SOAVE, 29.11.1944

(Verona - Veneto)

Descrizione

Località Soave, Soave, Verona, Veneto

Data 29 novembre 1944

Matrice strage Fascista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Descrizione: Prà e Conterno per sfuggire alle leve della Rsi entrarono nella primavera del 1944 nel Btg. Vicenza (in seguito diverrà la Div. Pasubio) comandato da Giuseppe Marozin. Dopo il grande rastrellamento messo in atto dai nazifascisti verso metà settembre 1944 che causò lo sfaldamento della Div. Pasubio, i due giovani di Monteforte restarono in zona sbandati. Per sopravvivere tentarono la via l’arruolamento nella Organizzazione Todt che nell’Est veronese stava approntando una linea di difesa. Come loro molti altri partigiani dopo il proclama Alexander cercarono riparo nella OT o in organizzazioni similari. Conterno era stato identificato quale lavoratore della Todt dalla BN di Soave la quale ne chiese l’arresto da parte dell’alleato. I responsabili della OT non intesero ragione e negarono la consegna in quanto avevano promesso protezione a quanti si fossero arruolati nel loro organismo. Prà e Conterno si erano ormai convinti che non potevano essere perseguiti dalle autorità fasciste per i loro accertati trascorsi partigiani. Vennero catturati pochi giorni prima del loro assassinio: Prà nella sua casa di Monteforte d’Alpone (un paese che dista pochi chilometri da Soave) dove riteneva di essere al sicuro dalla rappresaglia fascista. Venne preso da appartenenti alla Brigata Nera di San Bonifacio (VR). Conterno invece fu arrestato domenica 27 novembre 1944 all’uscita da un cinema di Soave da membri della BN locale. Entrambi furono portati nella caserma della BN di Soave dove subirono feroci torture. Alle prime luci dell’alba del 29 novembre 1944 vennero caricati su un camioncino e, dopo aver percorso circa un chilometro, furono uccisi adducendo il pretesto che avevano tentato di fuggire.
Se la BN di Soave nella sua relazione aveva indicato che erano stati uccisi mentre tentavano la fuga, al contrario la GNR di Cazzano di Tramigna stendeva un rapporto dal quale appariva chiaro che si era trattato di una esecuzione vera e propria. I cadaveri erano stati rinvenuti vicino al camioncino pertanto appariva palesemente falsa l’affermazione dei brigatisti di aver sparato a uomini in fuga. Il questore di Verona Fachini doveva accettare la versione del milite della Gnr e concludeva: «La convinzione è che siano stati uccisi volutamente. Ciò ha prodotto una impressione negativa nel pubblico e lo stesso presso il comando tedesco del luogo».

Modalità di uccisione: INDEFINITA

Violenze connesse: sevizie-torture

Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: Non si ha notizia di processi o procedimenti penali nei confronti di altri membri della BN o dei commissari prefettizi che operarono a Soave durante il biennio di occupazione tedesca.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Si può dire che la memoria di quella brutale esecuzione è ricordata dalle persone anziane del paese.

Scheda compilata da ROBERTO BONENTE
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-18 23:26:32

Vittime

Elenco vittime

Conterno Giuseppe (nome di battaglia “Volpe”) nato a Monteforte d’Alpone (VR) il 18 giugno 1926
Prà Augusto (nome di battaglia “Sginza”) nato a Monteforte d’Alpone (VR) il 27 aprile 1925

Elenco vittime partigiani 2

Conterno Giuseppe
Prà Augusto

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Gaetano Signorini

    Nome Gaetano

    Cognome Signorini

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile Quattro membri della Brigata Nera Perfetto, Signorini, Chiavenna e Zambaldo furono catturati dopo la liberazione e consegnati alla autorità partigiana di Verona. Il 29 aprile 1945 nella caserma in cui si erano insediati i partigiani e che in precedenza fungeva da caserma della BN avvenne uno scoppio che causò la morte di otto giovani partigiani. L’opinione pubblica attribuì l’esplosione a una bomba lasciata dai fascisti e così i quattro suddetti, fra cui quindi anche Gaetano Signorini e Gilio Zambaldo, vennero portati a Soave e fucilati sotto le mura della cittadina.

    Note procedimento Non si ha notizia di processi o procedimenti penali nei confronti di altri membri della BN o dei commissari prefettizi che operarono a Soave durante il biennio di occupazione tedesca.

    Tipo di reparto fascista Brigata Nera

    Nome del reparto 21. Brigata Nera “Stefano Rizzardi” di Verona/Distaccamento di Soave

  • Gilio Zambaldo

    Nome Gilio

    Cognome Zambaldo

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile Quattro membri della Brigata Nera Perfetto, Signorini, Chiavenna e Zambaldo furono catturati dopo la liberazione e consegnati alla autorità partigiana di Verona. Il 29 aprile 1945 nella caserma in cui si erano insediati i partigiani e che in precedenza fungeva da caserma della BN avvenne uno scoppio che causò la morte di otto giovani partigiani. L’opinione pubblica attribuì l’esplosione a una bomba lasciata dai fascisti e così i quattro suddetti, fra cui quindi anche Gaetano Signorini e Gilio Zambaldo, vennero portati a Soave e fucilati sotto le mura della cittadina.

    Note procedimento Non si ha notizia di processi o procedimenti penali nei confronti di altri membri della BN o dei commissari prefettizi che operarono a Soave durante il biennio di occupazione tedesca.

    Tipo di reparto fascista Brigata Nera

    Nome del reparto 21. Brigata Nera “Stefano Rizzardi” di Verona/Distaccamento di Soave

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a Soave

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Soave

    Descrizione: Nel luogo dell’uccisione (attualmente è un cavalcavia pertanto poco vedibile) è stata posta una lapide tipo cimiteriale con le foto dei due ragazzi. Sotto le foto sono indicati i loro nomi con gli anni che avevano al momento dell’uccisione. «In questo luogo dopo immani torture vennero assassinati a tradimento la notte del 29 novembre 1944 dai fascisti della R.S.I. servi dei nazisti. Hanno dato la loro vita per la nostra libertà. Tutto può essere perdonato, ma giammai dovrà essere dimenticato perché non abbia a ripetersi. Posto dopo il 1945 dalle famiglie e dai compagni di classe. Restaurato nel 1993 dalle sezioni A.N.P.I. di Soave e Monteforte d’Alpone con il patrocinio delle due comunità e della Società Autostrade BS-VR-VI-PD Spa»

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: Ogni anno l’8 dicembre viene ricordato il sacrificio di due soavesi, Benetton e Ceoloni, e di consuetudine in quell’occasione vengono ricordati i giovani di Monteforte Prà e Conterno.

Bibliografia


Roberto Bonente, «Condannato a ricordare» Augusto Tebaldi a Soave: vita, Resistenza, deportazione, Cierre-Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, Sommacampagna-Verona 2006, pp. 110-115.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

AS Verona , Prefettura, Gabinetto, busta 25, foglio Attività ribelli. Lettera della questura repubblicana di Verona al Capo della provincia, 5 dicembre 1944.