PAGANELLI NORCIA 14.06.1944

(Perugia - Umbria)

Descrizione

Località Paganelli, Norcia, Perugia, Umbria

Data 14 giugno 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: Nato a Trieste nel marzo 1920 da una famiglia della borghesia cittadina, consegue la laurea in Ingegneria navale a Genova nel 1942 e trova subito impiego all'arsenale di Viareggio come tenente del Genio navale, ampiamente stimato da colleghi e superiori. Con l'Armistizio, a differenza proprio di questi ultimi, non scappa e si dà da fare per applicare gli ordini del comando della Marina militare, intesi a sabotare e rendere inutilizzabile tutto ciò che non risulta di stretta ed immediata necessità. Uscito miracolosamente indenne dal porto raggiunge Cortona, ricongiungendosi ai familiari che lì hanno rilevato una proprietà nelle tenute del conte Passerini e sono sfollati. Viene a sapere che non lontano dalla villa c'è ancora acquartierata una compagnia del Genio ferroviario e riesce a convincere il comandante ad occultare armi, mezzi e materiali ancora a disposizione. Armamento e vettovaglie per gli uomini rimasti vengono portati a casa Forti, mentre i commilitoni sono destinati ad un casotto sulle colline e quotidianamente riforniti. Già nel mese di settembre 1943, Forti interviene spesso presso il comando tedesco di Cortona, per denunciare il trattamento di particolare rigore riservato alla popolazione e alle risorse di quelle zone. La situazione comincia a precipitare nel mese successivo, quando la famiglia è raggiunta dalla notizia che la polizia tedesca di Trieste ha già perquisito e messo a soqquadro casa e uffici, ponendo sotto sequestro tutte le loro proprietà. Decidono così di abbandonare Cortona e, dopo qualche giorno a Spoleto, trovano posto a Norcia.
Entrato immediatamente in contatto con il variegato antifascismo locale e con alcuni ufficiali in quel momento inattivi, Forti solleva senza remore la necessità di prendere le armi e combattere. Capire inoltre che egli in prima persona ha l'assoluta necessità di familiarizzare con il territorio dove si trova, del tutto sconosciuto. Prende così le poche carte a disposizione e si mette a camminare o pedalare per centinaia di km, compilando piani e strategie che riporta su taccuini con una precisione maniacale. È anche grazie a questi continui spostamenti che entra in contatto con centinaia di prigionieri alleati, favorito in questo anche dalla conoscenza, oltre che naturalmente del tedesco e lo sloveno, di inglese, francese e spagnolo. Cura non solo l'assistenza agli ex prigionieri che transitano e desiderano proseguire verso le linee, ma promuove l'incontro fra coloro che intendono rimanere e chi sta organizzando e realizzando la Resistenza in quest'area fra Umbria e Marche. Questi affidano proprio a Forti la responsabilità dei collegamenti fra l'articolata organizzazione antifascista nursina e le bande operanti su tale settore dell'Appennino (“Gramsci”, “Melis” e la marchigiana “Spartaco”); ciò comporta anche badare all'accoglienza di eventuali gruppi di partigiani sfuggiti a rastrellamenti e qui riparati, al sicuro e lontano da grandi vie di comunicazione. Se la base operativa per tutta una serie di attività diventa la zona di Castelluccio, isolata e impraticabile per gran parte dell'inverno quindi preclusa a puntate nazifasciste con uomini e mezzi, quella logistica e “politica” è ad Abeto, frazione di Preci, dove trovano posto anche i suoi familiari.
A metà aprile 1944, passato lo sconquasso della “Grossunternehmen gegen die Banden”, parte per Roma e grazie ad una serie di contatti riesce a reperire fondi dal CLN centrale e dagli organismi militari clandestini. Il suo attivismo non è solo logistico e organizzativo ma anche pratico, come dimostra in numerose azioni di sabotaggio. Fra le azioni coordinate con Roma la più importante poteva essere quella da realizzare a fine aprile sul piano di Castelluccio, ma – a seguito di una delazione che richiama una compagnia fascista – fallisce e porta alla morte di tre partigiani, fra cui Paolo Schiavetti Arcangeli (cfr. scheda dedicata).
Con la prima decade di giugno la sua attività è volta all'organizzare, insieme ai comandi partigiani, la liberazione di questi territori prima dell'arrivo degli Alleati (come poi sarebbe accaduto ovunque) e a mettere in atto operazioni di disturbo alla ritirata della Wehrmacht.
Nella notte fra i 13 e il 14 giugno parte da Abeto in compagnia di tre fidati collaboratori, per realizzare un primo sabotaggio in corrispondenza del valico di Forca di Civita (confine fra il comune di Cascia e la reatina Cittareale, in direzione della via Salaria), per poi proseguire a Forca Canapine, al confine fra le province di Perugia e Ascoli Piceno, e infine provocare l'esplosione di un magazzino che avrebbe reso inutilizzabili circa quaranta autocarri della Wehrmacht. Dopo qualche ora di cammino, verso le 9, la pattuglia viene intercettata in prossimità di Paganelli di Norcia, ma prima dell'irreparabile Forti – ben conscio della situazione – riesce a salvare la vita ai tre compagni: fa un cenno a O'Brien e Buchanan, mantenuti appositamente a distanza perché più facilmente riconoscibili come “sospetti”, mentre con uno stratagemma fa allontanare anche Pavesi. Qualcuno nelle vicinanze testimonia di avere sentito per qualche minuto diverse urla in tedesco, perché stanno cercando di estorcergli notizie sugli altri tre, ma lui con assoluta fermezza, nella medesima lingua, urla che non gli avrebbe detto niente. Anche i soldati hanno una certa fretta, sono a quanto pare fra gli ultimi ad abbandonare la zona, quindi senza indugiare oltre nelle sevizie decidono di farla finita scaricandogli addosso una raffica.
Norcia e il suo territorio sono liberi, grazie ai partigiani, tre giorni dopo.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Tipo di massacro: ritirata
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Estremi e note penali: Un'attenzione particolare, dovuta senza dubbio anche ai numerosi servizi resi da Forti agli Alleati, viene dedicata a tale caso dagli organismi angloamericani nell'immediato dopoguerra. Un primo rapporto, depositato presso il Patriots Branch della Commissione alleata di controllo, risale già al 3 luglio 1944. L'ultimo è un documento, datato 12 marzo 1945, con cui la Allied Screening Commission interpella il ministero della Guerra italiano per sapere se il sacrificio di Forti ha avuto il meritato riconoscimento.

Annotazioni: Anche il padre Bruno è stato riconosciuto partigiano della “Melis”, dal 18 marzo al 24 giugno 1944. Di professione avvocato, irredentista, aveva disertato la chiamata alle armi dell'Impero asburgico nel 1914 per arruolarsi volontariamente nel Regio Esercito.

Scheda compilata da Tommaso Rossi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-31 22:08:34

Vittime

Elenco vittime

Forti Sergio, di Bruno e Sicilla Maria, nato a Trieste il 20 marzo 1920, ingegnere navale, ufficiale in Marina, partigiano; riconosciuto partigiano della brigata “Melis” dal 18 febbraio al 14 giugno 1944, «tenente del Genio navale – comandante di battaglione – caduto in combattimento», gli è stato attribuito il grado militare di tenente; medaglia d\'oro al Valore militare.

Elenco vittime partigiani 1

Forti Sergio.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • commemorazione a

    Tipo di memoria: commemorazione

    Descrizione: Annuali e ancora molto sentite, a Spoleto come a Norcia, le celebrazioni di Resistenza e Liberazione, così come in entrambe le realtà è ancora molto considerata (e ricordata dai più anziani) la figura di Forti.

  • onorificenza alla persona a

    Tipo di memoria: onorificenza alla persona

    Anno di realizzazione: 1945

    Descrizione: Medaglia d\'oro al Valore militare con decreto del presidente della Repubblica datato 16 febbraio 1945: «Giovane ingegnere si vota subito dopo l\'armistizio alla causa della libertà. Tutto osa e tutto ardisce in una multiforme opera di sabotaggio contro l\'oppressore tedesco e di collaborazione con bande di patrioti dell\'Umbria, delle Marche, dell\'Abruzzo. In un attacco nemico alla banda della quale faceva parte, con pochi animosi, ne evita l\'accerchiamento e la cattura aprendosi di forza un varco. Delineatasi la ritirata delle truppe tedesche studia e predispone una importante interruzione che si appresta a realizzare con altri compagni dei quali due inglesi. Sorpreso dall\'avversario, con sovrumana audacia e sprezzo del pericolo, riesce a salvare i compagni e affronta solo il sacrificio. Invano torturato per strapparne una confessione è barbara ente ucciso. Anima generosa, esempio luminoso di altruismo e di amor patrio spinti fino al supremo olocausto. — Viareggio, Cortona, Castelluccio, Abeto, Paganelli (Norcia), 9 settembre 1943 – 14 giugno 1944».

  • lapide a Preci, Abeto

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Preci, Abeto

    Descrizione: Lapide ad Abeto (Preci) sulla facciata dell\'edificio dove abitualmente soggiornava durante la Resistenza (posta in data ignota, ma presumibilmente precedente al 1954 dato che fa riferimento «alla sua e nostra Trieste»; evidentemente ha avuto un recente restauro, dato che è in perfette condizioni).

  • cippo a Norcia, Paganelli

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Norcia, Paganelli

    Anno di realizzazione: 1998

    Descrizione: Cippo sul luogo dell\'uccisione presso Paganelli, Norcia (inaugurato per volontà del Comune di Norcia il 9 novembre 1998, alla presenza di Thomas J. O\'Brien; è in cattive condizioni e molto difficile da ritrovare, anche perché facilmente viene nascosto – e quindi rovinato – dalla vegetazione).

  • lapide a Spoleto, piazza della Libertà

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Spoleto, piazza della Libertà

    Descrizione: Il nome di Forti compare, sempre con indicazione della concessione di medaglia d\'oro al Valore militare, sulla lapide ai Caduti nella Resistenza in piazza della Libertà a Spoleto (ignota la data di inaugurazione, restaurata e corretta nel 2013 con l\'aggiunta di altri nomi agli originari 43).

  • monumento a Spoleto, Colle Attivoli, viale dei Cappuccini

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Spoleto, Colle Attivoli, viale dei Cappuccini

    Descrizione: Il nome di Forti compare sul complesso monumentale ai Caduti di tutte le guerre lungo viale dei Cappuccini, località Colle Attivoli, a Spoleto (ignota la data di inaugurazione, ma di certo immediatamente successiva alla conclusione della Grande guerra).

  • lapide a Norcia, piazza Vittorio Veneto

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Norcia, piazza Vittorio Veneto

    Descrizione: Il nome di Forti compare sulla lapide aggiunta (in data ignota) al monumento ai Caduti di tutte le guerre di Norcia (piazza Vittorio Veneto), che riporta i nomi dei 13 «Caduti nel comune di Norcia per la rinascita della Libertà».

  • altro a Norcia

    Tipo di memoria: altro

    Ubicazione: Norcia

    Descrizione: Toponomastica dedicata nei Comuni di Norcia e Preci.

  • altro a Preci

    Tipo di memoria: altro

    Ubicazione: Preci

    Descrizione: Toponomastica dedicata nei Comuni di Norcia e Preci.

Bibliografia


Roger Absalom (a cura di), Perugia liberata. Documenti anglo-americani sull'occupazione alleata di Perugia (1944-1945), Olschki, Firenze 2001, pp. 65-78.
Nestore Lanzi, Collegamenti tra le forze del folignate e del nursino, in Regione dell'Umbria. Consulta per le celebrazioni del trentennale della Liberazione, Tavola rotonda La zona “libera” di Norcia e Cascia, (Norcia-Cascia, 11-12 ottobre 1975), dattiloscritto e ciclostilato, pp. 26-27.
Massimo Rendina, Dizionario della Resistenza italiana, Editori Riuniti, Roma 1995, p. 65;.
Tommaso Rossi, Tracce di memoria. Guida ai luoghi della Resistenza e degli eccidi nazifascisti in Umbria, Isuc, Perugia; Editoriale Umbra, Foligno 2013, pp. 746-752, 759.
Ubaldo Santi, La Resistenza a Spoleto e in Valnerina 1943-1944, Nuova Eliografica, Spoleto 2004, pp. 195-197.

Sitografia


DHI Roma, La presenza militare tedesca in Italia 1943-1945.

Fonti archivistiche

Fonti

AS Isuc, ANPI Terni, Resistenza/Liberazione, b. 2 «Riconoscimento qualifiche 1946-1948».
AS Perugia, CLN provinciale, b. 13, f. 67, sf. O.
NA Washington, RG 331, 10000/125/129, Box 914, «Case of Sergio Forti».