Contrada Vallone Cupo, Montenerodomo, 25.03.1944

(Chieti - Abruzzo)

Descrizione

Località Contrada Vallone Cupo, Montenerodomo, Chieti, Abruzzo

Data 25 marzo 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 7

Numero vittime uomini 2

Numero vittime bambini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Numero vittime donne 5

Numero vittime donne bambine 2

Numero vittime donne adulte 3

Descrizione: Nell’autunno del 1943, la guerra giunse direttamente nella valle del Sangro e nel Medio Sangro. Tra ordini di sgombero, razzie e prevaricazioni sempre più violenti, si arrivava alla tattica della vera e propria “terra bruciata” che portò alla distruzione totale dell’abitato di Montenerodomo nel novembre 1943*. Dopo l’arrivo della brigata Maiella a Torricella Peligna e nella vicina Fallascoso, i tedeschi in ritirata osteggiati dalla popolazione civile e minacciati dai partigiani, reagirono furiosamente e gli eventi acquisirono una ferocia sempre maggiore. All’alba del 4 febbraio, infatti, le forze di occupazione ritirano da Pizzoferrato lungo la via per Montenerodomo. E’ questo momento il più tragico per la storia dei monteneresi anche perché sulle falde della montagna la battaglia non era finita e i tedeschi, che mantenevano ancora dei presidi in loco, tentarono più volte di rioccupare posizioni già abbandonate. L’episodio in questione si consuma in questo contesto il 25 marzo 1944. La famiglia Di Rocco, padre madre e sei figli, già rifugiatisi in una masseria a contrada Selvoni, aveva deciso di fuggire dalla masseria organizzando la fuga del padre e tre figli maggiori e successivamente della madre incinta con i piccoli. Il viaggio dei maggiori fu pericoloso ma riuscirono a raggiungere Pennadomo mentre nella notte del 25 ci fu l’irruzione dei tedeschi che uccisero la Di Lullo in avanzato stato di gravidanza e i tre figli più piccoli. La scia di sangue colpiva la casa di Camillo D’Orazio d’cinciarielle dove venne uccisa una donna, Celio Assunta, che era sfollata da Palena e si era rifugiata a Selvoni con i suoi tre figli piccoli. Inoltre sempre nello stesso giorno perirono anche D’Antonio Giovina, la vedova di Di Francesco Carmine - morto sempre per mano tedesca il 10 febbraio 1944 – e D’Orazio Giustino. La testimonianza di Vincenzo Di Rocco, figlio della vittima, parla di una ritorsione dei tedeschi a seguito della cattura e della violenta fuga di tre giovani monteneresi, che datisi alla macchia, vennero catturati in Rione San Vito, ma riuscirono a fuggire, dopo aver ferito forse a morte, in Contrada Selvoni, i due soldati tedeschi che li scortavano.

Modalità di uccisione: fucilazione

Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri

Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di Roma

Procedimento nmr. 161/95 R. mod 44 (B) INT,
nei confronti di ignoti ufficiali delle "SS" germaniche, in ordine al reato previsto e punito dagli artt. 13, 185 c.p.m.g. e 575 c.p. (VIOLENZA CON OMICIDIO), in danno di civili italiani, per fatti accaduti a Montenerodomo (CH), il 25.03.1944. Archiviato per prescrizione del reato su richiesta del PM dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale Militare di Roma.
(CPI classificato 9/162)

Procedimento nmr. 04/B/96 "mod. 44" INT,
nei confronti di ignoti ufficiali delle "SS" germaniche ed italiani appartenenti alla milizia fascista, in ordine al reato previsto e punito dagli artt. 13.185. 186, 187 c.p.m.g. e 575 c.p. (VIOLENZA CON OMICIDIO, SACCHEGGIO, DISTRUZIONE), in relazione a fatti avvenuti nella provincia di Chieti dall'ottobre del 1943 all'ottobre del 1945, a danno di civili italiani. Archiviato per prescrizione del reato su richiesta del PM dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale Militare di Roma.
(CPI classificato 9/144)

Annotazioni: A marzo nell’area operavano gli uomini del 576° Reggimento della 305° Divisione di Fanteria tedesca, che rafforzati con qualche altra unità vennero denominati Sperrverband Bode (Artese).
Nella zona tra Pizzoferrato, Gessopalena e Montenerodomo operava fino alla primavera 1944 la Divisions-Füsilier-Bataillon 305 (Gentile).
* Non è stato possibile accertare la data precisa dell’avvio della distruzione totale del paese, sicuramente durata più giorni, dal momento che non è stato rintracciato il singolo provvedimento di sgombero. Il dato più attendibile sembra quello del Consiglio Comunale di Montenerodomo del 25.10.48 che riporta come data di distruzione dell’edificio comunale il 27 novembre (ASCH Prefettura b. 278 div. 1 serie 2 Montenerodomo casa comunale cat. 54); alcune testimonianze, però, raccolte nel Progetto di ricerca “Per non dimenticare…la nostra memoria” e lo stesso progetto riportano il 26 novembre 1943, mentre in Giovanni Artese, La linea “Bernhard-Gustav” nella valle dell’Aventino, op.cit., p. 22 si riporta il 21/22 novembre, e ancora una testimonianza e la relazione del sindaco del Paese datata 15.12.1971 inserita nel “Dossier Lorenzo D’Orazio Onorificenza” indica la data del 23 novembre.

La registrazione in Comune dell’ atto di morte della Di Lullo e dei tre figli venne effettuata “per circostanze gravi imposte dalla guerra” il 23.06.1945 da D’Orazio Lorenzo con la testimonianza di Di Tommaso Fedele e D’Orazio Giuseppe Registro 1944 n. 61-64

La registrazione in Comune dell’atto di morte di Celio Assunta venne effettuata nel 1947 a seguito di sentenza del Tribunale di Lanciano, RAM Montenerodomo 1947 n. 1 p. II serie c/4

La registrazione in Comune dell’ atto di morte della D’Antonio Giovina venne effettuata “per circostanze gravi imposte dalla guerra” il 24.02.1945 da D’Antonio Domenico con la testimonianza di Taddeo Berardino e Rossi Massimino, RAM Montenerodomo 1944 n. 19.

La registrazione in Comune dell’ atto di morte della D’Orazio Giustino venne effettuata “per circostanze gravi imposte dalla guerra” il 24.02.1945 da D’Antonio Remigio con la testimonianza di D’Ulisse Nicola e Rossi Domenico, RAM Montenerodomo 1944 n. 14.

Testimonianza di Maria Rossi (d’cherubine) tratta dal giornale “Pro Locis”, n. 4 ottobre 2002, Gessopalena, p. 8 e riportata anche in Comune di Montenerodomo, Progetto di ricerca “Per non dimenticare…la nostra memoria”, vol. I, Montenerodomo, 2006, p. 55.

I dati anagrafici di D’Antonio Giovina, come quelli relativi alla data di nascita, non ritrovati presso l’ASC - dove sono andati distrutti - sono stati verificati presso l’ASCH Stato Civile del Comune di Montenerodomo e sono stati usati a verifica di alcune imprecisioni, in questo caso relative alla maternità (erroneamente indicata Rossi Concetta), riportate in CPI 9/144 e CPI 9/162).

Testimonianza di Vincenzo Di Rocco (d’cambriane) raccolta da Sonia Tamburrino in Comune di Montenerodomo, Progetto di ricerca “Per non dimenticare…la nostra memoria”, vol. I, Montenerodomo, 2006, p. 68-69.

L’episodio della Di Lullo e figli e degli altri tre uccisi, sebbene non troppo chiaro in merito alla tempistica, può esser considerato come un unico evento; almeno questo è quanto emerge anche nella documentazione del Comune di Montenerodomo “Dossier Lorenzo D’Orazio Onorificenza”. Non risulta però chiara la dinamica date certe incongruità di luogo e ora. Sempre con riferimento a questo Dossier Cavaliere Albino, nel suo saggio - Gli eccidi nazisti nell’Alto Sangro-Aventino e le origini della Brigata Maiella - afferma che dopo le uccisioni della Di Lullo i tedeschi, identificati come SS, uccisero altre tre persone.
Se la motivazione della strage del 25 risultasse effettivamente, come da testimonianza di Vincenzo Di Rocco, legata alla fuga di tre monteneresi (Nicola Nero e i fratelli Antonio e Carmine D’Antonio (D Ndrej) e all’uccisione di due tedeschi si potrebbe ipotizzare una scia di sangue intesa come una operazione tedesca durata nella due notti tra il 24-25 marzo 1944; a questo punto potrebbe comprendersi anche perché l’episodio viene citato in CPI 9/144 e CPI 9/162 facendo riferimento anche ai nominativi Di Nicolantonio Pasqua e a D’Antonio Giovanni e famiglia (moglie e figlia) che però, in realtà, nell’atto di morte del Comune risultano uccisi il giorno precedente.

Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Sebbene la memoria di questi avvenimenti sia stata particolarmente viva ed abbia portato alla fine degli anni ’60 al riconoscimento della Croce al Valore Militare, nel tempo, complice anche la scomparsa dei testimoni sopravvissuti a quegli avvenimenti si è andata progressivamente affievolendo. A rilanciarla è stato un progetto cofinanziato dalla UE, “Per non dimenticare…la nostra memoria”, che ha visto anche la celebrazione di un “Giorno della Memoria”. L’iniziativa, però, è rimasto un unicum nell’ambito dell’attuazione del progetto nell’agosto 2006. L’evento, infatti, nonostante alcuni tentativi operati dal gruppo di lavoro del Progetto, non è stato mai istituzionalizzato e non si ripete a dimostrazione che non vi è ancora una precisa volontà di sedimentare un ricordo vivo e condiviso di quei drammatici fatti. Per il 2015, però, è prevista una giornata commemorativa da realizzarsi il 2 febbraio, giorno in cui ricorre la strage della cd. Candelora, tra le più efferate che ha coinvolto il paese, organizzata dal Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Scheda compilata da Ilaria Del Biondo
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-11-22 09:46:46

Vittime

Elenco vittime

1. Celio Assunta (di Palena) di Nicola e di Ranieri Angiola, nata a Palena il 10.03.1908, di anni 36, vedova di Pietro Liberatore, deceduta per causa eventi bellici contrada Selvoni a Montenerodomo il 25.03.1944
2. D’Antonio Giovina Sabbia (d’sopò) fu Michele e D’Annunzia Leonilde, nata a Montenerodomo il 07.02 1878, di anni 66, contadina vedova di Di Francesco Carmine ucciso anche egli dai tedeschi il 10.2.1944, fucilata a contrada Vallone Cupo Montenerodomo
3. D’Orazio Giustino (d’carmine) fu Fedele e D’Orazio Maria, nato a Montenerodomo il 02.11.1902, contadino di anni 41, coniugato con Di Pietrantonio Filomena Assunta, fucilato a contrada Pizzi
4. Di Lullo Domenica (d’cambriane) di Angelo e Rossi Antonia, nata a Montenerodomo il 18.06.1905, contadina di anni 39, fucilata a contrada Vallone Cupo Montenerodomo il 25.03.1944, Registro 1944 n. 61, donna incinta
5. Di Rocco Anna Emilia (d’cambriane) di Giuseppe e Di Lullo Domenica, nata a Montenerodomo il 13/03/1941, di anni 3, fucilata a contrada Vallone Cupo Montenerodomo
6. Di Rocco Rocco (d’cambriane) di Giuseppe e Di Lullo Domenica, nato a Montenerodomo il 13/09/1937, di anni 6, fucilata a contrada Vallone Cupo Montenerodomo
7. Di Rocco Rosa (d’cambriane) di Giuseppe e Di Lullo Domenica, nata a Montenerodomo il 11/09/1934, di anni 9, fucilata a contrada Vallone Cupo Montenerodomo

Elenco vittime civili 7

Celio Assunta,
D’Antonio Giovina Sabbia,
D’Orazio Giustino,
Di Lullo Domenica,
Di Rocco Anna Emilia,
Di Rocco Rocco,
Di Rocco Rosa

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • monumento a Piazza Benedetto Croce a Montenerodomo

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Piazza Benedetto Croce a Montenerodomo

    Anno di realizzazione: 2006

    Descrizione: Monumento composto da una stele in granito su basamento in marmo a forma di croce dedicato alla memoria delle vittime civili e militari. Il monumento è situato in Piazza Benedetto Croce a Montenerodomo, dove vi è anche il Municipio, ed è accompagnato da tre lapidi in marmo dedicate rispettivamente ai militari caduti e dispersi della I Guerra Mondiale, ai militari caduti e dispersi della II Guerra Mondiale e alle vittime civili durante l’occupazione tedesca nella II Guerra Mondiale; anno di inaugurazione 2 agosto 2006.

  • museo a Palazzo Comunale di Montenerodomo

    Tipo di memoria: museo

    Ubicazione: Palazzo Comunale di Montenerodomo

    Anno di realizzazione: 2006

    Descrizione: Mostra fotografica permanente realizzata nell’ambito del progetto “Per non dimenticare…la nostra memoria” a cura del gruppo di progetto coordinato da Gesualdo Carozza; alcune foto sono state gentilmente concesse da Mr. Macy Whitehead dell’American Friends Service Commitee (AFSC), anno di realizzazione della mostra 2006. La mostra ha ad oggetto la distruzione a seguito dell’occupazione tedesca durante la II Guerra Mondiale e la ricostruzione del Comune di Montenerodomo, ed è ubicata al Palazzo Comunale, pian terreno, Piazza Benedetto Croce, n. 1 Montenerodomo. Essa testimonia anche la ricostruzione del paese più a valle rispetto alla sua collocazione originaria; interi rioni, infatti, non furono più ricostruiti come nel caso del rione “Le colle”, uno dei rioni più popolosi della Montenerodomo degli inizi del ‘900. Il paese venne riedificato anche grazie all’aiuto dei volontari della AFSC, organizzazione pacifista quacchera che sarebbe stata insignita del premio Nobel nel 1947 e che partecipava al progetto di ricostruzione dei villaggi abruzzesi distrutti dalla guerra.

  • onorificenza alla città a Montenerodomo

    Tipo di memoria: onorificenza alla città

    Ubicazione: Montenerodomo

    Anno di realizzazione: 1976

    Descrizione: Croce al valor militare concessa dal Ministero della Difesa con Decreto del Presidente della Repubblica 26 giugno 1975 al Comune di Montenerodomo per attività partigiana (registrato alla Corte dei Conti il 6 marzo 1976, registro n. 6 Difesa, Foglio 319 – Motivazione “Durante sette mesi di occupazione nazifascista, sostenne coraggiosamente le forze partigiane subendo, per la sua attività patriottica, enormi sacrifici culminati nella distruzione dell’intero abitato. Reagendo con fierezza alla barbara tracotanza dell’oppressore offrì un valido contributo di sangue generoso, di combattenti, di sacrifici e di valore alla causa della libertà della patria – Zona di Montenerodomo, novembre 1943-maggio 1944”)

  • commemorazione a Montenerodomo

    Tipo di memoria: commemorazione

    Ubicazione: Montenerodomo

    Anno di realizzazione: 2006

    Descrizione: Il 2 agosto 2006 è stato celebrato il “Giorno della memoria” nell’ambito dell’attuazione del progetto “Per non dimenticare…la nostra memoria”. La giornata, che ha visto l’inaugurazione del monumento di cui sopra, ha commemorato le vittime della II Guerra Mondiale comprendente le 55 vittime civili (di cui 47 morte per fucilazione, 6 per scoppio di mine, 1 per bombardamento ed 1 per assideramento) e delle 17 vittime militari monteneresi morte nel corso della II GM partecipando alle operazioni militari sui vari fronti di guerra i cui nomi sono elencati in due delle tre targhe che sono state apposte sul muro di cinta della piazza vicino al monumento. La giornata si inseriva nella sere di iniziative promosse dal Progetto tra le quali gli incontri di sensibilizzazione della cittadinanza, culminati nella celebrazione di una messa alla memoria il 6 agosto e nella cerimonia di consegna degli attestati di benemerenza a firma del Primo Cittadino agli anziani del paese il 7 agosto 2006.

Immagini delle memorie di pietra
Bibliografia


Artese Giovanni, La guerra in Abruzzo e Molise (1943-1944), Edigrafital, Teramo, vol. 2, La battaglia del Sangro, la battaglia del Moro e di Ortona, i combattimenti nell'area a nord di Venafro, p. 111
Artese Giovanni, La linea “Bernhard-Gustav” nella valle dell’Aventino, saggio inedito, p. 22
Cavaliere Albino, Gli eccidi nazisti nell’Alto Sangro-Aventino e le origini della Brigata Maiella, in «Rivista Abruzzese di Studi Storici dal fascismo alla Resistenza», a. IV, n. 2-3, p. 136-137.
Comune di Montenerodomo, Progetto di ricerca “Per non dimenticare…la nostra memoria”, vol. I e II, Montenerodomo, 2006
Oddino Bo, Società rurale e resistenza, in Attilio Esposto (a cura di), Democrazia e contadini in Italia nel ventesimo secolo, Robin Edizioni, Roma, 2006, vol. I, p. 359
E. Fimiani (a cura di), L'Abruzzo e Montenerodomo nel secondo dopoguerra: ricostruzione e nuovo esodo, Media, Teramo, 2007, p.11
“Pro Locis”, n. 4 ottobre 2002, Gessopalena, p. 8
Troilo Domenico, Gruppo Patrioti della Maiella: decorato di medaglia d'oro al valore militare alla bandiera, Gessopalena, Edizioni del Gesso, Pescara, Fondazione Caripe, 2004, p. 43, link
Gino Melchiorre, I Mille papaveri rossi e la battaglia per la libertà, «il Centro», 2 dicembre 2013

Sitografia


Siti:
Sezione del sito ufficiale del Comune dedicata al Progetto di ricerca “Per non dimenticare…la nostra memoria”, http://www.montenerodomo.net/comeravamo/content/blogcategory/6/19/

Fonti archivistiche

Fonti

ASC Montenerodomo, RAM 1944-1947 e SC
ASC Montenerodomo, Dossier Lorenzo D’Orazio Onorificenza
DB Carlo Gentile - Istituto storico germanico di Roma
ASCH Prefettura b. 278 div. 1 serie 2 Montenerodomo casa comunale cat. 54
ASCH Stato Civile Comune di Montenerodomo
CPI 9/144 e 9/162
AUSSME, N 1/11, b. 2132 bis