Giais Aviano 23-12-1944

(Pordenone - Friuli-Venezia Giulia)

Descrizione

Località Giais, Aviano, Pordenone, Friuli-Venezia Giulia

Data 23 dicembre 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 4

Numero vittime uomini 4

Numero vittime uomini adulti 3

Numero vittime uomini anziani 1

Descrizione: All’alba del 23 dicembre 1944, a seguito di un attacco da parte dei partigiani a danno di tre automezzi tedeschi, si abbatteva sulla località di Giais un violento rastrellamento effettuato da una cinquantina di soldati comandati dal tenente medico Alfred Dörnenburg. Vennero prelevati dalla propria abitazione diversi uomini, tutti raggruppati presso il cortile dell’osteria di proprietà di Giovanni Mazzega. Tra queste persone si trovavano Ferruccio Batini Sian “Lupino”, catturato a seguito dell’attacco che egli e altri cinque compagni operarono conto i mezzi tedeschi, Marson Gino, Mazzega Sante, Amedeo Bomben “Ario”, Anto Zilli, e Del Cont Pietro. Per ordine di Dörnenburg i partigiani “Lupino” e “Ario” vennero immediatamente, e senza alcun processo, fucilati. Dopo l’esecuzione dei primi due fu la volta di Anto Zilli, studente di medicina e partigiano osovano, che venne anch’egli freddato a colpi di arma da fuoco. A chiudere la rappresaglia l’uccisione di Del Cont, avvenuta poco distante, accusato di aver dato rifugio presso la sua abitazione a dei partigiani. La sua casa venne subito dopo data alle fiamme.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: incendio di abitazione

Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri

Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Alfred Dörnenburg, più conosciuto con il soprannome di “Foghin” attribuitogli dalla popolazione locale per il suo frequente ricorso all’incendio delle abitazioni civili, rappresenta una delle figure chiave per comprendere la repressione operata da tedeschi e collaborazionisti nell’area del pordenonese. Nato il 22 gennaio del 1916 a Wuppertal, come sottotenente medico della Luftwaffe venne dislocato probabilmente prima ad Aviano e poi nell’agosto del 1944 presso il posto di comando di Roveredo in Piano. Il comando tedesco, situato presso le scuole elementari, l'ex casa del Fascio e gli impianti militari nei pressi dell'aeroporto di Aviano, divenne grazie alla sua iniziativa sede di uno dei principali Centri di repressione antipartigiana della regione e in quanto tale luogo di detenzione e tortura per coloro che erano ritenuti in collegamento con il Movimento di Liberazione. Il comando sarebbe ben presto divenuto un punto di riferimento per l’attività di numerose spie e informatori locali, per lo più aderenti al PFR e collaboratori delle Bande Nere della zona, i quali intrattenevano con lui relazioni stabili al fine di fornire le informazioni necessarie a ricostruire l’identità dei partigiani attivi in quei territori. Responsabile della maggior parte delle operazioni contro le bande partigiane nella zona pedemontana avvenute tra l’agosto 1944 e la primavera del 1945 e mandante di numerose fucilazioni, rappresaglie, omicidi e atti di violenza contro la popolazione civile, egli venne catturato dagli Alleati il 1 maggio del 1945 a Maniago, riuscendo però nelle settimane seguenti a far perdere le proprie tracce. Il suo nominativo comparve successivamente con il numero 58/165 nella lista dei criminali di guerra ricercati dalla United Nations War Crimes Commission (UNWCC) per i fatti avvenuti nel pordenonese, ma di lui si sarebbero perse le tracce fino ai primi anni 2000, quando il Pm della Procura Militare di Padova Sergio Dini riuscì a ricostruire le sue generalità e ad avviare contro di lui un procedimento penale.


Nel 1997 Sergio Dini, Pm della Procura Militare di Padova, raccogliendo numerosi fascicoli aperti nell’immediato dopoguerra dalla Procura a seguito di denunce inerenti fatti di sangue avvenuti nel pordenonese ad opera di un non meglio specificato “Donnemburg”, “Dorrnemberg” o “Dornerberg”, meglio conosciuto come il “Foghin”, decise di riaprire le indagini per accertare le responsabilità circa i fatti accaduti tra l’agosto 1944 e l’aprile del 1945 in quella zona. L’istruttoria si sarebbe per lungo tempo arenata di fronte alle difficoltà incontrate nel ricostruire l’identità effettiva del tenente medico, ma grazie ai contatti presi tra il Consolato Generale d’Italia con la Deutsche Dienststelle (WASt), egli venne rintracciato a Speyer, dove risiedeva stabilmente dal 1965. Accolta nel 2004 la richiesta di rinvio a giudizio avanzata da Dini nei confronti di Dörnenburg per il reato di «violenza continuata contro privati nemici mediante omicidio», l’udienza venne fissata per il 19 aprile del 2005. L’ex tenente medico era chiamato a rispondere ad un capo di imputazione che lo accusava di 31 omicidi e di violenze varie avvenute nei territori del pordenonese. Il dibattimento non ebbe mai luogo perché il 31 marzo del 2005 Dörnenburg si sarebbe spento all’età di 89 anni presso l’ospedale di Speyer. Vedere procedimento penale n. 1465/97 della Procura Militare di Padova.

il fascista repubblicano Teatini, accusato di aver partecipato alla rappresaglia, venne processato dalla Corte d’Assise di Udine e assolto con sentenza del 28 ottobre 1945. Cfr. Sentenza n. 113, procedimento penale n. 132 del Reg. Gen.

Scheda compilata da Irene Bolzon
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-11-01 17:52:14

Vittime

Elenco vittime

1. Anto Zilli “Guido”, 22 anni, di Fontanafredda, studente, partigiano della 5a Brigata Osoppo-Friuli

2. Ferruccio Batini Sian “Lupino”, 18 anni, di Giais, contadino, partigiano del Battaglione garibaldino “Nino Bixio”

3. Piero Del Cont Bernard, 64 anni, di Giais, manovale, fornitore di alloggio e vettovagliamento ai partigiani

4. Amadio Bomben “Ario”, 22 anni, di Pordenone, partigiano del Battaglione garibaldino “Nino Bixio”

Elenco vittime partigiani 3

1. Anto Zilli “Guido”, 22 anni, di Fontanafredda, studente, partigiano della 5a Brigata Osoppo-Friuli

2. Ferruccio Batini Sian “Lupino”, 18 anni, di Giais, contadino, partigiano del Battaglione garibaldino “Nino Bixio”

3. Amadio Bomben “Ario”, 22 anni, di Pordenone, partigiano del Battaglione garibaldino “Nino Bixio”

Elenco vittime legate a partigiani 1

1. Piero Del Cont Bernard, 64 anni, di Giais, manovale, fornitore di alloggio e vettovagliamento ai partigiani

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Alfred Dörnenburg

    Nome Alfred

    Cognome Dörnenburg

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • monumento a Piancavallo

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Piancavallo

    Descrizione: I nomi dei quattro fucilati vengono ricordati nel monumento alla Resistenza di Piancavallo sulla lapide di bronzo riportante i nomi dei Caduti della Brigata Unificata Ippolito Nievo A e di altre vittime cadute per il Movimento di Liberazione.

  • lapide a

    Tipo di memoria: lapide

    Descrizione: A Fontanafredda è stata intitolata ad Anto Zilli la scuola materna mentre a Pordenone una targa lo ricorda all’interno dell’ospedale.

Bibliografia


Pietro Angelillo, Sigfrido Cescut, I luoghi delle Pietre e della Memoria. Itinerario tra le testimonianze dedicate ai Caduti della Resistenza, Istlib, Pordenone, 2006.

Alberto Buvoli, Franco Cecotti e Luciano Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia. Una resistenza di confine 1943-1945, IRSML, IFSML, Istlib Pordenone, Centro Isontino di Ricerca Leopoldo Gasparini, Trieste-Udine-Pordenone-Gradisca, 2005.

Bruno Steffè, La guerra di liberazione nel territorio della provincia di Pordenone 1943-1945, ETS, Spilimbergo, 1997.

Mario Candotti, Lotta partigiana nella Destra Tagliamento. 1943/1945, IFSML, Udine, 2014.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

PMT Verona, Fondo della Procura Militare di Padova, Procedimento Penale n. 1465/97

AS Udine, CAS Udine, procedimento 87/46 del Reg. Gen.