ROVEREDO IN PIANO 07.09.1944

(Pordenone - Friuli-Venezia Giulia)

Descrizione

Località Roveredo in Piano, Roveredo in Piano, Pordenone, Friuli-Venezia Giulia

Data 7 settembre 1944

Matrice strage Nazista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 1

Numero vittime uomini senza informazioni 1

Descrizione: I due partigiani Carlo Colombo e Demetrio Meduri vennero fucilati il 7 settembre del 1944 di fronte al muro di cinta nei pressi della chiesa parrocchiale di Roveredo in Piano. L’ordine di fucilazione venne dato dal tenente medico Alfred Dörnenburg, operativo presso il comando di Roveredo, il quale comandò in prima persona anche il plotone di esecuzione. I corpi vennero lasciati in esposizione per diverso tempo, con lo scopo di terrorizzare i fedeli che si recavano in chiesa per le funzioni religiose.

Modalità di uccisione: fucilazione

Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri

Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: Alfred Dörnenburg, più conosciuto con il soprannome di “Foghin” attribuitogli dalla popolazione locale per il suo frequente ricorso all’incendio delle abitazioni civili, rappresenta una delle figure chiave per comprendere la repressione operata da tedeschi e collaborazionisti nell’area del pordenonese. Nato il 22 gennaio del 1916 a Wuppertal, come sottotenente medico della Luftwaffe venne dislocato probabilmente prima ad Aviano e poi nell’agosto del 1944 presso il posto di comando di Roveredo in Piano. Il comando tedesco, situato presso le scuole elementari, l'ex casa del Fascio e gli impianti militari nei pressi dell'aeroporto di Aviano, divenne grazie alla sua iniziativa sede di uno dei principali Centri di repressione antipartigiana della regione e in quanto tale luogo di detenzione e tortura per coloro che erano ritenuti in collegamento con il Movimento di Liberazione. Il comando sarebbe ben presto divenuto un punto di riferimento per l’attività di numerose spie e informatori locali, per lo più aderenti al PFR e collaboratori delle Bande Nere della zona, i quali intrattenevano con lui relazioni stabili al fine di fornire le informazioni necessarie a ricostruire l’identità dei partigiani attivi in quei territori. Responsabile della maggior parte delle operazioni contro le bande partigiane nella zona pedemontana avvenute tra l’agosto 1944 e la primavera del 1945 e mandante di numerose fucilazioni, rappresaglie, omicidi e atti di violenza contro la popolazione civile, egli venne catturato dagli Alleati il 1 maggio del 1945 a Maniago, riuscendo però nelle settimane seguenti a far perdere le proprie tracce. Il suo nominativo comparve successivamente con il numero 58/165 nella lista dei criminali di guerra ricercati dalla United Nations War Crimes Commission (UNWCC) per i fatti avvenuti nel pordenonese, ma di lui si sarebbero perse le tracce fino ai primi anni 2000, quando il Pm della Procura Militare di Padova Sergio Dini riuscì a ricostruire le sue generalità e ad avviare contro di lui un procedimento penale.


Nel 1997 Sergio Dini, Pm della Procura Militare di Padova, raccogliendo numerosi fascicoli aperti nell’immediato dopoguerra dalla Procura a seguito di denunce inerenti fatti di sangue avvenuti nel pordenonese ad opera di un non meglio specificato “Donnemburg”, “Dorrnemberg” o “Dornerberg”, meglio conosciuto come il “Foghin”, decise di riaprire le indagini per accertare le responsabilità circa i fatti accaduti tra l’agosto 1944 e l’aprile del 1945 in quella zona. L’istruttoria si sarebbe per lungo tempo arenata di fronte alle difficoltà incontrate nel ricostruire l’identità effettiva del tenente medico, ma grazie ai contatti presi tra il Consolato Generale d’Italia con la Deutsche Dienststelle (WASt), egli venne rintracciato a Speyer, dove risiedeva stabilmente dal 1965. Accolta nel 2004 la richiesta di rinvio a giudizio avanzata da Dini nei confronti di Dörnenburg per il reato di «violenza continuata contro privati nemici mediante omicidio», l’udienza venne fissata per il 19 aprile del 2005. L’ex tenente medico era chiamato a rispondere ad un capo di imputazione che lo accusava di 31 omicidi e di violenze varie avvenute nei territori del pordenonese. Il dibattimento non ebbe mai luogo perché il 31 marzo del 2005 Dörnenburg si sarebbe spento all’età di 89 anni presso l’ospedale di Speyer. Vedere procedimento penale n. 1465/97 della Procura Militare di Padova

Annotazioni: Allo stadio attuale delle ricerche non è stata reperita documentazione d’archivio in grado di offrire maggiori dettagli rispetto a questo episodio. Le informazioni sono state dedotte dalla bibliografia al momento disponibile e dal monumento che ricorda l’accaduto.

Scheda compilata da IRENE BOLZON
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-06-02 06:16:02

Vittime

Elenco vittime

Carlo Colombo “Tom”, 28 anni, residente a Travesio, marinaio, partigiano inquadrato nella Brigata “Tagliamento” della Divisione Garibaldi “Sud Arzino”

Demetrio Meduri, di Milano, non sono note le generalità, inquadrato nella Brigata “Tagliamento” della Divisione Garibaldi “Sud Arzino”

Elenco vittime partigiani 2

Carlo Colombo “Tom”, 28 anni, residente a Travesio, marinaio, partigiano inquadrato nella Brigata “Tagliamento” della Divisione Garibaldi “Sud Arzino”

Demetrio Meduri, di Milano, non sono note le generalità, inquadrato nella Brigata “Tagliamento” della Divisione Garibaldi “Sud Arzino”

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Alfred Dörnenburg

    Nome Alfred

    Cognome Dörnenburg

    Note responsabile Alfred Dörnenburg, medico della sezione 5^ del Luftwaffe-Sanitäts-Abteilung di stanza a Roveredo in Piano.

    Note procedimento PMT Padova, fasc. n. 1465/97

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a Roveredo, chiesa

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Roveredo, chiesa

    Descrizione: Sul muro di cinta nei pressi della chiesa di Roveredo in Piano, nel luogo della fucilazione, è stata apposta una piccola lapide in marmo che ricorda i nomi dei due partigiani.

Bibliografia


Pietro Angelillo, Sigfrido Cescut, I luoghi delle Pietre e della Memoria. Itinerario tra le testimonianze dedicate ai Caduti della Resistenza, Istlib, Pordenone, 2006.

Marco Pirina, All'ombra della svastica...Pordenone 1943-1945. Storie, caduti, dispersi e deportati, "Silentes loquimur", Pordenone, 1996.

Alberto Buvoli, Franco Cecotti e Luciano Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia. Una resistenza di confine 1943-1945, IRSML, IFSML, Istlib Pordenone, Centro Isontino di Ricerca Leopoldo Gasparini, Trieste-Udine-Pordenone-Gradisca, 2005.

Bruno Steffè, La guerra di liberazione nel territorio della provincia di Pordenone 1943-1945, ETS, Spilimbergo, 1997.

Mario Candotti, Lotta partigiana nella Destra Tagliamento. 1943/1945, IFSML, Udine, 2014.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti