Novi di Modena, 29.03.1945

(Modena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Novi di Modena, Novi di Modena, Modena, Emilia-Romagna

Data 29 marzo 1945

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 6

Numero vittime uomini 6

Numero vittime uomini adulti 6

Descrizione: All’inizio di febbraio del 1945 la Resistenza modenese si adopera per superare le difficoltà dell’inverno e assestare i colpi decisivi alle forze occupanti. La Lotta di Liberazione si avvicina alla fase decisiva, ma è costretta a fare i conti con le violenze naziste e con i desideri vendicativi che animano i fascisti più intransigenti. Quando la 29° Panzer-Grenadierdivision si stanzia nella “Bassa” per un periodo di riposo, le Brigate Nere si sentono più protette e avviano una serie di operazioni anti-partigiane con l’obiettivo di infliggere colpi durissimi ai “traditori” della patria e dell’Asse. La “battaglia di Concordia” del 23-24 febbraio 1945 convince i sostenitori della Resistenza che lo scacco ai tedeschi e ai fascisti sia possibile, ma innesca nei difensori più radicali del littorio repubblicano la consapevolezza dell’imminente resa dei conti e stimola i sostenitori della lotta a oltranza a organizzare nuove operazioni repressive. Dopo i rastrellamenti della seconda decade di marzo, i comandanti partigiani della Prima Zona decidono di trasferire diversi gappisti sull’Appennino poiché temono gli effetti delle eventuali delazioni dei giovani catturati dai nemici o dei cittadini minacciati dalle violenze. Quando i tedeschi e i fascisti si accorgono della situazione, l’intensità degli attacchi alla Resistenza aumenta: il 23 dello stesso mese le forze di occupazione e i collaborazionisti della RSI organizzano un’altra offensiva contro le bande e i loro sostenitori, messa in atto dalle Brigate Nere della “Bassa”. La zona di Soliera viene investita dalla violenza dei militi; i partigiani si adoperano per contrastare l’avanzata dei nemici, ma gli scontri che sono costretti a ingaggiare hanno esiti tragici: diversi ribelli muoiono con le armi in pugno, altri sono eliminati nel luogo in cui finiscono nelle mani dei tedeschi e dei fascisti, mentre dodici vengono catturati e rinchiusi in luoghi protetti per gli interrogatori e le torture. Il 29 marzo 1945 altri nove partigiani vengono fucilati in diverse località della “Bassa”.

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: furto e-o saccheggio

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci.
1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.”
2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari.
3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo.
DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.
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Armadio della Vergogna: Fascicolo 1536.
Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti tedeschi e brigata nera (violenza con omicidio contro privati previsto dall'art. 185 c.p.m.g.) sottoposti ad indagine per il reato di omicidio per i primi ed aiuto al nemico per i secondi commesso in Soliera il 25/03/1945 ai danni di Fantuzzi Adelmo. Oggetto: omicidio di Fantuzzi Adelmo da parte di tedeschi e Brigata Nera.
Archiviazione perché gli autori del reato sono rimasti ignoti: 13 agosto 1996.
Cancelleria: 19 agosto 1996.
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Armadio della Vergogna: Fascicolo 1537.
Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti militari tedeschi e fascisti sottoposti ad indagine per il reato di violenza con omicidio per i primi ed aiuto al nemico per i secondi commesso in Novi di Modena il 29/03/1945 ai danni di Arletti Nerusco. Oggetto: omicidio di Arletti Nerusco da parte di militari tedeschi e fascisti.
Archiviazione perché gli autori del reato sono rimasti ignoti: 13 agosto 1996.
Cancelleria: 19 agosto 1996.
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Armadio della Vergogna: Fascicolo 1546.
Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti sottoposti ad indagine per il reato di violenza con omicidio per i primi ed aiuto al nemico per i secondi commesso in Novi di Modena il 29/03/1945 ai danni di Baldazzi Antenore. Oggetto: omicidio di Baldazzi Antenore da parte di militari tedeschi e fascisti.
Archiviazione perché gli autori del reato sono rimasti ignoti: 13 agosto 1996.
Cancelleria: 19 agosto 1996.
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Armadio della Vergogna: Fascicolo 1551.
Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti [militari tedeschi e fascisti] sottoposti ad indagine per il reato di violenza con omicidio per i primi ed aiuto al nemico per i secondi commesso in Novi di Modena il 29/03/1945 ai danni di Pivetti Umberto. Oggetto: omicidio di Pivetti Umberto da parte di soldati nazi-fascisti.
Archiviazione perché gli autori del reato sono rimasti ignoti: 13 agosto 1996.
Cancelleria: 19 agosto 1996.
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Armadio della Vergogna: Fascicolo 1549.
Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti [militari tedeschi e fascisti] sottoposti ad indagine per il reato di violenza con omicidio per i primi ed aiuto al nemico per i secondi commesso in Novi di Modena il 29/03/1945 ai danni di Pederzoli Ornello. Oggetto: omicidio di Pederzoli Ornello da parte di soldati nazi-fascisti.
Archiviazione perché gli autori del reato sono rimasti ignoti: 13 agosto 1996.
Cancelleria: 19 agosto 1996.
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Armadio della Vergogna: Fascicolo 1538.
Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti [militari tedeschi e fascisti] sottoposti ad indagine per il reato di violenza con omicidio per i primi ed aiuto al nemico per i secondi commesso in Carpi il 29/03/1945 ai danni di Spadaro Giovanni. Oggetto: omicidio di Spadaro Giovanni da parte di militari tedeschi e brigate nere.
Archiviazione perché gli autori del reato sono rimasti ignoti: 13 agosto 1996.
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Armadio della Vergogna: Fascicolo 1505.
Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia – Procedimento penale contro ignoti militari della GNR e militi delle brigate nere sottoposti ad indagine per il reato di omicidio commesso in Soliera il 25/03/1945 ai danni di Dugoni Romolo. Oggetto: omicidio di Dugoni Romolo da parte di militari fascisti e brigate nere.
Iscritto al RUR il 4 luglio 1996.

Annotazioni: Le fonti non distinguono con adeguata chiarezza i caduti nel corso degli scontri armati dalle vittime dei plotoni d’esecuzione e delle violenze nazi-fasciste. La riapertura delle indagini d’archivio e la consultazione capillare dei documenti relativi alle formazioni impegnate nell’area investita dal rastrellamento appaiono opportune e inevitabili per il miglioramento delle informazioni fornite in questa scheda.

Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-18 11:45:53

Vittime

Elenco vittime

1. Nellusco o Nelusco Arletti: nato a Limidi di Soliera (MO) il 6 agosto 1926, figlio di Galirdo ed Elide Arletti, residente a Limidi, agricoltore, partigiano. Anche se i bandi della leva fascista non lo minacciano, il 1 dicembre 1944 entra nella Brigata “Ivano” con il nome di battaglia “Guido”. Il 25 marzo 1945 partecipa allo scontro che i partigiani ingaggiano per contrastare il rastrellamento di Limidi di Soliera, ma viene catturato dai nemici. Il 29 marzo 1945 è prelevato dai “Lupi di Toscana” – un gruppo di fascisti piuttosto efferati – ed è condotto a Villafranca di Novi: viene fucilato in quel luogo da un plotone d’esecuzione.
2. Antenore o Antonio Baldazzi: nato a Bomporto (MO) il 1 aprile 1922, figlio di Socrate e Clementina Lugli, residente a Limidi di Soliera (MO), agricoltore, partigiano. Il 3 settembre 1944 entra nella Brigata “Ivano” con il nome di battaglia “Ghigo”. Secondo Ilva Vaccari, Il 25 marzo 1945 partecipa allo scontro che i partigiani ingaggiano per contrastare il rastrellamento di Limidi di Soliera, ma viene catturato dai nemici. Il 29 marzo 1945 è prelevato dai “Lupi di Toscana” – un gruppo di fascisti piuttosto efferati – ed è condotto a Villafranca di Novi: viene fucilato in quel luogo da un plotone d’esecuzione. Il database dell’ANPI lo segnala, tuttavia, fra i morti in combattimento del 29 marzo.
3. Adelmo Fantuzzi: nato a Limidi di Soliera (MO) il 7 ottobre 1918, figlio di Aniceto e Aderica Zaccarelli, residente a Sozzigalli, agricoltore, partigiano. Il 25 luglio 1944 entra nella Brigata “Ivan” con il nome di battaglia “Fanti”. Il 29 marzo 1945 prelevato dai “Lupi di Toscana” – un gruppo di fascisti piuttosto efferati – ed è condotto nei pressi del caseificio di Novi, dove era detenuto da quattro giorni: secondo la testimonianza di Cilio Storchi è costretto a esaltare Mussolini, ma rifiuta e viene ucciso con una raffica alla testa.
4. Giovanni Spadaro: nato a Comiso (RG) il 1 gennaio 1922, figlio di Giuseppe e Giovanna Riccardi, residente a Comiso, partigiano. Dopo l’8 settembre 1943 non riesce a tornare a casa e viene ospitato da una famiglia di Novi di Modena. Non vuole aderire alla chiamata alle armi della RSI, ma è incerto sull’ingresso nelle file della Resistenza; il 1 gennaio 1945 infrange i dubbi ed entra nella Brigata “Ivan” con il nome di battaglia “Totò”. Il 25 marzo 1945 partecipa allo scontro che i partigiani ingaggiano per contrastare il rastrellamento di Limidi di Soliera, ma viene catturato dai nemici. Il 29 marzo 1945 prelevato dai “Lupi di Toscana” – un gruppo di fascisti piuttosto efferati – ed è condotto nei pressi del caseificio di Novi, dove era detenuto da quattro giorni: viene fucilato in quel luogo da un plotone d’esecuzione.
5. Virgilio Corradi: nato a Carpi (MO) il 18 dicembre 1919, figlio di Aristide e Clerice Corghi, residente a Carpi, agricoltore, partigiano. Dopo un’esperienza nei bersaglieri, sopravvive all’8 settembre 1943 e rientra a casa. Il 1 aprile 1944 entra nella Brigata “Grillo” con il nome di battaglia “Escobar”. Secondo Ilva Vaccari, il 25 marzo 1945 partecipa allo scontro che i partigiani ingaggiano per contrastare il rastrellamento di Limidi di Soliera, ma viene catturato dai nemici. Il 29 marzo 1945 è prelevato dai “Lupi di Toscana” – un gruppo di fascisti piuttosto efferati – ed è condotto a Villafranca di Novi: viene fucilato in quel luogo da un plotone d’esecuzione.
6. Umberto Pivetti: nato a Carpi (MO) il 15 novembre 1921, figlio di Giuseppe e Giulia Campagnoli, residente a Soliera (MO), bracciante, partigiano. Caporale di fanteria, dopo l’8 settembre 1943 rientra a casa. Il 15 agosto 1944 entra nella Brigata “Ivano” con il nome di battaglia “Tito”. Secondo Ilva Vaccari, il 25 marzo 1945 partecipa allo scontro che i partigiani ingaggiano per contrastare il rastrellamento di Limidi di Soliera, ma viene catturato dai nemici. Il 29 marzo 1945 è prelevato dai “Lupi di Toscana” – un gruppo di fascisti piuttosto efferati – ed è condotto a Villafranca di Novi: viene fucilato in quel luogo da un plotone d’esecuzione.

Elenco vittime partigiani 6

Nellusco o Nelusco Arletti,
Antenore o Antonio Baldazzi,
Adelmo Fantuzzi,
Giovanni Spadaro,
Virgilio Corradi,
Umberto Pivetti

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Brigata nera reparto imprecisato

Tipo di reparto: Brigata Nera

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Renato Sacchetti

    Nome Renato

    Cognome Sacchetti

    Ruolo nella strage Collaboratore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Renato Sacchetti: nato ad Arezzo il 2 novembre 1916, figlio di Silvio e Nella Fantoni, residente ad Arezzo, comandante del nucleo dell’UPI che rivolgeva le proprie attenzioni verso l’esterno.

    Note procedimento Verbale del Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “[Renato Sacchetti è accusato] di avere alla fine di marzo 1945 assieme ad Incerti del suo nucleo UPI comandato i militi che con i tedeschi operarono un rastrellamento a Limidi di Carpi di avere fatto fucilare sette giovani e concorso all\'uccisione del partigiano Ronchetti Carlo Alberto”. --------------- Armadio della Vergogna: Fascicolo 1536, dichiarazione di Zaccarelli. “Il giorno 25/3/1945, alle ore 18 si sono presentati alla porta della nostra abitazione tedeschi e brigata nera i quali inviavano tutta la famiglia ad andare in campagna che avevano trovato un rifugio pieno di armi e munizioni e dopo che tutta la famiglia si trovava sul posto dove veramente esisteva detto rifugio venivano rimandati a casa trattenendo mio figlio e il giorno dopo abbiamo appreso che era stato fucilato dagli stessi in via Arginetto. Soliera, li 29/7/1945, firmato Zaccarelli”. --------------- Armadio della Vergogna: Fascicolo 1537, testimonianza di Celestina Lugli. “Io sottoscritta Lugli Celestina […] madre di Baldazzi Antenore […] dichiaro quanto segue: il giorno 25/3/1945 alle ore 7, mentre mio figlio stava fuori per servizio per ordine del CVL è stato rastrellato a Cortile di Carpi e portato a Carpi dai nazi-fascisti, fucilato a Novi di Modena il 29/3/1945 alle ore 6,30. Soliera, li 29/7/1945. Firmato Lugli Celestina”. --------------- Armadio della Vergogna: Fascicolo 1549, testimonianza di Genoeffa Bellelli. “Io sottoscritta Bellelli Genoeffa […] madre del deceduto Pederzoli Ornello […] ucciso dalla Brigata Nera il 29/3/1945 alle ore 6,30 a Novi di Modena. Soliera, li 29/7/1945. Firmato Belelli Genoeffa”. --------------- Armadio della Vergogna: Fascicolo 1538, testimonianza di Marino Luppi. “Io sottoscritto Luppi Marino [...] residente a Soliera via Campisa n. 20, capo famiglia, ospitavo un certo Spadaro Giovanni di Giuseppe classe 1922, residente a Ragusa [...]. Dichiaro di aver ospitato per 8 mesi detto giovane che si trovava in questa zona dallo sbandamento dell\'8 settembre 1943. Il 25/3/1945 è stato rastrellato dai tedeschi e portato a Carpi e alle ore 6.30 del 29/3/1945 è stato fucilato dalla Brigata Nera a Novi di Modena”.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Ufficio Politico Investigativo/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • cippo a Caseificio Omomorto, Limidi, Soliera

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Caseificio Omomorto, Limidi, Soliera

    Descrizione: Le vittime del rastrellamento del 25 marzo 1945 – uccise o nel giorno stesso dell’operazione, o il 29 successivo – sono ricordate da un cippo eretto nei pressi del caseificio “Omomorto”, a Limidi di Soliera.

  • commemorazione a Limidi, Soliera

    Tipo di memoria: commemorazione

    Ubicazione: Limidi, Soliera

    Descrizione: Il rastrellamento del 25 marzo 1945 e le uccisioni dei partigiani – che si sono estese fino al 29 successivo – sono ricordati ogni anno con una cerimonia pubblica.

Bibliografia


F. Canova, O. Gelmini e A. Mattioli, Lotta di liberazione nella bassa modenese, Modena, ANPI, 1975, pp. 300 e seguenti.
Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino, Bologna, Il Mulino, 1970.
M. Pacor e L. Casali, Lotte sociali e guerriglia in pianura, Roma, Editori Riuniti, 1972, pp. 264, 343 e 361.
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana, Milano, Franco Angeli, 1998, pp. 619-620.
Ilva Vaccari, Dalla parte della libertà, Santa Sofia di R., Stab. Tip. dei Comuni per COOP Estense, 1999, pp. 610-611.

Sitografia


http://anpimodena.it/avvenimenti-significativi-della-resistenza-modenese-nel-periodo-marzo-1944-aprile-1945/
http://anpimodena.it/anpi-modena-calendario-della-memoria/marzo-1945/
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/febbraio_07/art_20_02_07.htm
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/febbraio_05/art_16_02_05.htm
https://www.facebook.com/notes/italia-libera-civile-e-laica-italia-antifascista/25-marzo-1945-dopo-aver-abbattuto-alcuni-nazisti-leroico-partigiano-ornello-pede/10150144496315489
http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=14025
http://www.comune.ravarino.mo.it/cultura_e_turismo/itinerari_storici_artistici_e_naturalistici/carta_storica_della_terza_zona_partigiana.htm
http://lottapartigiana.altervista.org/2011/05/23/

Fonti archivistiche

Fonti