Sant'Antonio di Sozzigalli, Soliera, 03.03.1945

(Modena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Sant'Antonio di Sozzigalli, Soliera, Modena, Emilia-Romagna

Data 3 marzo 1945

Matrice strage Fascista

Numero vittime 3

Numero vittime uomini 3

Numero vittime uomini adulti 3

Descrizione: Tra la fine di gennaio e la metà di febbraio del 1945 la Brigata Nera “Pappalardo” di Franz Pagliani e la formazione ferrarese di Enrico Vezzalini si trasferiscono nella “Bassa” modenese e mettono in atto una serie di rastrellamenti per far aumentare la tensione e cercare di bloccare l’ascesa della Resistenza partigiana. Il 3 marzo 1945 l’Ufficio Politico Investigativo del 42° Comando Provinciale della GNR modenese scopre che un gruppo di partigiani sta per trasferire alcuni prigionieri nella pianura: una squadra di militi in borghese, capitanata da Gino Galli e Amanzio Ragni, tende un agguato ai “ribelli” e li costringe a ingaggiare uno scontro a fuoco a Sant’Antonio di Sozzigalli, nel territorio di Soliera. Anarsoch Setti muore nel corso del combattimento, mentre Ivano Martinelli, Fracesco Pioppi ed Ettore Pioppi vengono catturati, torturati e fucilati poco dopo la fine delle ostilità.

Modalità di uccisione: fucilazione,uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci.
1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.”
2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari.
3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo.
DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.

Armadio della Vergogna: Fascicolo 1534.
Procura Generale Militare del Regno - Ufficio Procedimenti contro criminali di guerra tedeschi. Procedimento contro ignoti militari fascisti e tedeschi per il reato di atto di guerra (omicidio) 185 c.p.m.g.
Parti lese: Ugolini Giuseppe, Setti Anarsoch, Zanasi Giuseppe, Righi Sarno, Martinelli Ivano, Caiumi Lauro.
Procura Militare della Repubblica - La Spezia. Si ordina l'iscrizione al R.N.R. secondo quanto evidenziato.
La Spezia, 2 luglio 1998.

Annotazioni: Secondo la cronologia finale di Ilva Vaccari, Ivano Martinelli sarebbe morto con le armi in pugno insieme ad Anarsoch Setti. La totalità delle fonti e le opere citate in bibliografia, oltre alla motivazione della Medaglia d’Argento conferita a Martinelli, rilevano una differenza tra le morti dei due partigiani: quest’ultimo sarebbe stato fucilato al termine dello scontro insieme a Ettore e Francesco Pioppi. Si è deciso di seguire questa versione per maggiore aderenza agli ultimi repertori statistici, in attesa di ulteriori verifiche.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Anarsoch Setti e Ivano Martinelli sono ricordati come importanti protagonisti della Resistenza nella “Bassa” modenese.

Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-06 20:26:04

Vittime

Elenco vittime

1. Ivano Martinelli: nato a Soliera (MO) il 3 maggio 1923, figlio di Aldo e Adolfa Pratizzoli, residente a Limidi di Soliera, fornaio, partigiano. Geniere, dopo l’8 settembre 1943 ritorna a casa e rifiuta la leva della Repubblica Sociale Italiana. Il 15 luglio 1944 entra nella Brigata “Remo” con il nome di battaglia “Bixio” e diventa capo di una squadra gappista. Il 3 marzo 1945 è impegnato nel trasporto di alcuni prigionieri nemici insieme ad Anarsoch Setti quando una squadra di uomini in borghese dell’Ufficio Politico Investigativo del 42° Comando Militare Provinciale della RSI modenese porta un agguato ai partigiani: dopo uno scontro violento, i “ribelli” vengono catturati, torturati e uccisi dal milite fascista Gino Galli. Ha ricevuto una Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria.
2. Ettore Pioppi: nato a San Martino di Carpi (MO) il 2 febbraio 1900, figlio di Quirino e Zelinda Goldoni, residente a Modena, operaio metallurgico, partigiano. Il 15 aprile 1944 entra nella Brigata “Mario” con il nome di battaglia “Ettore”. Il 3 marzo 1945 accetta di scortare alcuni prigionieri in una missione molto delicata attraverso il territorio di Sozzigalli di Soliera, ma viene sorpreso da una colonna nemica: Anarsoch Setti e Ivano Martinelli cadono con le armi in pugno; Francesco ed Ettore Pioppi – omonimi, ma non fratelli – vengono catturati e fucilati al termine dello scontro a Sant’Antonio di Sozzigalli.
3. Francesco Pioppi: nato a Rio Saliceto (RE) il 14 ottobre 1905, figlio di Giuseppe e Narcisa Messori, residente a Modena, metalmeccanico, partigiano. In fabbrica entra in contatto con le idee antifasciste degli operai che mantengono vive le strutture clandestine dei partiti sciolti dal regime; il 15 maggio 1944 si unisce alla Brigata “Mario” con il nome di battaglia “Francesco”. Dopo diverse azioni, il 3 marzo 1945 accetta di scortare alcuni prigionieri in una missione molto delicata attraverso il territorio di Sozzigalli di Soliera, ma viene sorpreso da una colonna nemica: Anarsoch Setti e Ivano Martinelli cadono con le armi in pugno; Francesco ed Ettore Pioppi – omonimi, ma non fratelli – vengono catturati e fucilati al termine dello scontro a Sant’Antonio di Sozzigalli.

Elenco vittime partigiani 3

Ivano Martinelli,
Ettore Pioppi,
Francesco Pioppi

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Amanzio Ragni

    Nome Amanzio

    Cognome Ragni

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Nato a Correggio (RE) il 10 febbraio 1901, figlio di Francesco e Chiara Turci, latitante, contumace. Le accuse sono tratte dal processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. --------------- Denuncia contro Gino Galli, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. [Gino Galli è accusato] di avere il giorno 3 marzo 1945, dopo un conflitto a fuoco avvenuto fra partigiani e GNR, ucciso, nei pressi del Dopolavoro di S. Antonio di Sozzigalli, i partigiani Setti Anarsoch e Martinelli Ivano [...]. Insieme al Galli si trovava anche il ricercato Ragni Amanzio (Brig. della GNR) nonché elementi delle brigate nere e militari tedeschi, giunti il pomeriggio del 3 marzo 1945 per eseguire un rigoroso rastrellamento. Mentre i predetti si trovavano appostati, nei pressi dell\'abitazione di Morselli Giuseppe di Ermete, sopraggiunse una macchina con a bordo i due partigiani sunnominati. Il partigiano, che pilotava la macchina, fece un segno di riconoscimento al gruppo di GNR, vestito in abito civile, fra cui vi era il Galli, avendolo scambiato evidentemente per un nucleo di partigiani. Ma il Galli si avvicinò subito al patriota, schiaffeggiandolo violentemente. Quest\'ultimo si risentì, dicendo che non era quello il modo di trattare compagni \"gappisti\". A tale risposta il Galli uccise subito il predetto con una raffica di mitra. L\'altro partigiano fece appena in tempo a scendere dalla macchina che veniva subito fatto segno a raffiche di mitra dal Galli. Venne colpito alla gola e decedette poco dopo. Il Galli, non pago di aver soppresso, con ributtante cinismo, i due partigiani, si recò poi nel Dopolavoro intimando a tutti i presenti di uscire, fra i quali vi era anche il denunziante Miglioli Bruno fu Gustavo e di Ferrari Carolina, nato a Modena il 1/1/1920, residente in via Giardini n. 14. Il Miglioli fu tratto in arresto, dopo essere stato picchiato e malmenato, e condotto poi in Modena, nei locali dell\'Accademia, dove rimase prigioniero per circa sette giorni, venendo poi rilasciato per intercessione dell\'allora Commissario Prefettizio di Bastiglia Sig. Bargellini. [...] Presente all\'uccisione dei due partigiani vi erano Iori Alvaro di Alfeo e di Luppi Marianna, nato a Soliera il 20/9/1911, residente in Frazione Sozzigalli via Canale n. 46 e Morselli Giuseppe e Muzzioli Luigi. Il primo, opportunamente interrogato, ha confermato i fatti come narrati dal denunziante, precisando che egli insieme al miglioli Bruno e Muzzioli Luigi, entrambi da Soliera, si trovavano in un\'osteria attigua alla sede del Dopolavoro, da dove potettero [sic] vedere quanto ebbe a svolgersi nei pressi del Dopolavoro stesso. Ha inoltre chiarito di non avere riconosciuto nessuno degli autori dell\'uccisione dei due partigiani, perché non li aveva mai visti in precedenza. Riuscì, insieme con il Muzzioli, ad evitare la cattura, nascondendosi nei locali che non vennero visitati dai nazi-fascisti. Il Morselli Giuseppe di Ermete e fu Galli Assunta, nato a Soliera il 18/3/1898, residente in fraz. Sozzigalli via Canale n. 40, interrogato, ha confermato di aver assistito all\'uccisione di due partigiani, precisando però di non essere in grado di poter affermare se l\'autore dell\'uccisione dei due partigiani sia stato il Galli Gino, poiché non lo ha mai conosciuto. ------------- Armadio della Vergogna: Fascicolo 1534, testimonianza di Italina Francia. “Io sottoscritta Francia Italina [...] madre di Setti Anarsoch [... dichiaro che] il giorno 3/3/1945 alle ore 17 circa, mentre mio figlio si trovava di servizio per ordine del CVL sulla via Canale di Sozzigalli, faceva scontro con tedeschi e brigata nera dove moriva eroicamente in combattimento. Soliera, li 29/7/1945. Firmato Francia Italina”. ------------- Armadio della Vergogna: Fascicolo 1534, testimonianza di Riccardo Zanasi. “Io sottoscritto Zanasi Riccardo [...] padre del deceduto Giuseppe [...] dichiaro che il 22/2/1945, mentre si trovava di servizio per ordine del CVL, alle ore 11 in località di Albareto faceva scontro con nazi-fascisti, rimaneva ferito gravemente e decedeva il giorno successivo nella casa di cura \"Vittoria\" di Soliera alle ore 5”.

    Note procedimento Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo. ------------- Armadio della Vergogna: Fascicolo 1534. Procura Generale Militare del Regno - Ufficio Procedimenti contro criminali di guerra tedeschi. Procedimento contro ignoti militari fascisti e tedeschi per il reato di atto di guerra (omicidio) 185 c.p.m.g. Parti lese: Ugolini Giuseppe, Setti Anarsoch, Zanasi Giuseppe, Righi Sarno, Martinelli Ivano, Caiumi Lauro. Procura Militare della Repubblica - La Spezia. Si ordina l\'iscrizione al R.N.R. secondo quanto evidenziato. La Spezia, 2 luglio 1998.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Ufficio Politico Investigativo/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

  • Gino Galli

    Nome Gino

    Cognome Galli

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Figlio di Emiliano e di Maria Veroni, nato a Carpi (MO) il 14 dicembre 1919, residente a Modena in via Carlo Sigonio 179, detenuto. È l’elemento più zelante e violento della squadra dell’UPI posta sotto il comando di Nespoli. Nel settembre del 1943 presta servizio come aviere al Campo di Aviazione della Regia Aeronautica di Modena. Dopo l\'armistizio dell\'8 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi ed è consegnato alla 72° Legione della MVSN, dove viene arruolato con il grado di vice-brigadiere. Nel novembre 1943 viene arrestato dai tedeschi ed è condotto alle carceri di Sant\'Eufemia per la deportazione in Germania poiché ha avuto contatti con i primi nuclei partigiani della Madonnina. All\'inizio di dicembre evade e si rifugia a Finale Emilia; resta nascosto fino all\'8 maggio 1944, ma teme per se stesso e per la famiglia che ha da poco formato - moglie e due figli piccoli. L\'8 maggio 1944 si presenta alla Scuola di Polizia Repubblicana Ausiliaria di Sassuolo e si fa arruolare con il ruolo di vice-brigadiere ausiliario. Il 27 giugno 1944 è assegnato alla Questura di Modena come sottufficiale di Ispezione. Il 18 dicembre 1944 comincia a prestare servizio di polizia presso il Comando SD tedesco, ma risponde all\'Ufficio Politico Militare del Capitano Nespoli: controlla gli arresti delle persone e valuta le irregolarità commesse nei locali dell\'Accademia. Nonostante i contatti che Galli ha avuto con i partigiani della Madonnina alla fine del 1943, il Capitano Nespoli si fida di lui e lo trasforma nel collaboratore più importante e solerte. Dopo la Liberazione viene accusato di collaborazionismo, di aver commesso vari omicidi, di aver arrestato, torturato e seviziato illegalmente diverse persone e di aver compiuto diverse ruberie nelle case che visitava per i rastrellamenti. Denuncia contro Gino Galli, in ASMO CAS (1946) – Nespoli, Piva, Galli, Sacchetti e altri – CAS MO. [Gino Galli è accusato] di avere il giorno 3 marzo 1945, dopo un conflitto a fuoco avvenuto fra partigiani e GNR, ucciso, nei pressi del Dopolavoro di S. Antonio di Sozzigalli, i partigiani Setti Anarsoch e Martinelli Ivano [...]. Insieme al Galli si trovava anche il ricercato Ragni Amanzio (Brig. della GNR) nonché elementi delle brigate nere e militari tedeschi, giunti il pomeriggio del 3 marzo 1945 per eseguire un rigoroso rastrellamento. Mentre i predetti si trovavano appostati, nei pressi dell\'abitazione di Morselli Giuseppe di Ermete, sopraggiunse una macchina con a bordo i due partigiani sunnominati. Il partigiano, che pilotava la macchina, fece un segno di riconoscimento al gruppo di GNR, vestito in abito civile, fra cui vi era il Galli, avendolo scambiato evidentemente per un nucleo di partigiani. Ma il Galli si avvicinò subito al patriota, schiaffeggiandolo violentemente. Quest\'ultimo si risentì, dicendo che non era quello il modo di trattare compagni \"gappisti\". A tale risposta il Galli uccise subito il predetto con una raffica di mitra. L\'altro partigiano fece appena in tempo a scendere dalla macchina che veniva subito fatto segno a raffiche di mitra dal Galli. Venne colpito alla gola e decedette poco dopo. Il Galli, non pago di aver soppresso, con ributtante cinismo, i due partigiani, si recò poi nel Dopolavoro intimando a tutti i presenti di uscire, fra i quali vi era anche il denunziante Miglioli Bruno fu Gustavo e di Ferrari Carolina, nato a Modena il 1/1/1920, residente in via Giardini n. 14. Il Miglioli fu tratto in arresto, dopo essere stato picchiato e malmenato, e condotto poi in Modena, nei locali dell\'Accademia, dove rimase prigioniero per circa sette giorni, venendo poi rilasciato per intercessione dell\'allora Commissario Prefettizio di Bastiglia Sig. Bargellini. [...] Presente all\'uccisione dei due partigiani vi erano Iori Alvaro di Alfeo e di Luppi Marianna, nato a Soliera il 20/9/1911, residente in Frazione Sozzigalli via Canale n. 46 e Morselli Giuseppe e Muzzioli Luigi. Il primo, opportunamente interrogato, ha confermato i fatti come narrati dal denunziante, precisando che egli insieme al miglioli Bruno e Muzzioli Luigi, entrambi da Soliera, si trovavano in un\'osteria attigua alla sede del Dopolavoro, da dove potettero [sic] vedere quanto ebbe a svolgersi nei pressi del Dopolavoro stesso. Ha inoltre chiarito di non avere riconosciuto nessuno degli autori dell\'uccisione dei due partigiani, perché non li aveva mai visti in precedenza. Riuscì, insieme con il Muzzioli, ad evitare la cattura, nascondendosi nei locali che non vennero visitati dai nazi-fascisti. Il Morselli Giuseppe di Ermete e fu Galli Assunta, nato a Soliera il 18/3/1898, residente in fraz. Sozzigalli via Canale n. 40, interrogato, ha confermato di aver assistito all\'uccisione di due partigiani, precisando però di non essere in grado di poter affermare se l\'autore dell\'uccisione dei due partigiani sia stato il Galli Gino, poiché non lo ha mai conosciuto.

    Note procedimento Armadio della Vergogna: Fascicolo 1534, testimonianza di Italina Francia. “Io sottoscritta Francia Italina [...] madre di Setti Anarsoch [... dichiaro che] il giorno 3/3/1945 alle ore 17 circa, mentre mio figlio si trovava di servizio per ordine del CVL sulla via Canale di Sozzigalli, faceva scontro con tedeschi e brigata nera dove moriva eroicamente in combattimento. Soliera, li 29/7/1945. Firmato Francia Italina”. --------------------- Armadio della Vergogna: Fascicolo 1534, testimonianza di Riccardo Zanasi. “Io sottoscritto Zanasi Riccardo [...] padre del deceduto Giuseppe [...] dichiaro che il 22/2/1945, mentre si trovava di servizio per ordine del CVL, alle ore 11 in località di Albareto faceva scontro con nazi-fascisti, rimaneva ferito gravemente e decedeva il giorno successivo nella casa di cura \"Vittoria\" di Soliera alle ore 5”. --------------------- Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo. Armadio della Vergogna: Fascicolo 1534. Procura Generale Militare del Regno - Ufficio Procedimenti contro criminali di guerra tedeschi. Procedimento contro ignoti militari fascisti e tedeschi per il reato di atto di guerra (omicidio) 185 c.p.m.g. Parti lese: Ugolini Giuseppe, Setti Anarsoch, Zanasi Giuseppe, Righi Sarno, Martinelli Ivano, Caiumi Lauro. Procura Militare della Repubblica - La Spezia. Si ordina l\'iscrizione al R.N.R. secondo quanto evidenziato. La Spezia, 2 luglio 1998.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Ufficio Politico Investigativo/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena

Memorie

Memorie legate a questa strage

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    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Sant\'Antonio di Sozzigalli, Soliera

    Descrizione: I quattro partigiani morti in occasione del blitz del 3 marzo 1945 sono ricordati in un cippo eretto nel luogo dello scontro a fuoco e delle fucilazioni.

Bibliografia


Comune di Soliera, Noi di questo paese, Soliera, Baraldi, 1970, pag. 12.
Ermanno Gorrieri, La repubblica di Montefiorino, Bologna, Il Mulino, 1970.
Mario Pacor e Luciano Casali, Lotte sociali e guerriglia in pianura, Roma, Editori Riuniti, 1972, pp. 83, 125, 196, 218, 244, 343, 361.
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana, Milano, Franco Angeli, 1998, pp. 609-620.
Ilva Vaccari, Dalla parte della libertà, Santa Sofia di R., Stab. Tip. dei Comuni per COOP Estense, 1999, pag. 604.

Sitografia


http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/febbraio_08/art_20_02_08.htm
http://anpimodena.it/anpi-modena-calendario-della-memoria/marzo-1945/
https://storiedimenticate.wordpress.com/2012/03/03/3-marzo/
http://emilia-romagna.anpi.it/modena/archivio_res/febbraio_08/art_20_02_08.htm
http://impressioniespressioni.blogspot.it/p/cippi-resistenti.html

Fonti archivistiche

Fonti

Diario storico del Gruppo Brigate “Aristide”.
Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti e Amanzio Ragni.