parte della sede stradale sono parcheggiati in fila indiana due o più camion delle SS e, all’arrivo dell’automobile, un altro camion con una mitragliatrice sulla cabina, esce dal lato opposto della strada e chiude quasi completamente la strada. “Ermes” e Nalin, in moto, sono lasciati passare, ma si fermano subito dopo. “Ermes” tenta di aiutare i Comandanti, segnalando ai tedeschi che la macchina è della “polizei” e incitando Nalin a intervenire personalmente, cosa che l’ufficiale delle SS sembra fare, senza stranamente ottenere nulla; anche la successiva fuga di “Ermes” e Nalin è strana: chiusi in 50 metri di strada da decine di tedeschi “minacciosi” e armati sino ai denti , i due riescono comunque a fuggire per i campi. Per i Comandanti la sorte è segnata.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: ritirata
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Annotazioni: Sino a oggi le ricostruzioni della tragica morte dei Comandanti della “Monte Ortigara”, l’ing. Giacomo Chilesotti “Nettuno-Loris” e l’ing. Giovanni Carli “Ottaviano-Alfa”, hanno sempre ruotato attorno a due “verità” contrapposte: la tesi di chi afferma che è stata solo una tragica fatalità, se non persino una congiura “garibaldina” (Gramola – Binotto); e la tesi di chi parla di un accordo tra l’ala “badogliano-cattolica” della Resistenza e i nazi-fascisti, dove i Comandanti sono eliminati perché contrari a quell’intesa (Ceccato - De Grandis). Le ultime ricerche sembrano invece orientate verso un coinvolgimento diretto nella vicenda di Mario Carità, Alfredo Perillo e del Servizio di Sicurezza delle SS tedesche (BdS-SD), nell’esistenza di uno stretto legame tra la “Strage di Dueville” e la “Strage di Sandrigo”, e nella convinzione che si tratti di di una vera e propria trappola congeniata per catturare ed eliminare questi due importanti liders e “primule rosse” della Resistenza veneta.

Scheda compilata da Pierluigi Dossi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-10-11 21:27:41

Vittime

Elenco vittime

1. Andreetto Attilio “Sergio”, nato a Bevilacqua Boschi (VR), cl. 19, studente di Matematica; già sergente degli Alpini, già comandante della Brigata “Garemi” e della Brigata “Pasubiana” - Divisione “Garemi”, infine, dopo l’espulsione, vice comandante della Brigata“Loris” della Divisione autonoma “M. Ortigara”.

2. Azzolin Giordano Bruno “Paniti”, di Giovanni e Felicita Menegon, nato a Sandrigo, cl. 18; già sergente maggiore pilota, vice-comandante del Btg. partigiano territoriale “Sandrigo”, Brigata “2^ Damiano Chiesa” della Divisione “Vicenza”;

3. Carli Giovanni “Ottaviano” nato ad Asiago, cl. 10; laureato in ingegneria a Padova, collabora con l’Università patavina e nello stesso tempo insegna negli Istituti Industriali (a Forlì, Vicenza, Padova). Sposa Lia Miotti, il cui fratello è Federico Miotti, parroco a Mason. E’ l’anima, la guida e il coordinatore della Resistenza altopianese “autonoma”. Alla costituzione della Divisione “M. Ortigara” è nominato Commissario politico.

4. Chilesotti Giacomo “Nettuno-Loris” di Pietro e Maria Tomba, nato a Thiene, cl. 12; figlio di una ricca famiglia di proprietari terrieri, ingegnere meccanico e ufficiale del 4° Regg. Genio Alpini di Bolzano; dopo l’8 settembre ’43 si trova al sud per lavoro-militarizzato presso i cantieri navali. Riesce a rientrare a Thiene e nell’ottobre va a trovare l’amico Elio Rocco, a Belvedere di Tezze sul Brenta, che lo inserisce nella “Missione MRS” e nella Resistenza; cattolico, è uno dei maggiori organizzatori della Resistenza vicentina, comandante della Divisione “Monte Ortigara”; su di lui pendeva una taglia di 1 milione di Lire.

5. Novello Giovanni; civile.

Elenco vittime civili 1

Novello Giovanni

Elenco vittime partigiani 4

1. Andreetto Attilio “Sergio”
2. Azzolin Giordano Bruno “Paniti”
3. Carli Giovanni “Ottaviano”
4. Chilesotti Giacomo “Nettuno-Loris”

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Reparto servizi speciali GNR di Firenze \"Banda Carità\"

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Alfredo Perillo

    Nome Alfredo

    Cognome Perillo

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile Perillo Alfredo , è vissuto all’estero sino al 1932, residente a Chiarino di Sotto (Trento), coniugato con Guerrina Selko “Rina” (cl. 16, nata a Laurana - Istria, residente a Tiarno di Sotto in Val di Ledro - Brescia), con 2 figli; ufficiale d’artiglieria del Regio Esercito in s.p.e., poliglotta e perciò in missione in vari stati: Germania, Svizzera, Cecoslovacchia. Dopo l’8 settembre, ufficiale della GNR Contraerea, esperto della lingua tedesca, giunge a Bassano nell\'agosto ’44, ufficialmente come interprete, traduttore e ufficiale di collegamento con i tedeschi (magg. Fraiss), di fatto trasforma l\'UPI della GNR di Bassano, in un ufficio della BdS/SD tedesca; anche lui come Carità è un ufficiale (tenente-SS/SS-obersturmführer) e dirigente del BdS-SD.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto servizi speciali GNR di Firenze \"Banda Carità\"

  • Antonio Nalin

    Nome Antonio

    Cognome Nalin

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile Nalin Antonio, sottotenente dell’ex Milizia portuaria, tra i primi elementi della Scuola di Villa Cabianca delle SS italiane, di cui ne è il massimo responsabile dopo il gen. Visconti. Dal gennaio ‘45, con l’arrivo a Longa della “Banda Carità”, Nalin ne entra a far parte organica come sottotenente-SS (SS-untersturmführer), e sino all’ultimo periodo, quando cioè la Sede Centrale è portata a Villa Cabianca, è il responsabile della Sezione staccata di Longa di Schiavon; è lui che guiderà in trappola i Comandanti della “M. Ortigara”.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto servizi speciali GNR di Firenze \"Banda Carità\"

  • Mario Carità

    Nome Mario

    Cognome Carità

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Carità Mario, già nel 1919, cioè a soli 15 anni, apparteneva a Lodi alle squadracce fasciste di Luigi Freddi; malgrado un’adolescenza vissuta in modo violento, riesce a conseguire una laurea in ingegneria in Svizzera; nel ‘25 si sposa, nel ‘28 subisce le conseguenze dall’epurazione compiuta nella federazione fascista milanese e nel ‘35 si trasferisce a Firenze dove continua la sua attività politica come confidente della Questura e dell’OVRA; volontario in Albania nella 92^ Legione CN, con il grado di centurione (capitano); successivamente è in Slovenia, sempre con la 92^ Legione, dove “Nella sola provincia di Lubiana, durante i ventinove mesi di occupazione italiana si ebbero 4.000 civili sloveni uccisi per rappresaglia, e 7.000 morti nei campi di deportazione italiani.”; dopo l’8 Settembre ’43 comanda l’Ufficio II (RSS) dell’Ufficio Politico Investigativo (UPI) della 92^ Legione della GNR a Firenze (con il Capo della Provincia Manganiello e il capo dell’Uff. Affari Ebraici Martelloni crea una specie di “cupola” malavitosa che movimenta ingentissime somme di denaro dalle confische effettuate ai danni di cittadini ebrei); nel luglio ’44 lascia Firenze per Bergantino (Ro); il resto della sua storia è indissolubilmente legato al Veneto e alle vicende della sua “Banda” che da Reparto Speciale dell’UPI-GNR, diventa l’ Italienische Sonderabteilung del BdS-SD tedesco e Carità SS-sturmbannfüehrer; muore il 19 maggio 1945 a Castelrotto – Kastelruth (Bolzano), vicino all’Alpe di Siusi, ucciso della Polizia Americana.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto servizi speciali GNR di Firenze \"Banda Carità\"

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • cippo a

    Tipo di memoria: cippo

    Descrizione: Nel luogo dove è avvenuto l’eccidio dei Comandanti della “M. Ortigara”, in via Roma, a destra dal centro verso Marostica, in prossimità del ponte sul fiume Tesina, si trova il monumento - cippo.

  • lapide a

    Tipo di memoria: lapide

    Descrizione: Nel luogo dove è stato assassinato Giordano Bruno Azzolin, in piazza, sulla parete esterna a fianco del Caffè Commercio, è collocata la lapide commemorativa.

  • onorificenza alla persona a

    Tipo di memoria: onorificenza alla persona

    Descrizione: L’ing. Giacomo Chilesotti “Nettuno-Loris” e l’ing. Giovanni Carli “Ottaviano-Alfa” sono decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare; Attilio Andreetto “Sergio” è decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare; Giordano Bruno Azzolin “Paniti” è decorato con Croce di Guerra al Valor Militare.

Bibliografia


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Sitografia


www.studistoricianapoli.it

Fonti archivistiche

Fonti

ASVI, CAS, b. 5 fasc. 339,
ASVI, CAS, b. 13 fasc. 819,
ASVI, CAS, b. 17 fasc. 1006;
ASVI, CLNP, b. 15 fasc. 7;
ACSch, Atti 1944-45, Domanda di Sussidio n. 10/9/P dell’8.10.44;
Archivio Comune di Sandrigo (ACSa); Registro Atti di Morte.
Archivio Comune di Schiavon (ACSch); Atti 1944-45.