Prata di Pordenone 20-1-1945

(Pordenone - Friuli-Venezia Giulia)

Descrizione

Località Prata di Pordenone, Prata di Pordenone, Pordenone, Friuli-Venezia Giulia

Data 20 gennaio 1945 - 20 gennaio 945

Matrice strage Fascista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: Dino De Carli “Ulisse” fu senza ombra di dubbio uno degli uomini più importanti per le formazioni partigiane attive nel Pordenonese. Egli infatti svolgeva l’attività di intendente, con il compito di rifornire i combattenti di armi e vettovagliamento, offrendo anche nascondiglio ai partigiani che si muovevano in pianura. La sua casa a Prata di Pordenone era così divenuta un vero e proprio centro di smistamento, dal quale le staffette partivano per distribuire rifornimenti ai partigiani operativi sia in montagna che in pianura e dove affluivano numerosi ragazzi che avevano deciso di schierarsi con la Resistenza. Per tale ragione De Carli era da tempo ricercato, soprattutto dai componenti della “Banda Vettorini”, già responsabili dell’arresto e dell’uccisione del prof. Terzo Drusin, altra figura chiave della resistenza locale, con la quale De Carli collaborava stabilmente. La sera del 20 gennaio 1945 De Carli stava transitando ai piedi del ponte di ferro sul Meduna, a Prata, diretto verso l’abitazione della madre. Ad aspettarlo per tendergli un agguato c’erano alcuni componenti della “Banda Vettorini” che, vistolo arrivare, gli spararono contro una raffica di mitra. De Carli, gravemente ferito, venne arrestato e portato presso l’abitazione di Polesello Giovanni, dove subì un interrogatorio. Ormai in fin di vita venne portato presso l’ospedale di Pordenone, dove spirò poche ore dopo, mentre l’abitazione del Polesello venne saccheggiata.

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: furto e-o saccheggio

Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: La banda nera “Vettorini” rappresenta uno dei nuclei collaborazionisti più pericolosi tra quelli operativi nel pordenonese nel periodo dell’occupazione. Agendo in stretto contatto con la “Banda Leschiutta” e con i reparti nazisti dislocati in quell’area, il reparto autonomo prese parte a decine di operazioni di rastrellamento e rappresaglia contro le bande partigiane. Al pari della “Leschiutta” e di altre formazioni simili attive in tutta l’area friulana e giuliana, la “Vettorini” aveva un ruolo fondamentale nell’ambito delle investigazioni contro il partigianato locale, facendo ricorso massiccio a spie e infiltrati nel movimento di liberazione e a torture efferate per estorcere informazioni a coloro che venivano arrestati. Arturo Vettorini assieme a Giuseppe Scorza, Onorino Basso, Carmine Milo, Mario Carmine Cuccia, Pasquale Ruggero, Paolo Filippi e Corrado Guarrasi, tutti facenti parte della banda, vennero arrestati e fucilati il 30 aprile del 1945 per ordine di Ardito Fornasir “Ario”, in quei giorni comandante della piazza militare di Pordenone. La fucilazione, alla quale “Ario” dette il proprio assenso nel tentativo di placare la furia popolare che si era scatenata nei giorni della Liberazione contro i componenti della Banda, riconosciuta come responsabile di una lunga sequela di efferatezze, sarebbe costata al comandante partigiano ed ad alcuni suoi compagni un procedimento penale intentato per omicidio volontario dalla Corte d’Assise di Udine.

I presunti componenti della Banda “Vettorini” che non erano stati fucilati vennero processati dalla Corte d’Assise Straordinaria di Udine nel gennaio del 1947. Si trattava di Boer Augusto, Boer Antonio, Dotta Bruno, Massa Leo, Morreale Giacomo, Pilotto Antonio, Ripa Matteo, Savoia Antonio, Felet Ruggiero, Sussa Umberto, Paolini Attilio, Matera Arcangelo, Cilento Dino, Dell’Anese Bruno, Poli Loredana, Finati Giuseppe, Accardo Gasparre. Condannati a pene piuttosto lievi o, in un buon numero di casi, assolti per varie ragioni, gli imputati videro in seguito l’annullamento della sentenza per amnistia. Vedere CAS Udine, Sentenza n. 2/47 del 22.01.1947

Scheda compilata da Irene Bolzon
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-11-01 20:59:28

Vittime

Elenco vittime

Angelo Dino De Carli “Ulisse”, classe 1915, nato e residente a Prata di Pordenone, partigiano della Divisione Garibaldi Destra Tagliamento, Brigata Veneziano.

Elenco vittime partigiani 1

Angelo Dino De Carli “Ulisse”, classe 1915, nato e residente a Prata di Pordenone, partigiano della Divisione Garibaldi Destra Tagliamento, Brigata Veneziano.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a Prata di Pordenone

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Prata di Pordenone

    Descrizione: A Prata, nei pressi del luogo dove venne colpito dalla raffica di mitra, è stata eretta una lapide in memoria di Dino De Carli. Sempre nello stesso comune, al partigiano è stata inoltre intitolata una via.

Bibliografia


Pietro Angelillo, Sigfrido Cescut, I luoghi delle Pietre e della Memoria. Itinerario tra le testimonianze dedicate ai Caduti della Resistenza, Istlib, Pordenone, 2006.

Antonio Pavanello, Terzo Drusin "Alberto", Comune di Pordenone, Pordenone, 1987.

Alberto Buvoli, Franco Cecotti e Luciano Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia. Una resistenza di confine 1943-1945, IRSML, IFSML, Istlib Pordenone, Centro Isontino di Ricerca Leopoldo Gasparini, Trieste-Udine-Pordenone-Gradisca, 2005.

Bruno Steffè, La guerra di liberazione nel territorio della provincia di Pordenone 1943-1945, ETS, Spilimbergo, 1997.

Mario Candotti, Lotta partigiana nella Destra Tagliamento. 1943/1945, IFSML, Udine, 2014.

Gian Angelo Colonnello, Guerra di liberazione. Friuli, Venezia Giulia, zone jugoslave, Editrice Friuli, Udine, 1965.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

Archivio IRSML, Fondo Novecento, Venezia Giulia, b.3, f. “Banda Vettorini – Elenco cronologico di arresti, perquisizioni, rastrellamenti di militari del reparto”

AS Udine, Fondo CAS Udine, procedimento n. 69/46 del reg. gen.