Marzaglia, Modena, 05.04.1945

(Modena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Marzaglia, Modena, Modena, Emilia-Romagna

Data 5 aprile 1945

Matrice strage Fascista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: Nella seconda metà di ottobre del 1944 le prospettive dell’insurrezione generale alimentano le speranze della Resistenza modenese, ma i soldati tedeschi e i fascisti più intransigenti non smettono di alimentare le difese della Linea Gotica e di assestare colpi all’organizzazione partigiana. Le Brigate Nere e i militi della RSI non cessano l’attività di spionaggio e i tentativi di infiltrazione nella rete della Resistenza e trasformano ogni possibilità di accesso alle informazioni sui “ribelli” in un’occasione di vendetta nei confronti dei “traditori” dell’Italia fascista. Nella “Bassa” modenese i preparativi per l’insurrezione s’intrecciano alla consueta attività dei GAP e delle SAP, ma nella seconda decade di novembre il Proclama del Generale Alexander invita i partigiani a rinviare la marcia di avvicinamento alle città e restituisce fiducia alle forze nazi-fasciste. Il duro inverno di guerra non prostra le speranze della Resistenza: i partigiani si avvicinano alla primavera del 1945 con la determinazione di riprendere quanto prima possibile la Lotta di Liberazione, ma le difficoltà dell’occupazione tedesca e del clima del conflitto incidono in maniera sensibile sul tessuto sociale. All’inizio della primavera del 1945 l’Ufficio Politico Investigativo lo mette nel mirino: gli uomini di Renato Sacchetti e la compagnia “controguerriglia” di Bruno Piva seguono le indicazioni che provengono dal vertice del 42° Comando Provinciale della GNR di Modena ed effettuano un rastrellamento nella zona di Marzaglia. Il 5 aprile 1945 giungono nella casa della famiglia Ottani, prelevano Filippo e lo conducono lontano dall’abitato: nello spazio aperto dei campi lo abbattono con una raffica di colpi d’arma da fuoco. Ottani è commemorato fra i partigiani caduti di Marzaglia.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945.
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Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci.
1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.”
2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari.
3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo.
DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-25 12:22:59

Vittime

Elenco vittime

1. Filippo Ottani: nato a Modena il 7 febbraio 1926, residente a Marzaglia, meccanico, legato ai partigiani. All’inizio della primavera del 1945 l’Ufficio Politico Investigativo lo mette nel mirino: gli uomini di Renato Sacchetti seguono le indicazioni che provengono dal vertice del 42° Comando Provinciale della GNR di Modena ed effettuano un rastrellamento nella zona di Marzaglia. Il 5 aprile 1945 giungono nella casa della famiglia Ottani, prelevano Filippo e lo conducono lontano dall’abitato: nello spazio aperto dei campi lo abbattono con una raffica di colpi d’arma da fuoco. Ottani è commemorato fra i partigiani caduti di Marzaglia.

Elenco vittime legate a partigiani 1

Filippo Ottani

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Compagnia Ordine Pubblico/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

42. Comando Militare Provinciale/GNR di Modena

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Antonio Petti

    Nome Antonio

    Cognome Petti

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile 1. Colonnello Antonio Petti: comandante del 42° Comando Militare Provinciale – “Tribunale Militare Straordinario”. -------------- Denuncia contro Gino Galli, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “[Gino Galli è accusato] di avere, il giorno 5 aprile 1945, partecipato attivamente ad un rastrellamento in località Marzaglia, durante il quale venne ucciso Ottani Filippo di anni 19, fratello della denunziante Ottani Anna, di Ruggero e Ferrari Anna, nata a Modena il 26/7/1922, ivi residente in via Convoglio 32, frazione Marzaglia. A detta operazione pare che vi abbia partecipato [sic] anche il Capitano Sacchetti, che ebbe a picchiare l\'Ottani, prima di essere ucciso barbaramente da una raffica di mitra a breve distanza dalla sorella. L\'Ottani Anna non ha potuto precisare chi ebbe ad uccidere suo fratello, ma ritiene che sia stato il Galli, il quale già in precedenza aveva rivolto al fratello le testuali parole: \"Ora ti faccio la festa io\". La stessa afferma di aver rivisto il Galli partecipare ad un altro rastrellamento in località Marzaglia, dopo circa dieci giorni da quello in cui trovò la morte suo fratello. Le indagini praticate da questo Ufficio non hanno offerto sufficienti elementi per poter stabilire e meglio chiarire la responsabilità del Galli nell\'uccisione dell\'Ottani”. -------------- GNR, 633° Comando Provinciale – Segnalazione di fatti e avvenimenti: 5 aprile 1945, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “All\'alba di stamane [5 aprile 1945, n.d.r.] è stata effettuata una operazione di rastrellamento lungo le sponde del fiume Secchia e precisamente dalle località Casa Secchia - Cantone fino alla via Emilia. Hanno partecipato all\'operazione 40 militi della Compagnia OP della GNR con 4 ufficiali, 45 soldati del 42° Battaglione Provinciale con 3 ufficiali e 3 militi del Nucleo UPI con un ufficiale. Durante l\'operazione sono stati catturati 7 elementi sospetti [...]. Un civile trovato in uno dei caratteristici rifugi sotterranei dei ribelli, privo di documenti personali ha tentato di fuggire ed è stato raggiunto da una raffica di mitra (m.p.) che lo ha ucciso. È da ritenere fosse un ribelle”.

    Note procedimento Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945. -------------- Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto 42. Comando Militare Provinciale/GNR di Modena

  • Bruno Piva

    Nome Bruno

    Cognome Piva

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Bruno Piva: nato a Spilamberto (MO) il 3 maggio 1907, figlio di Angelo e Regina Rossi, latitante, contumace. Comandante della Compagnia per l’Ordine Pubblico del 42° Comando Provinciale GNR di Modena, in contatto diretto con l’Ufficio Politico Investigativo della RSI. -------------- Denuncia contro Gino Galli, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “[Gino Galli è accusato] di avere, il giorno 5 aprile 1945, partecipato attivamente ad un rastrellamento in località Marzaglia, durante il quale venne ucciso Ottani Filippo di anni 19, fratello della denunziante Ottani Anna, di Ruggero e Ferrari Anna, nata a Modena il 26/7/1922, ivi residente in via Convoglio 32, frazione Marzaglia. A detta operazione pare che vi abbia partecipato [sic] anche il Capitano Sacchetti, che ebbe a picchiare l\'Ottani, prima di essere ucciso barbaramente da una raffica di mitra a breve distanza dalla sorella. L\'Ottani Anna non ha potuto precisare chi ebbe ad uccidere suo fratello, ma ritiene che sia stato il Galli, il quale già in precedenza aveva rivolto al fratello le testuali parole: \"Ora ti faccio la festa io\". La stessa afferma di aver rivisto il Galli partecipare ad un altro rastrellamento in località Marzaglia, dopo circa dieci giorni da quello in cui trovò la morte suo fratello. Le indagini praticate da questo Ufficio non hanno offerto sufficienti elementi per poter stabilire e meglio chiarire la responsabilità del Galli nell\'uccisione dell\'Ottani”. GNR, 633° Comando Provinciale – Segnalazione di fatti e avvenimenti: 5 aprile 1945, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “All\'alba di stamane [5 aprile 1945, n.d.r.] è stata effettuata una operazione di rastrellamento lungo le sponde del fiume Secchia e precisamente dalle località Casa Secchia - Cantone fino alla via Emilia. Hanno partecipato all\'operazione 40 militi della Compagnia OP della GNR con 4 ufficiali, 45 soldati del 42° Battaglione Provinciale con 3 ufficiali e 3 militi del Nucleo UPI con un ufficiale. Durante l\'operazione sono stati catturati 7 elementi sospetti [...]. Un civile trovato in uno dei caratteristici rifugi sotterranei dei ribelli, privo di documenti personali ha tentato di fuggire ed è stato raggiunto da una raffica di mitra (m.p.) che lo ha ucciso. È da ritenere fosse un ribelle”.

    Note procedimento Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945. ---------------- Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia Ordine Pubblico/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

  • Gino Galli

    Nome Gino

    Cognome Galli

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Gino Galli: figlio di Emiliano e di Maria Veroni, nato a Carpi (MO) il 14 dicembre 1919, residente a Modena in via Carlo Sigonio 179, detenuto. È l’elemento più zelante e violento della squadra dell’UPI posta sotto il comando di Nespoli. Nel settembre del 1943 presta servizio come aviere al Campo di Aviazione della Regia Aeronautica di Modena. Dopo l\'armistizio dell\'8 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi ed è consegnato alla 72° Legione della MVSN, dove viene arruolato con il grado di vice-brigadiere. Nel novembre 1943 viene arrestato dai tedeschi ed è condotto alle carceri di Sant\'Eufemia per la deportazione in Germania poiché ha avuto contatti con i primi nuclei partigiani della Madonnina. All\'inizio di dicembre evade e si rifugia a Finale Emilia; resta nascosto fino all\'8 maggio 1944, ma teme per se stesso e per la famiglia che ha da poco formato - moglie e due figli piccoli. L\'8 maggio 1944 si presenta alla Scuola di Polizia Repubblicana Ausiliaria di Sassuolo e si fa arruolare con il ruolo di vice-brigadiere ausiliario. Il 27 giugno 1944 è assegnato alla Questura di Modena come sottufficiale di Ispezione. Il 18 dicembre 1944 comincia a prestare servizio di polizia presso il Comando SD tedesco, ma risponde all\'Ufficio Politico Militare del Capitano Nespoli: controlla gli arresti delle persone e valuta le irregolarità commesse nei locali dell\'Accademia. Nonostante i contatti che Galli ha avuto con i partigiani della Madonnina alla fine del 1943, il Capitano Nespoli si fida di lui e lo trasforma nel collaboratore più importante e solerte. Dopo la Liberazione viene accusato di collaborazionismo, di aver commesso vari omicidi, di aver arrestato, torturato e seviziato illegalmente diverse persone e di aver compiuto diverse ruberie nelle case che visitava per i rastrellamenti.

    Note procedimento Denuncia contro Gino Galli, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “[Gino Galli è accusato] di avere, il giorno 5 aprile 1945, partecipato attivamente ad un rastrellamento in località Marzaglia, durante il quale venne ucciso Ottani Filippo di anni 19, fratello della denunziante Ottani Anna, di Ruggero e Ferrari Anna, nata a Modena il 26/7/1922, ivi residente in via Convoglio 32, frazione Marzaglia. A detta operazione pare che vi abbia partecipato [sic] anche il Capitano Sacchetti, che ebbe a picchiare l\'Ottani, prima di essere ucciso barbaramente da una raffica di mitra a breve distanza dalla sorella. L\'Ottani Anna non ha potuto precisare chi ebbe ad uccidere suo fratello, ma ritiene che sia stato il Galli, il quale già in precedenza aveva rivolto al fratello le testuali parole: \"Ora ti faccio la festa io\". La stessa afferma di aver rivisto il Galli partecipare ad un altro rastrellamento in località Marzaglia, dopo circa dieci giorni da quello in cui trovò la morte suo fratello. Le indagini praticate da questo Ufficio non hanno offerto sufficienti elementi per poter stabilire e meglio chiarire la responsabilità del Galli nell\'uccisione dell\'Ottani”. ------------- GNR, 633° Comando Provinciale – Segnalazione di fatti e avvenimenti: 5 aprile 1945, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “All\'alba di stamane [5 aprile 1945, n.d.r.] è stata effettuata una operazione di rastrellamento lungo le sponde del fiume Secchia e precisamente dalle località Casa Secchia - Cantone fino alla via Emilia. Hanno partecipato all\'operazione 40 militi della Compagnia OP della GNR con 4 ufficiali, 45 soldati del 42° Battaglione Provinciale con 3 ufficiali e 3 militi del Nucleo UPI con un ufficiale. Durante l\'operazione sono stati catturati 7 elementi sospetti [...]. Un civile trovato in uno dei caratteristici rifugi sotterranei dei ribelli, privo di documenti personali ha tentato di fuggire ed è stato raggiunto da una raffica di mitra (m.p.) che lo ha ucciso. È da ritenere fosse un ribelle”. ----------------- Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945. Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Ufficio Politico Investigativo/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

  • Renato Sacchetti

    Nome Renato

    Cognome Sacchetti

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Renato Sacchetti: nato ad Arezzo il 2 novembre 1916, figlio di Silvio e Nella Fantoni, residente ad Arezzo, contumace. Comandante dei reparti dell’UPI impegnati nel rastrellamento del 25/3/1945. Uomo di provata fede fascista, nei primi mesi del 1944 è attivo nell’Ufficio Politico Investigativo di Arezzo e si rende responsabile di diversi crimini. Dopo la liberazione della Toscana, si trasferisce a Modena e diventa un solerte collaboratore di Antonio Petti, impegnandosi in diversi rastrellamenti alla guida dell’UPI. Non è provato il coinvolgimento materiale nell’episodio, ma la partecipazione di uomini dell’UPI agli atti di violenza lo inserisce nelle indagini come promotore dell’ordine o, quantomeno, responsabile indiretto. --------------- Denuncia contro Gino Galli, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “[Gino Galli è accusato] di avere, il giorno 5 aprile 1945, partecipato attivamente ad un rastrellamento in località Marzaglia, durante il quale venne ucciso Ottani Filippo di anni 19, fratello della denunziante Ottani Anna, di Ruggero e Ferrari Anna, nata a Modena il 26/7/1922, ivi residente in via Convoglio 32, frazione Marzaglia. A detta operazione pare che vi abbia partecipato [sic] anche il Capitano Sacchetti, che ebbe a picchiare l\'Ottani, prima di essere ucciso barbaramente da una raffica di mitra a breve distanza dalla sorella. L\'Ottani Anna non ha potuto precisare chi ebbe ad uccidere suo fratello, ma ritiene che sia stato il Galli, il quale già in precedenza aveva rivolto al fratello le testuali parole: \"Ora ti faccio la festa io\". La stessa afferma di aver rivisto il Galli partecipare ad un altro rastrellamento in località Marzaglia, dopo circa dieci giorni da quello in cui trovò la morte suo fratello. Le indagini praticate da questo Ufficio non hanno offerto sufficienti elementi per poter stabilire e meglio chiarire la responsabilità del Galli nell\'uccisione dell\'Ottani”. ------------------ GNR, 633° Comando Provinciale – Segnalazione di fatti e avvenimenti: 5 aprile 1945, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “All\'alba di stamane [5 aprile 1945, n.d.r.] è stata effettuata una operazione di rastrellamento lungo le sponde del fiume Secchia e precisamente dalle località Casa Secchia - Cantone fino alla via Emilia. Hanno partecipato all\'operazione 40 militi della Compagnia OP della GNR con 4 ufficiali, 45 soldati del 42° Battaglione Provinciale con 3 ufficiali e 3 militi del Nucleo UPI con un ufficiale. Durante l\'operazione sono stati catturati 7 elementi sospetti [...]. Un civile trovato in uno dei caratteristici rifugi sotterranei dei ribelli, privo di documenti personali ha tentato di fuggire ed è stato raggiunto da una raffica di mitra (m.p.) che lo ha ucciso. È da ritenere fosse un ribelle”.

    Note procedimento Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945. ------------------ Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Ufficio Politico Investigativo/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • monumento a Marzaglia, Modena

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Marzaglia, Modena

    Descrizione: Filippo Ottani è ricordato nel monumento dedicato ai caduti in guerra di Marzaglia.

Bibliografia


Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino, Bologna, Il Mulino, 1970.
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana, Milano, Franco Angeli, 1998.
Ilva Vaccari, Dalla parte della libertà, Santa Sofia di R., Stab. Tip. dei Comuni per COOP Estense, 1999, pag. 605.

Sitografia


http://www.istitutostorico.com/app-modena900/index.html#/memorial/34
http://www.istitutostorico.com/app-modena900/index.html#/person/279
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/calendario/1945_04.html

Fonti archivistiche

Fonti

Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO.