DARDAGO BUDOIA 05-06.03.1945

(Pordenone - Friuli-Venezia Giulia)

Descrizione

Località Dardago, Budoia, Pordenone, Friuli-Venezia Giulia

Data 5 marzo 1945 - 6 marzo 1945

Matrice strage Nazista

Numero vittime 2

Numero vittime uomini 2

Numero vittime uomini adulti 2

Descrizione: La sera del 5 marzo 1945 Alfred Dörnenburg e alcune decine dei suoi uomini raggiunsero la frazione di Dardago di Budoia. Lo fecero di nascosto, in abiti borghesi e a bordo di tre carri, per non destare sospetto. Arrivati presso l’abitazione della famiglia Zambon, un soldato in incognito bussò e chiese ad Enrico come mettersi in contatto con suo zio Pietro, noto partigiano della zona, per entrare nel Movimento di Liberazione. Enrico, ignaro dell’inganno, condusse i soldati in borghese nell’abitazione di Zambon Marcello, dove si trovava in quel momento Pietro. Aperta la porta scattò immediatamente l’arresto di tutti e tre e il trasferimento presso la sede del comando di Dörnenburg, a Roveredo in Piano. Qui i tre subirono maltrattamenti e sevizie di vario tipo. Il pomeriggio del giorno seguente, tra le 15.00 e le 16.00 Pietro ed Enrico vennero riportati a Dardago, nei pressi della loro abitazione in località Orto Zambon. Qui una prima scarica di mitra freddò Pietro. Enrico, nel tentativo di fuggire, sottrasse un fucile a uno dei soldati tedeschi ma, mentre si trovava di spalle e in fuga, venne raggiunto da un colpo di fucile sparato dallo stesso Dörnenburg, irritato dall’esitazione dei suoi sottoposti nell’inseguire il fuggiasco. Successivamente la loro abitazione venne data alle fiamme.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: incendio di abitazione,sevizie-torture

Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: Nel 1997 Sergio Dini, Pm della Procura Militare di Padova, raccogliendo numerosi fascicoli aperti nell’immediato dopoguerra dalla Procura a seguito di denunce inerenti fatti di sangue avvenuti nel pordenonese ad opera di un non meglio specificato “Donnemburg”, “Dorrnemberg” o “Dornerberg”, meglio conosciuto come il “Foghin”, decise di riaprire le indagini per accertare le responsabilità circa i fatti accaduti tra l’agosto 1944 e l’aprile del 1945 in quella zona. L’istruttoria si sarebbe per lungo tempo arenata di fronte alle difficoltà incontrate nel ricostruire l’identità effettiva del tenente medico, ma grazie ai contatti presi tra il Consolato Generale d’Italia con la Deutsche Dienststelle (WASt), egli venne rintracciato a Speyer, dove risiedeva stabilmente dal 1965. Accolta nel 2004 la richiesta di rinvio a giudizio avanzata da Dini nei confronti di Dörnenburg per il reato di «violenza continuata contro privati nemici mediante omicidio», l’udienza venne fissata per il 19 aprile del 2005. L’ex tenente medico era chiamato a rispondere ad un capo di imputazione che lo accusava di 31 omicidi e di violenze varie avvenute nei territori del pordenonese. Il dibattimento non ebbe mai luogo perché il 31 marzo del 2005 Dörnenburg si sarebbe spento all’età di 89 anni presso l’ospedale di Speyer. Vedere procedimento penale n. 1465/97 della Procura Militare di Padova

Scheda compilata da Irene Bolzon
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-02-15 16:23:29

Vittime

Elenco vittime

Zambon Enrico “Rico”, nato il 27/09/1921 in Budoia, ivi residente, partigiano della 5. Brigata Osoppo.
Zambon Pietro “Dartagnan”, nato il 14/07/1925 in Budoia, ivi residente, partigiano della 5. Brigata Osoppo.

Elenco vittime partigiani 2

Zambon Enrico.
Zambon Pietro.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Alfred Dörnenburg

    Nome Alfred

    Cognome Dörnenburg

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano

    Note responsabile Più conosciuto con il soprannome di “Foghin” attribuitogli dalla popolazione locale per il suo frequente ricorso all’incendio delle abitazioni civili, rappresenta una delle figure chiave per comprendere la repressione operata da tedeschi e collaborazionisti nell’area del pordenonese. Nato il 22 gennaio del 1916 a Wuppertal, come sottotenente medico della Luftwaffe venne dislocato probabilmente prima ad Aviano e poi nell’agosto del 1944 presso il posto di comando di Roveredo in Piano. Responsabile della maggior parte delle operazioni contro le bande partigiane nella zona pedemontana avvenute tra l’agosto 1944 e la primavera del 1945 e mandante di numerose fucilazioni, rappresaglie, omicidi e atti di violenza contro la popolazione civile, egli venne catturato dagli Alleati il 1 maggio del 1945 a Maniago, riuscendo però nelle settimane seguenti a far perdere le proprie tracce. Il suo nominativo comparve successivamente con il numero 58/165 nella lista dei criminali di guerra ricercati dalla United Nations War Crimes Commission (UNWCC) per i fatti avvenuti nel pordenonese, ma di lui si sarebbero perse le tracce fino ai primi anni 2000, quando il Pm della Procura Militare di Padova Sergio Dini riuscì a ricostruire le sue generalità e ad avviare contro di lui un procedimento penale.

    Note procedimento Nel 1997 Sergio Dini, Pm della Procura Militare di Padova, raccogliendo numerosi fascicoli aperti nell’immediato dopoguerra dalla Procura a seguito di denunce inerenti fatti di sangue avvenuti nel pordenonese ad opera di un non meglio specificato “Donnemburg”, “Dorrnemberg” o “Dornerberg”, meglio conosciuto come il “Foghin”, decise di riaprire le indagini per accertare le responsabilità circa i fatti accaduti tra l’agosto 1944 e l’aprile del 1945 in quella zona. L’istruttoria si sarebbe per lungo tempo arenata di fronte alle difficoltà incontrate nel ricostruire l’identità effettiva del tenente medico, ma grazie ai contatti presi tra il Consolato Generale d’Italia con la Deutsche Dienststelle (WASt), egli venne rintracciato a Speyer, dove risiedeva stabilmente dal 1965. Accolta nel 2004 la richiesta di rinvio a giudizio avanzata da Dini nei confronti di Dörnenburg per il reato di «violenza continuata contro privati nemici mediante omicidio», l’udienza venne fissata per il 19 aprile del 2005. L’ex tenente medico era chiamato a rispondere ad un capo di imputazione che lo accusava di 31 omicidi e di violenze varie avvenute nei territori del pordenonese. Il dibattimento non ebbe mai luogo perché il 31 marzo del 2005 Dörnenburg si sarebbe spento all’età di 89 anni presso l’ospedale di Speyer. Vedere procedimento penale n. 1465/97 della Procura Militare di Padova

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • lapide a Budoia

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Budoia

    Descrizione: Ricorda Enrico e Pietro Zambon un lapide apposta sulla loro abitazione, ricostruita nel dopoguerra a seguito della sua distruzione ad opera dei nazisti.

  • monumento a Budoia, Dardago

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Budoia, Dardago

    Descrizione: I loro nomi sono riportati nel monumento ai caduti di Dardago di Budoia.

Bibliografia


Pietro Angelillo, Sigfrido Cescut, I luoghi delle Pietre e della Memoria. Itinerario tra le testimonianze dedicate ai Caduti della Resistenza, Istlib, Pordenone, 2006.
Alberto Buvoli, Franco Cecotti e Luciano Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia. Una resistenza di confine 1943-1945, IRSML, IFSML, Istlib Pordenone, Centro Isontino di Ricerca Leopoldo Gasparini, Trieste-Udine-Pordenone-Gradisca, 2005.
Mario Candotti, Lotta partigiana nella Destra Tagliamento. 1943/1945, IFSML, Udine, 2014.
Gian Angelo Colonnello, Guerra di liberazione. Friuli, Venezia Giulia, zone jugoslave, Editrice Friuli, Udine, 1965.
Bruno Steffè, La guerra di liberazione nel territorio della provincia di Pordenone 1943-1945, ETS, Spilimbergo, 1997.

Sitografia


Fonti archivistiche

Fonti

PMT Verona, Fondo della Procura Militare di Padova, Procedimento Penale n. 1465/97.