OSPITALETTO MARANO SUL PANARO 12.08.1944

(Modena - Emilia-Romagna)

Episodio di riferimento: OSPITALETTO, 12-25.08.1944

Descrizione

Località Ospitaletto, Marano sul Panaro, Marano sul Panaro, Modena, Emilia-Romagna

Data 12 agosto 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 3

Numero vittime uomini 3

Numero vittime uomini adulti 3

Descrizione: Tra il 30 luglio e il 3 agosto 1944 l’Operazione Wallenstein III provoca il crollo della Repubblica di Montefiorino. I partigiani si sganciano dall’attacco tedesco e si riorganizzano lungo la valle del Panaro o nei crinali dell’Appennino. Intorno al 10 agosto una formazione di circa 300 uomini, guidata dal comandante azionista Adolfo Bambini (“il Toscano”), si insedia presso alcune case coloniche a Ospitaletto (Marano sul Panaro), ma elementi ostili alla Resistenza segnalano la presenza dei partigiani: una piccola squadra di militi della GNR di Marano e Vignola parte per attaccare i “ribelli”, ma i fascisti perdono il camion e si rifugiano in una casa colonica. L’arrivo di rinforzi tedeschi dà inizio a un combattimento serrato: un’ottima lettura tattica del vice-comandante Mario Allegretti sancisce la vittoria partigiana; i nazisti perdono cinque uomini e, mentre scendono a valle, uccidono due contadini, accusati di aver coperto la fuga dei “ribelli”. All’alba del 13 agosto comincia la rappresaglia: i tedeschi e i fascisti impiccano nel borgo di Ospitaletto cinque partigiani prelevati dal carcere vignolese di Villa Santi, poi si radunano nella località Spino per pianificare la terra bruciata. Nel pomeriggio i reparti nazisti uccidono civili, incendiano cascine, massacrano il bestiame e devastano l’intero territorio della frazione maranese, imponendo che la scena dell’orrore rimanga intoccata fino al Ferragosto. Il 17 agosto 1944 le unità tedesche riprendono le operazioni antipartigiane: avvalendosi della collaborazione dei fascisti, le forze di occupazione raggiungono Selva di Puianello e le zone di confine tra Ospitaletto e Serramazzoni, dove ingaggiano un altro combattimento con i partigiani. I resistenti sono colti impreparati e accusano diverse perdite: alcuni di loro sono arrestati ed eliminati sul posto, altri vengono condotti nel carcere di Villa Santi; Antonio Ferrari, uno di questi, è fucilato a Ospitaletto il 25 agosto 1944.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: rappresaglia
--> Per saperne di più sulle tipologie

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Un elemento di particolare rilevanza contraddistingue l’elaborazione comunitaria del lutto e della memoria che questa vicenda fece scaturire tra le famiglie di Ospitaletto: l’indole moderata e il quieto equilibrio che avevano sempre contraddistinto la “terra dei Balugola” segnarono l’interpretazione collettiva degli eventi e plasmarono un desiderio di pacificazione che si rivelò più forte delle lacerazioni belliche. Dopo i tragici eventi del 13 agosto nessun membro della comunità biasimò pubblicamente i delatori poiché la tremenda portata delle devastazioni nazi-fasciste indusse le famiglie a cercare nel silenzio e nella vicinanza gli stimoli alla rinascita. Le spie non furono denunciate neppure nel dopoguerra poiché la comunità preferì mantenere un profondo riserbo sulla rappresaglia: i parenti delle vittime non vollero riaprire le ferite dell’estate più tremenda della loro vita e lasciarono che il dolore del lutto sublimasse nell’atmosfera pacifica delle colline rurali. Questo atteggiamento creò le condizioni per la formazione di una memoria divisa. Le famiglie del borgo non avevano gli strumenti culturali per affrontare le vicende della guerra totale e furono costretti a elaborare lutti che, ai loro occhi, apparivano completamente inspiegabili. L’impossibilità di comprendere e razionalizzare perdite così gravi e traumatiche provocò uno spontaneo ricorso all’oblio: benché le violenze e le sopraffazioni naziste avessero riguardato anche molte delle famiglie che non erano state inserite nell’elenco dei sostenitori della Resistenza, la necessità del silenzio e l’opposizione all’analisi critica delle vicende in chiave memorialistica accomunò la maggior parte degli abitanti del borgo. Negli ultimi anni la naturale azione lenitiva del tempo e un corretto uso del ragionamento controfattuale hanno riavvicinato la comunità di Ospitaletto agli aspetti più spinosi della sua memoria: gli studi storici comparati hanno dimostrato che i nazisti avrebbero potuto attaccare i loro nemici e compiere una rappresaglia sulla comunità anche se i “ribelli della montagna” avessero deciso di barricarsi a Ospitaletto. La comunità inizia a valutare in maniera più matura e distaccata le vicende della rappresaglia, ma le ferite non sono ancora del tutto rimarginate e la serenità del giudizio è ancora lontana dall’atmosfera del borgo. La memoria dell’impiccagione del 25 agosto 1944 fu particolarmente debole: nei ricordi della comunità di Ospitaletto, quell’esecuzione chiudeva un ciclo di terribili violenze con l’estrema manifestazione delle leggi di guerra poiché i sette giovani avevano pagato con la vita il rifiuto della “tranquillità” nazi-fascista. Benché le devastazioni di dodici giorni prima rendessero impossibile l’ennesima “saldatura conservatrice” fra i difensori dello status quo e i sostenitori dell’ideologia littoria, le forti sfumature antipartigiane che contraddistinguevano il senso comune degli abitanti del borgo fecero calare una cortina di doloroso silenzio sui fatti di Selva e sulle condanne a morte dei prigionieri. Dopo decenni di scomodi silenzi e dolorosi vuoti, l’interesse e la sensibilità delle ultime Amministrazioni comunali di Marano sul Panaro hanno permesso ai parenti delle vittime partigiane un parziale riscatto del lutto; benché gli studi storici non abbiano ancora chiarito in maniera definitiva le dinamiche dello scontro e le singolari vicende dell’esecuzione degli ostaggi, l’attenzione per la seconda ondata della violenza nazi-fascista ha permesso di estendere la memoria del dramma di Ospitaletto a un arco cronologico che unisce il 13 e il 25 agosto 1944, i due estremi dello stesso orrore. A settant’anni di distanza dalle tragedie dello Spino, i discendenti di Antonio Ferrari – che hanno proseguito la lunga battaglia della sorella del partigiano caduto1 – non hanno ancora avuto la soddisfazione di chiarire fino in fondo gli aloni di mistero che circondano la morte del loro caro antenato, ma possono ricordare il dolore dei giorni più difficili di Ospitaletto nel grande Parco della Memoria che il Comune ha realizzato all’ingresso del borgo per non dimenticare i drammi di tutti i resistenti e i civili che furono travolti dalla violenza nazi-fascista.

Scheda compilata da DANIEL DEGLI ESPOSTI
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge

Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-08-03 15:55:00

Vittime

Elenco vittime

1. Telemaco Pradelli: nato a Marano sul Panaro (MO) il 26 settembre 1901, figlio di Ortenzio e Angela Santunione, residente a Ospitaletto di Marano sul Panaro, agricoltore, partigiano. Il 15 febbraio 1944 comincia a collaborare con la Brigata “Selvino Folloni” come staffetta. Il 12 agosto 1944 si affaccia alla finestra della cascina mentre i partigiani e i tedeschi combattono nei pressi di Ospitaletto, ma una pallottola lo ferisce gravemente: muore nell’ospedale di Castelnuovo Rangone il 14 agosto 1944.
2. Marino Vandelli: nato a Marano sul Panaro (MO) il 26 novembre 1898 e residente nella frazione di Rodiano, agricoltore, civile. Nel tardo pomeriggio del 12 agosto 1944 viene interrogato da un gruppo di soldati tedeschi mentre lavora nell’orto insieme al figlio Leonidio. I militari chiedono ai due coloni da quale parte sia fuggito il partigiano ferito che hanno appena perso di vista, ma non ottengono informazioni; la mancata risposta viene interpretata come una copertura e produce una reazione violenta: i tedeschi uccidono a sangue freddo Marino e Leonidio Vandelli con diversi colpi d’arma da fuoco.
3. Leonidio Vandelli: nato a Marano sul Panaro (MO) l’11 aprile 1925 e residente nella frazione di Rodiano, agricoltore, civile. Nel tardo pomeriggio del 12 agosto 1944 viene interrogato da un gruppo di soldati tedeschi mentre lavora nell’orto insieme al padre Marino. I militari chiedono ai due coloni da quale parte sia fuggito il partigiano ferito che hanno appena perso di vista, ma non ottengono informazioni; la mancata risposta viene interpretata come una copertura e produce una reazione violenta: i tedeschi uccidono a sangue freddo Marino e Leonidio Vandelli con diversi colpi d’arma da fuoco.

Elenco vittime civili 2

Marino Vandelli,
Leonidio Vandelli

Elenco vittime partigiani 1

Telemaco Pradelli

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • cippo a Rodiano

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Rodiano

    Descrizione: A Rodiano un cippo familiare ricorda Marino e Leonidio Vandelli.

  • luogo della memoria a Marano sul Panaro

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Ubicazione: Marano sul Panaro

    Descrizione: Nel 2014 l’Amministrazione comunale di Marano sul Panaro ha inaugurato un parco della memoria dedicato alle vittime della violenza nazi-fascista del 12-25 agosto 1944.

Bibliografia


Nello Bozzini, La breve storia di Maria Savigni, in Gente di Panaro. Rassegna di storia, “storie” e cultura locale. Valle del Panaro, n. 4 – 2002, rivista del Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna – Mario Menabue”, Modena, il Fiorino, 2002, pp. 19-23.
Nello Bozzini, La rappresaglia germanica a Ospitaletto di Marano sul Panaro, 13 agosto 1944. Vita e morte di Maria Savigni, Vignola, ETA, 2002.
Miria Burani, Quegli anni difficili. Marano sul Panaro dal fascismo alla Resistenza, pp. 79-86.
Daniel Degli Esposti, Lacrime di pietra. Cippi e lapidi della Resistenza nell’Unione Terre di Castelli, a cura del Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna – Mario Menabue”, Modena, Il Fiorino, 2012, pag. 114.
Daniel Degli Esposti, Memorie sepolte. La guerra aerea e le macerie del quotidiano nelle Terre di Castelli, Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna – Mario Menabue”, Bologna, Dupress, 2015, pp. 168-170.
Daniel Degli Esposti, Marano sul Panaro: lo specchio della guerra, relazione per il riconoscimento di una medaglia al merito civile al Comune di Marano sul Panaro, in Archivio Comunale di Marano sul Panaro, busta della richiesta di un riconoscimento al valor civile per la rappresaglia germanica di Ospitaletto, pp. 21-26.
Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino, Bologna, Il Mulino, 1970, pag. 444.
Francesco Ricci, Bella Ciao, Modena, Digital Index editore, 2012.
Claudio Silingardi, ricostruzione storica in Gian Vittorio Baldi, Memorie della Resistenza. Testimonianze sulla Resistenza raccolte per il Comune di Marano sul Panaro, pubblicazione dell’Associazione Italiana di Cinematografia Scientifica, Grotte di Castro (VT), Tipografia Ceccarelli, 1996, pag. 16.
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana, Milano, Franco Angeli, 1998, pag. 347.
E. Uguzzoni, Ospitaletto. Frazione di Marano sul Panaro, terra dei Balugola, EffeGi, Savignano sul Panaro, 1997.
Ilva Vaccari, Dalla parte della libertà, Santa Sofia di R., Stab. Tip. dei Comuni per COOP Estense, 1999, pp. 572-575.

Sitografia


Film documentario: Sergio Mariotti La rappresaglia germanica a Ospitaletto di Marano sul Panaro, Comune di Marano sul Panaro, 2013.
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/ottobre_08/art_06_10_08.htm
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/calendario/1944_08.html
http://anpimodena.it/avvenimenti-significativi-della-resistenza-modenese-2/
http://anpimodena.it/calendario-della-resistenza/
http://anpimodena.it/marano-merita-la-medaglia-per-la-strage-di-ospitaletto/
http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimodena/archivio/gazzettadimodena/2007/11/14/DP8PO_DP801.html
http://www.sassuolo2000.it/2014/08/14/domenica-a-marano-sul-panaro-70-anniversario-delleccidio-di-ospitaletto/
http://www.pietredellamemoria.it/pietre/lastra-commemorativa-ai-caduti-per-la-liberta-san-cesario-sul-panaro/
http://www.lineagotica.eu/biblio.php?id=894
https://books.google.it/books?id=uaBWw3jom5gC&pg=PT36&lpg=PT36&dq=ospitaletto+di+marano+13+agosto+1944&source=bl&ots=JvvCQgo276&sig=Eqau3jcYEvg3pdxJZYoJ43Vud5g&hl=it&sa=X&ei=9subVe6aDoPjywPprrPYCg&ved=0CEMQ6AEwBzgK#v=onepage&q=ospitaletto%20di%20marano%2013%20agosto%201944&f=false
http://www.archiviostorico.unibo.it/it/struttura-organizzativa/sezione-archivio-storico/lauree-honoris-causa/geo-giorgio-ballestri.asp?IDFolder=333&IDOggetto=112644&LN=IT
https://sites.google.com/site/sentileranechecantano/schede/antifascismo-e-lotta-di-liberazione/le-stragi-nazifasciste/elenco-analitico-in-ordine-cronologico-delle-stragi-compiute-in-italia-dai-reparti-tedeschi
http://associazioni.monet.modena.it/iststor/page3.php?sub=126&parent=6
http://associazioni.monet.modena.it/iststor/page4.php?id=276&nlevel=3

Fonti archivistiche

Fonti

BA-MA, RH 2/667, Ic-M 14.08.44.
BA-MA, RH 20-14/48, AOK 14, H.Qu. TB 01.07.-30.09.44; RH 20-14/114, IcM 18.08.44.
Archivio Storico del Comune di Vignola.
Archivio del Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna – Mario Menabue”, Cassetto D, Resistenza, Documenti della Resistenza, BD4.
Archivio Comunale di Marano sul Panaro, busta della richiesta di un riconoscimento al valor civile per la rappresaglia germanica di Ospitaletto.