TROCCHI DEL BORGHETTO DI PURELLO FOSSATO DI VICO 04.07.1944

(Perugia - Umbria)

Descrizione

Località Trocchi del Borghetto di Purello, Fossato di Vico, Perugia, Umbria

Data 4 luglio 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 3

Numero vittime uomini 3

Numero vittime uomini adulti 2

Numero vittime uomini anziani 1

Descrizione: Per i comuni situati lungo la strada statale Flaminia (Scheggia, Costacciaro, Sigillo, Fossato di Vico, Gualdo Tadino) e appoggiati alle pendici di vari monti, il passaggio del fronte di guerra, negli ultimi giorni di giugno e fino alla loro liberazione tra luglio e i primi giorni di agosto, significò diffusi disagi per gli abitanti, morti, razzie, paure e tutta una serie di pericoli, che vari testimoni di volta in volta hanno ripercorso. Mentre i reparti tedeschi lentamente, dopo la liberazione di Roma (4 giugno 1944), andavano arretrando verso la linea gotica accompagnati e costretti dai bombardamenti degli Alleati, parecchi abitanti dei detti paesi correvano a rifugiarsi sui monti poco distanti, trovando riparo spesso in povere capanne di frasche, costruite appositamente e nascoste nei boschi. C’era gente che andava su e c’era gente che tornava giù. Sembrava un muoversi tranquillamente, perché talvolta gli stessi soldati tedeschi vedevano, parlavano e familiarizzavano con queste persone. Angelo Fanucci ha ricordato quando egli, bambino, con altri bambini, a Scheggia, osservava la risalita degli automezzi tedeschi: «dal bordo della Flaminia salutavamo con la mano in alto le lunghe file di automezzi. A volte i biondi eredi dei Nibelunghi rispondevano al nostro saluto, a volte fermavano la colonna e ci facevano salire sulle autoblindo, a volte ci facevano entrare all’interno dei carri armati; ci prendevano in braccio, non ci lesinavano quelle gallette che, a noi bambini che i dolci avevamo dovuto scordarceli, sembravano saporite più del salame del re». Ma questo aspetto di favola divenne tragedia in questi paesi ai primi di luglio quando, forse perché le bande partigiane sul confine marchigiano cercarono di procurare fastidi ai militari tedeschi, i comandi tedeschi decisero un’operazione di ripulitura di tutta la zona dalla presenza partigiana. Ed allora, benché nella parte umbra non ci fossero partigiani, anche sui monti sopra questi paesi – come pure alle pendici – furono visti soldati salire su questi monti, piazzare le mitragliatrici, sparare sulle ombre che si muovevano, senza aver scrupolo di accertarsi meglio se fossero partigiani o cittadini inoffensivi e disarmati. Talvolta entravano in questi ridenti paesini, razziando tutto quello che a loro serviva, con una smodata voglia di profanazione delle case di questi italiani traditori. Sempre Angelo Fanucci ricorda a proposito di Scheggia (che il 29 giugno aveva subito un bombardamento dall’aviazione alleata, per cui gran parte della popolazione era sfollata verso le frazioni vicine, offrendo così ai militari tedeschi l’occasione, approfittando dell’assenza della gente locale, per abbandonarsi alle solite rapine e ad atti di vandalismo): «vetrine in frantumi, porte sfondate, oggetti di ogni genere buttati in strada, escrementi dappertutto. Infilzata con uno spiedo sullo stipite della porta di casa nostra., la carcassa del gatto con il quale noi bambini avevamo tanto giocato».
È in questo clima, di speranza che non succedesse niente (da parte della popolazione) e di obbedienza cieca agli ordini senza minimamente accertarsi se fossero partigiani (da parte dei militari tedeschi) che sui monti sopra Borghetto di Purello il 4 luglio ci furono le tre vittime sopra citate. Nei giorni precedenti sia da Purello che da Borghetto molte famiglie erano salite sui monti, sui «trocchi», perché questi luoghi fuori zona erano ritenuti più sicuri: qui alla meglio nei boschi, in prossimità delle radure, erano state costruite capanne con rami e frasche: alcuni avevano portato anche de bestiame. Sembra che dal giorno precedente si sapesse del rastrellamento imminente, tanto che alcuni ridiscendono a Borghetto e Purello. Quelli che rimasero si sentivano tranquilli in quanto essi erano inoffensivi e disarmati, come tali militari ben conoscevano. Verso la metà mattinata del 4 luglio si cominciò a sentire un intenso fuoco e si videro militari provenire dal versante marchigiano: Intanto le tre persone, che verranno uccise, erano uscite dal bosco e si erano sedute in terra al margine di un prato. La pattuglia tedesca, che stava scendendo verso di loro, quando giunse a pochi passi di distanza, senza alcun preavviso o intimazione, scaricò una raffica di mitra, uccidendo all’istante i tre poveretti.
Le persone, che erano nelle capanne, uscirono da questi loro nascondigli in preda alla disperazione. La pattuglia tedesca addirittura si mise a radunare gli uomini, con l’intenzione di procedere ad una sommaria esecuzione. Questa non avvenne grazie al gesto coraggioso e disperato di una giovane ragazza, Annetta Micheletti, che affrontò in modo deciso i militari della pattuglia tedesca, evidenziando la pazzia che avevano commesso e offrendosi essa, ragazza nubile, in cambio della salvezza di due padri di famiglia.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: ritirata
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Annotazioni: Morti collegate a quanto avviene lo stesso giorno nel Comune di Sigillo (vedi scheda).

Scheda compilata da Giancarlo Pellegrini
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-31 17:38:39

Vittime

Elenco vittime

Galassi G. Battista, nato a Fossato di Vico il 10/02/1907 ed ivi residente, coniugato con Rina Burzacca, tre figli, agricoltore.
Mariucci Pietro, nato a Fossato di Vico il 26/04/1924 ed ivi residente, celibe.
Piccioni Antonio, nato a Fossato di Vico il 23/03/1889 ed ivi residente, coniugato con Amedea Generotti, sei figli, agricoltore.

Elenco vittime civili 3

Galassi G. Battista.
Mariucci Pietro.
Piccioni Antonio.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: Ogni anno il 4 luglio questa strage viene ricordata con una Messa di suffragio.

  • luogo della memoria a

    Tipo di memoria: luogo della memoria

    Descrizione: Il luogo dove avvenne l’eccidio è divenuto col tempo simbolico luogo della memoria. A qualche metro dal cippo è stato realizzato in pietra un piccolo altare, dove ogni anno si celebra il 4 luglio una Messa di suffragio per le vittime. È significativo che diverse persone, anche giovani, salgano a piedi verso questi “trocchi” per ricordare quella che è indicata come «Strage del Purello».

  • cippo a Fossato di Vico, Trocchi del Borghetto di Purello

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Fossato di Vico, Trocchi del Borghetto di Purello

    Descrizione: Sul luogo dell’eccidio i familiari delle tre vittime hanno posto un cippo con lapide, che reca la seguente scritta: «Oggi il 4 – 7 – 1944 / tre innocenti / dalle orde barbare /tedesche furono / trucidati. // il sacrificio dei morti / e dei loro congiunti sia / monito alle genti e voce / propiziatrice di pace / innanzi a dio i loro / cari inconsolabili / per ricordo posero».

Bibliografia


Marcello Bianchini, La strage del Purello, «Qui Flaminia», 21 luglio 2011.
Angelo M. Fanucci, I fichi poltroni, «La voce», 7 agosto 2015.
Tommaso Rossi, Tracce di memoria. Guida ai luoghi della Resistenza e degli eccidi nazifascisti in Umbria, Editoriale Umbra/Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea, Foligno/Perugia, 2013, pp. 465-469.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

AS Perugia, Prefettura, Gabinetto riservato, b. 42, b. 145.