Freto/Ponte Alto, Modena, 15.04.1945

(Modena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Ponte Alto, Modena, Modena, Emilia-Romagna

Data 15 aprile 1945

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Descrizione: All’inizio di aprile del 1945 le sorti della guerra sono segnate: diversi fascisti della provincia di Modena cercano contatti con i partigiani per avere salva la vita, ma gli elementi più intransigenti non smettono di illudersi nel riscatto del vecchio Asse o di combattere per sottoporre l’Italia al lavacro del sangue. Il 15 aprile 1945 i tedeschi e i fascisti repubblicani del 42° Comando Provinciale della GNR di Modena organizzano un rastrellamento congiunto nella zona di Villa Freto: i civili catturati vengono condotti in località Tre Olmi e ricevono l’assistenza di Don Bruno Gibellini, che sarà uno dei principali testimoni della vicenda al processo della Corte d’Assise Straordinaria contro Antonio Petti. Due partigiani perdono la vita nel corso del rastrellamento: Adeo “Nino” Gibertini e Renzo Stancari. Secondo la testimonianza del partigiano Renato Grandi, nel mattino del 15 aprile Gibertini non riceve l’allarme che induce gli altri “ribelli” a sganciarsi dalla zona del rastrellamento, ma non si arrende ai militi: è armato e spara diversi colpi contro i nemici prima di restare ferito alla mano sinistra e al ventre. Don Bruno Gibellini raggiunge il giovane e chiede al capitano fascista Piva il permesso per trasportarlo in ospedale, ma non lo ottiene; quando un’altra raffica induce il sacerdote a spostarsi per verificarne gli effetti, Gibertini, ormai disarmato e incapace di difendersi, viene finito con diversi colpi alla tempia e al torace.
Nel frattempo Renzo Stancari è raggiunto dai rastrellatori nelle campagne di Via Ponte Alto: ferito a una gamba e impossibilitato nella fuga, viene finito sul posto.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: furto e-o saccheggio

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO.
Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La strage della Piazza dei Martiri di Carpi fa parte degli episodi presentati dall’accusa. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945.
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Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci.
1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.”
2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari.
3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo.
DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-07 15:25:59

Vittime

Elenco vittime

1. Adeo “Nino” Gibertini: nato a Modena il 5 o il 6 marzo 1920, figlio di Adelmo e Cesira Cremonini, residente a Modena, partigiano. L’11 giugno 1940 viene impiegato sul fronte alpino-occidentale nel 7° Reggimento di Artiglieria G.a.F., ma il 22 ottobre 1940 è messo in camera di punizione in attesa di giudizio. Dalla primavera del 1941 combatte alla frontiera italo-jugoslava; l’8 settembre sbanda in Croazia e rientra a Modena. Il 15 agosto 1944 si aggrega alla Brigata “Mario” e partecipa alla Resistenza. Secondo quanto riportato dal foglio matricolare, il 20 novembre 1944 si presenta volontariamente al 42° Deposito Misto della RSI, ma continua senza soste l’attività partigiana o come infiltrato nelle forze fasciste, o dopo aver disertato. Il 15 aprile 1945 ha sicuramente abbandonato le formazioni della RSI poiché si trova insieme a una giovane resistente nelle campagne di Freto. Quando i tedeschi e i fascisti cominciano il rastrellamento congiunto nel territorio del borgo, non riceve l’allarme che induce gli altri “ribelli” a sganciarsi dalla zona delle operazioni, ma non si arrende ai militi: è armato e spara diversi colpi contro i nemici prima di restare ferito alla mano sinistra e al ventre. Don Bruno Gibellini raggiunge il giovane e chiede al capitano fascista Piva il permesso per trasportarlo in ospedale, ma non lo ottiene; quando un’altra raffica induce il sacerdote a spostarsi per verificarne gli effetti, Gibertini, ormai disarmato e incapace di difendersi, viene finito con diversi colpi alla tempia e al torace.
2. Renzo Stancari: nato a Modena il 14 settembre 1925, figlio di Primo e Teresa Piazza, residente a Modena, operaio metallurgico, partigiano. Dopo l’occupazione nazista e la costituzione della RSI, si avvicina alla Resistenza per non combattere la guerra collaborazionista del nuovo governo di Mussolini. Il 20 maggio 1944 diventa un attivo partigiano della Brigata “Mario” con il nome di battaglia “Carlino”. Il 15 aprile 1945 rimane vittima di un rastrellamento congiunto dei tedeschi e dei fascisti del 42° Comando Provinciale della GNR di Modena: è ferito a una gamba dalla raffica di un milite e, impossibilitato nella fuga, viene finito sul posto. Il 18 dicembre 1945 una delibera del Consiglio Comunale di Modena stabilisce che «il defunto partigiano Stancari Renzo costituiva il principale sostegno del padre Primo e ciò agli effetti del conseguimento della pensione privilegiata».

Elenco vittime partigiani 2

Adeo “Nino” Gibertini,
Renzo Stancari

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Compagnia Ordine Pubblico/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Antonio Petti

    Nome Antonio

    Cognome Petti

    Note responsabile Colonnello Antonio Petti: Comandante del 42° Comando Militare Provinciale della GNR di Modena. ------------ GNR, 633° Comando Provinciale – Segnalazione di fatti e avvenimenti: 16 aprile 1945, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “[Il 15 aprile 1945] nel pomeriggio è stata effettuata un\'azione di rastrellamento nella località Villa Freto - Tre Olmi, alla quale hanno partecipato Reparti della Compagnia OP della GNR e Reparti del 42° Battaglione Provinciale in collaborazione con Reparti Germanici. Sono stati fermati due elementi dei quali il primo trovato armato di pistola è stato passato per le armi sul posto; il secondo, che tentava di fuggire, è stato raggiunto da colpi di moschetto rimanendo ucciso”.

    Note procedimento Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La strage della Piazza dei Martiri di Carpi fa parte degli episodi presentati dall’accusa. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945. ------------ Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto 42. Comando Militare Provinciale/GNR di Modena

  • Bruno Piva

    Nome Bruno

    Cognome Piva

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Bruno Piva: nato a Spilamberto (MO) il 3 maggio 1907, figlio di Angelo e Regina Rossi, latitante, contumace. Comandante della Compagnia per l’Ordine Pubblico del 42° Comando Provinciale GNR di Modena, in contatto diretto con l’Ufficio Politico Investigativo della RSI. ------------- GNR, 633° Comando Provinciale – Segnalazione di fatti e avvenimenti: 16 aprile 1945, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. “[Il 15 aprile 1945] nel pomeriggio è stata effettuata un\'azione di rastrellamento nella località Villa Freto - Tre Olmi, alla quale hanno partecipato Reparti della Compagnia OP della GNR e Reparti del 42° Battaglione Provinciale in collaborazione con Reparti Germanici. Sono stati fermati due elementi dei quali il primo trovato armato di pistola è stato passato per le armi sul posto; il secondo, che tentava di fuggire, è stato raggiunto da colpi di moschetto rimanendo ucciso”.

    Note procedimento Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. Il 5 luglio 1945 la Corte d’Assise di Modena condanna Antonio Petti alla pena di morte con degradazione poiché lo riconosce colpevole di vari capi d’accusa legati alla repressione antipartigiana e alle operazioni di guerra ai civili del 42° Comando Militare Provinciale di Modena. La strage della Piazza dei Martiri di Carpi fa parte degli episodi presentati dall’accusa. La sentenza viene eseguita mediante fucilazione alla schiena il 5 ottobre 1945. ------------ Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia Ordine Pubblico/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • monumento a Tre Olmi, Modena

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Tre Olmi, Modena

    Anno di realizzazione: 1971

    Descrizione: Adeo Gibertini è ricordato nel memoriale dedicato a quattro partigiani attivi nella zona dei Tre Olmi. «Questo monumento ricorda Adeo “Nino” Gibertini, Bruno Bulgarelli, Pierino Cavalcanti ed Enzo Leonardi, quattro partigiani «caduti nella lotta contro il nazi-fascismo per la libertà e l’indipendenza d’Italia». È stato voluto dal Comitato Unitario Antifascista “Tre Olmi” e dal Consiglio di Quartiere della “Madonnina” e inaugurato il 24 aprile 1971. I committenti hanno scelto di non mettere le tradizionali lapidi murarie e di sostituirle con quattro cilindri tagliati, che emergono dal terreno e richiamano la forma delle colonne. La lettura della Resistenza che plasma la rinascita democratica del secondo dopoguerra ed elabora gli sviluppi della memoria suggerisce che i partigiani caduti sono le colonne morali sulle quali sarà ricostruita la società italiana: questo singolare monumento è stato costruito per ricordare l’importanza della lotta per la liberazione dal nazi-fascismo di fronte a un luogo di ritrovo e divertimento – l’ex-LEFT, che è nato come Circolo ARCI specializzato nella realizzazione di eventi musicali live, oggi bocciofila – affinché i cittadini non dimentichino il valore e l’importanza della giustizia neppure nei piacevoli momenti dello svago». (Da http://www.istitutostorico.com/app-modena900/index.html#/memorial/42).

  • cippo a Ponte Alto, Modena

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Ponte Alto, Modena

    Descrizione: Renzo Stancari è commemorato da un cippo eretto nel luogo della sua uccisione. «Nel dopoguerra i fratelli e i compagni del Fronte della Gioventù (FDG) della Madonnina sono i committenti di questo elegante memoriale, che richiama i profili armoniosi e distinti delle colonne classiche. Il Fronte della Gioventù era la più nota ed estesa organizzazione giovanile partigiana: era nato a Milano nel 1944 e raccoglieva giovani comunisti, socialisti e democratici cristiani che si riconoscevano nello spirito e nel programma del fondatore Eugenio Curiel e si proponevano di riunire le generazioni educate dal fascismo per elaborare modelli di società e di civiltà profondamente diversi e innovativi. Nel dopoguerra, l’impegno delle forze più fresche e vitali del PCI lo ha reso una delle avanguardie della memoria della Resistenza». (Da http://www.istitutostorico.com/app-modena900/index.html#/memorial/62).

Bibliografia


Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino, Bologna, Il Mulino, 1970, pag. 683.
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana, Milano, Franco Angeli, 1998, pp. 427 e 470-473.
Ilva Vaccari, Dalla parte della libertà, Santa Sofia di R., Stab. Tip. dei Comuni per COOP Estense, 1999.

Sitografia


http://www.istitutostorico.com/app-modena900/index.html#/memorial/42
http://www.istitutostorico.com/app-modena900/index.html#/memorial/62
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/aprile_08/art_18_04_08.htm
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/febbraio_08/art_20_02_08.htm

Fonti archivistiche

Fonti

Processi della Corte d’Assise Straordinaria: fotocopie di Giovanni Fantozzi, in Archivio ISRM.
- ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti.
- Verbale della testimonianza di Don Bruno Gibellini.
- Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO.
Adamo Pedrazzi, Cronaca dell’Occupazione Nazi-Fascista di Modena – MCMXLIII-MCMXLV, Archivio dell’Istituto Storico di Modena.