MONTE SAN GIOVANNI IN SABINA 07.04.1944

(Rieti - Lazio)

Descrizione

Località Monte San Giovanni in Sabina, Monte San Giovanni in Sabina, Rieti, Lazio

Data 7 aprile 1944

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 18

Numero vittime uomini 9

Numero vittime bambini 5

Numero vittime uomini anziani 4

Numero vittime donne 9

Numero vittime donne bambine 2

Numero vittime donne adulte 6

Numero vittime donne anziane 1

Descrizione: A partire dal 27 marzo e sino alla metà del maggio 1944 tutto il settore appenninico umbro-marchigiano e reatino è interessato da una serie successiva di rastrellamenti, effettuati dai tedeschi con l’appoggio di forze della RSI e con il supporto di fascisti locali operanti come informatori e spie. Obiettivo di questa offensiva è l’annientamento delle formazioni partigiane presenti in queste zone, da ottenere attraverso la diffusione del terrore tra la popolazione civile, così da troncare qualsiasi legame con i resistenti. E’ in questo contesto che si inserisce la grande operazione contro le bande, condotta tra il 29 marzo al 14 aprile dal Gruppo di combattimento “Schanze” in un territorio a cavallo tra le province di Perugia, Terni e Rieti, che vede tra gli episodi più drammatici la strage condotta sul monte Tancia, nel territorio del comune di Monte San Giovanni in Sabina. Qui all’alba del 7 aprile, i militi del 1. battaglione del 20. reggimento SS-Polizei, con l’appoggio di uomini della GNR di Rieti, si scontrano con una squadra della banda “D’Ercole-Stalin”, che viene annientata, quindi investono le frazioni Gallo e San Michele Arcangelo del Tancia. Sono arrestati vecchi, donne e bambini, in quanto gli uomini in età da lavoro da giorni vivono nascosti sulla montagna per paura di essere arrestati. I militari bruciano e saccheggiano la maggior parte delle case: mentre a Gallo tre anziani sono immediatamente uccisi sul posto, a San Michele i tedeschi prelevano tutti quelli che trovano, 15 tra donne (7), vecchi (1) e bambini (7) e con violenza li costringono a entrare nella piccola chiesa della frazione. Nel tardo pomeriggio, dopo una giornata di privazioni e violenze, vengono fatti allontanare dalla chiesetta che viene semidistrutta, e a circa duecento metri da questa il gruppo è mitragliato. Dalla strage si salvano solo una bambina di sei anni e la sorella, una neonata di tre mesi, che la madre era riuscita a nascondere la mattina. Solo alcuni giorni dopo la strage i familiari riusciranno a comporre i corpi e a seppellirli in una fossa comune, sino a quando, all’indomani della Liberazione, potranno provvedere a una più degna sepoltura.
Le 18 vittime, fra bambini, donne e anziani, uccise nelle frazioni di Gallo e Sant’Angelo del Tancia appartenevano a quattro famiglie (Mei, Valentini, Bonacasata, Capparella) ed erano tutte dedite all’agricoltura e alla pastorizia. Una delle vittime, Gelsomina Capparella, era al settimo mese di gravidanza. Le famiglie che abitavano le contrade Gallo e Osteria del Tancia erano considerate dalle autorità fasciste del comune di Monte San Giovanni in Sabina colluse con i partigiani, anche se in realtà, come emerge dalle testimonianze dei sopravvissuti, spesso subivano le requisizioni di quest’ultimi.

Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco

Violenze connesse: sevizie-torture,stupro

Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Il 27 giugno 1945 l’avvocato Pietro Colarieti, per conto della Delegazione provinciale per l’epurazione, presentava una denuncia contro il capo della provincia Di Marsciano e il capitano Albert von Gladstetten, comandante della polizia tedesca di stanza a Rieti, per le stragi commesse a Poggio Bustone, Monteleone Sabino e sul monte Tancia. Arrestato dai Carabinieri nei pressi del convento di Monte Santo a Todi l’1 febbraio 1947, Di Marsciano venne processato dalla Corte d’assise speciale distaccata a Rieti. Insieme a lui furono sottoposti a giudizio anche Giovanni Vincenti Mareri, Ilario Giorgi e Pietro Giudici, che nel 1949 erano ancora latitanti. Il 21 giugno 1950 la Corte d’assise di Roma condannava Di Marsciano all’ergastolo, così come Giudici, sebbene in contumacia; Vincenti Mareri era condannato a 19 anni, Tuzi a 30, Giorgi a 26 (commutati in 17 anni e quattro mesi). Il 5 dicembre 1952 la Corte di appello di Roma riduceva la pena del Di Marsciano a 30 anni, di cui 21 condonati “giusta gli applicati decreti di indulto”; quella di Tuzi a 24 anni, di cui 17 condonati; assolveva Ilario Giorgi per insufficienza di prove. Inoltre, Vincenti Mareri era assolto per insufficienza di prove dalle accuse di omicidio e amnistiato per gli altri fatti. Il 20 ottobre 1959 la Seconda sezione penale della Corte di appello di Roma, tenuto conto del successivo decreto di amnistia per i reati politici (decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1959, n. 460), dichiarò inapplicabili per Di Marsciano le misure di sicurezza previste per la libertà vigilata. A nessun processo o condanna saranno invece sottoposti i militari tedeschi, non soltanto per la strage del monte Tancia, ma per l’insieme delle violenze commesse nel corso dell’intera operazione di rastrellamento scatenatasi dal 29 marzo 1944. In effetti, soltanto nel 2008, l’amministrazione comunale di Monte San Giovanni in Sabina avanzò formale denuncia alla Procura militare della Repubblica presso il Tribunale militare di Roma per la strage del monte Tancia, accusando militari tedeschi e i vertici politici e militari provinciali della RSI. Nel maggio 2010 il procuratore militare emetteva una sentenza che scagionava tutti gli imputati italiani (i già citati Ilario Giorgi e Renato Tuzi, Arnaldo Millesimi, e il comandante della 116. legione della GNR, Arturo Bornoroni). Tutti venivano assolti in quanto, con sentenza del 21 giugno 1950, già la Prima sezione della Corte d’Assise di Roma aveva stabilito che non avessero concorso nell’esecuzione della strage. Richiamandosi a questa sentenza, la Procura militare riteneva dunque che la responsabilità della strage fosse da imputare esclusivamente a militari tedeschi, in quanto «dall’attività investigativa svolta […] non è emerso alcun elemento tale da porre in dubbio le conclusioni a cui è pervenuto, a soli 6 anni dai fatti, il giudice ordinario»; inoltre, il giudice militare rilevava come «tutte le persone (formalmente) iscritte nel registro degli indagati risultano […] essere da tempo decedute», di conseguenza «i reati loro addebitabili sono - pertanto - estinti per morte del reo, con conseguente inesercitabilità dell’azione penale». Ciò valeva per la gran parte dei seguenti militari tedeschi: «il Col. Schanze, deceduto nel 1977; il Cap. Hacker (Hank), comandante della Compagnia Flak; il Cap. Wagner S., deceduto nel 1992; il Ten. Leigh P. deceduto nel 1952; il Serg. Herold J. deceduto nel 1993; il C.le Magg. Radhen H. J., deceduto nel 1993; il Magg. Wilcke, deceduto nel 1958; il Cap. Von Gladstetten; il C.le Magg. Schaffler A., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Schnur F., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Zelder B., deceduto nel 2002». Per quanto riguarda gli unici due militari che al momento della sentenza erano ancora in vita, il capitano Hank e il capitano Von Gladstatten, il procuratore evidenziava infine come: «al di là di alcune generiche affermazioni di responsabilità (probabilmente legate al ruolo rivestito dai due militari in questione), non si rinviene in atti alcun elemento concreto che possa portare a postulare una loro partecipazione (diretta e/o indiretta) alla specifica azione di rastrellamento, devastazione e rappresaglia avvenuta in data 7 aprile nella zona del Tancia (e, dunque, agli omicidi perpetrati in quel contesto)», assolvendoli così da ogni responsabilità giuridica.

Annotazioni: Nel ventennio fascista e in seguito anche negli anni del dopoguerra, le amministrazioni comunali succedutesi a Monte San Giovanni in Sabina dimostrarono sempre un atteggiamento di scarso interesse nei confronti delle problematiche degli abitanti di tali frazioni, addirittura, impedendo loro di recarsi nel centro del comune per reclamare i loro diritti.
Una settimana prima della strage, a seguito di uno scontro avvenuto tra i partigiani presenti sul monte Tancia e una pattuglia tedesca che tentava il recupero un’automobile catturata dai partigiani stessi, era stato ucciso un graduato e ferito un altro militare tedesco. Due giorni dopo i tedeschi rastrellarono la frazione Gallo, arrestando nove abitanti del posto, tutti maschi adulti (tra questi Rinaldo Ratini, Valerio Autizi, Francesco Bianchi, Achille Ratini, Nello Panunzi, Beniamino Pastorelli, Olindo Mattei), e li portarono a Rieti come ostaggi. L’intervento del vescovo locale monsignor Benigno Migliorini e il fatto che gli interrogatori a cui furono sottoposti gli arrestati diedero esito negativo resero possibile la loro liberazione. Tuttavia, nella zona del monte Tancia ben presto si diffuse la voce secondo cui tedeschi e fascisti avrebbero effettuato ulteriori rastrellamenti per catturare renitenti alla leva e partigiani. Per questo motivo i maschi adulti abbandonarono le frazioni di Gallo, Sant’Angelo del Tancia e le case isolate della zona, preferendo dormire in nascondigli in montagna. Nella stessa giornata della strage, in località Collebaccaro i tedeschi uccisero un’anziana donna invalida in quanto incapace di muoversi. Contemporaneamente, nello stesso giorno la compagnia Ordine Pubblico della 116. legione della GNR di Rieti, guidata dai tenenti Giorgi e Millesimi e inquadrata nel Gruppo di combattimento “Schanze” nel reparto della Flak di Rieti, arrestò nell’area boscosa del comune di Roccantica, tre giovani, due prigionieri alleati e un italiano di Roma, Leopoldo Orsini, ventenne perito elettrotecnico. Trovato in possesso di alcune cartucce di arma da fuoco e di bombe a mano, venne ucciso con colpi di pistola alla testa da due militi della GNR comandati da un graduato tedesco. Un altro partigiano, il milanese Giovanni Alemanni, facente parte di una banda partigiana operante nella zona di Poggio Mirteto, il 7 aprile fu ucciso da militi della GNR e da tedeschi, il corpo venne però ritrovato solo il successivo 29 aprile. Sempre il 7 aprile, a Poggio Mirteto, furono arrestati da militari tedeschi e fascisti della GNR guidati dal capo della provincia di Rieti Ermanno Di Marsciano, Diego Eusebi, di 21 anni, impiegato del locale Consorzio agrario e membro di una banda partigiana operante nel centro reatino; il podestà di Poggio Mirteto Giuseppe De Vito, di 63 anni, possidente, accusato di collaborazionismo con i partigiani; Giannantonio Pellegrini, di 18 anni, studente di Milano, membro della banda Stalin sul monte Tancia; Onofrio Sitta, di Rovigo, di 20 anni, disertore di un reparto del Genio di stanza a Rieti. Tutti e quattro furono fucilati, insieme ad altre 11 persone, nella notte tra l’8 e il 9 aprile, in una buca creata dai bombardamenti alleati nei pressi dell’aeroporto di Rieti, località successivamente denominata Fosse reatine.

Scheda compilata da Angelo Bitti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-04-27 08:58:59

Vittime

Elenco vittime

Bonacasata Aldo, nato a Monte San Giovanni in Sabina nel 1938, figlio di Pasqua Valentini, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia.
Bonacasata Angelo, nato a Monte San Giovanni in Sabina nel 1934, figlio di Pasqua Valentini, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia.
Bonacasata Arnesina, nata a Monte San Giovanni in Sabina nel 1942, figlia di Pasqua Valentini, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia.
Bonacasata Rosa, di 37 anni, moglie di Paolo Valentini, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia, contadina.
Capparella Barbara, nata il 25/08/1888, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia, contadina.
Capparella Ersilio, nato il 23/10/1940, figlio di Zefferina Mei, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia.
Capparella Gelsomina, di 37 anni, figlia di Domenica Carlucci, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia, contadina. Incinta.
Capparella Vincenza, nata il 16/01/1925, figlia di Zefferina Mei, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia, contadina.
Carlucci Domenica, di 55 anni, moglie di Eugenio Capparella, residente nella di frazione Sant’Angelo del Tancia, contadina.
Mei Orazio, nato a Monte San Giovanni in Sabina il 02/11/1870, residente nella frazione Gallo, coniugato, agricoltore.
Mei Vincenzo, nato a Monte San Giovanni in Sabina il 28/12/1873, residente nella frazione Gallo, coniugato, agricoltore.
Mei Zefferina, nata il 14/03/1902, moglie di Odoardo Capparella, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia, contadina.
Radini Francesco, nato a Monte San Giovanni in Sabina l’08/02/1868, residente in frazione Gallo, coniugato, agricoltore.
Valentini Dina, di 11 anni, figlia di Rosa Bonacasata, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia.
Valentini Domenico, di 6 anni, figlio di Rosa Bonacasata, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia.
Valentini Nello, di 3 anni, figlia di Rosa Bonacasata, residente nella frazione di Sant’Angelo di del Tancia.
Valentini Pasqua, nata il 07/04/1909, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia, moglie di Giuseppe Bonacasata, contadina.
Valentini Vincenzo, di 78 anni, residente nella frazione di Sant’Angelo del Tancia, contadino.

Elenco vittime civili 18

Bonacasata Aldo.
Bonacasata Angelo.
Bonacasata Arnesina.
Bonacasata Rosa.
Capparella Barbara.
Capparella Ersilio.
Capparella Gelsomina.
Capparella Vincenza.
Carlucci Domenica.
Mei Orazio.
Mei Vincenzo.
Mei Zefferina.
Radini Francesco.
Valentini Dina.
Valentini Domenico.
Valentini Nello.
Valentini Pasqua.
Valentini Vincenzo.

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


I./SS-Polizei-Regiment 20

Tipo di reparto: Polizei

Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Abramo Camerini

    Nome Abramo

    Cognome Camerini

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite scelto.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Alberto Adriani

    Nome Alberto

    Cognome Adriani

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile vicebrigadiere.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Angelo Lopez

    Nome Angelo

    Cognome Lopez

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo mobile.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Angelo Palenga

    Nome Angelo

    Cognome Palenga

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Antonio Barone

    Nome Antonio

    Cognome Barone

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite scelto.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Antonio Salustri

    Nome Antonio

    Cognome Salustri

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo mobile.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Antonio Seri

    Nome Antonio

    Cognome Seri

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite scelto.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Antonio Vaccari

    Nome Antonio

    Cognome Vaccari

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Arnaldo Millesimi

    Nome Arnaldo

    Cognome Millesimi

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano

    Note responsabile tenente. La sua formazione, si rese peraltro responsabile di una serie di violenze contro partigiani e quei civili che furono accusati di connivenza con i resistenti. Tra le altre azioni, l’uccisione a sangue freddo, dopo giorni di torture, del carabiniere Raul Angelini, componente della brigata garibaldina umbra “Gramsci”, consegnatosi alle autorità della RSI, a seguito del bando Mussolini, il 24 maggio 1944 e ucciso il 28 (o 29 maggio). Millesimi sarà ucciso dai partigiani il 18 aprile 1945 a Mirandola, in provincia di Modena, dove si era trasferito dopo l’arrivo degli Alleati a Rieti.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Benedetto La Fiandra

    Nome Benedetto

    Cognome La Fiandra

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite scelto.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Berardo Alfonsi

    Nome Berardo

    Cognome Alfonsi

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Colombo Curini

    Nome Colombo

    Cognome Curini

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

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    Nome D\'Ippolito

    Cognome Giovanni

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite scelto.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Ermanno Di Marsciano

    Nome Ermanno

    Cognome Di Marsciano

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano

    Note responsabile nato a Terni il 12 settembre 1899, già segretario federale del PNF di Perugia e Agrigento, dopo il 25 luglio 1943 è inquadrato nel 5. e poi nel 18. reggimento bersaglieri. L’8 settembre si trova nella zona di Roma, ma già nei giorni immediatamente successivi si reca a Rieti dove organizza la Federazione fascista repubblicana locale e ne diventa segretario. Il 25 ottobre 1943 è nominato capo della Provincia di Rieti, carica che mantiene fino alla liberazione della città avvenuta nel giugno 1944. Trasferitosi a nord, assume l’incarico di capo della provincia di Imperia, sino alla Liberazione della città.

    Note procedimento Arrestato dai Carabinieri nei pressi del convento di Monte Santo a Todi l’1 febbraio 1947, Di Marsciano venne processato dalla Corte d’assise speciale distaccata a Rieti. Insieme a lui furono sottoposti a giudizio anche Giovanni Vincenti Mareri, Ilario Giorgi e Pietro Giudici, che nel 1949 erano ancora latitanti. Il 21 giugno 1950 la Corte d’assise di Roma condannava Di Marsciano all’ergastolo. Il 5 dicembre 1952 la Corte di appello di Roma riduceva la pena del Di Marsciano a 30 anni, di cui 21 condonati “giusta gli applicati decreti di indulto”. Il 20 ottobre 1959 la Seconda sezione penale della Corte di appello di Roma, tenuto conto del successivo decreto di amnistia per i reati politici (decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1959, n. 460), dichiarò inapplicabili per Di Marsciano le misure di sicurezza previste per la libertà vigilata.

  • Ferdinando Cicconetti

    Nome Ferdinando

    Cognome Cicconetti

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Fernando Rosati

    Nome Fernando

    Cognome Rosati

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Francesco Leoni

    Nome Francesco

    Cognome Leoni

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Gino Giagnoli

    Nome Gino

    Cognome Giagnoli

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite scelto.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Gino Ianni

    Nome Gino

    Cognome Ianni

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Giovanni Severoni

    Nome Giovanni

    Cognome Severoni

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Giovanni Turchetti

    Nome Giovanni

    Cognome Turchetti

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Giuseppe Di Sabantonio

    Nome Giuseppe

    Cognome Di Sabantonio

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Gustavo Romano

    Nome Gustavo

    Cognome Romano

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite scelto.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Ilario Giorgi

    Nome Ilario

    Cognome Giorgi

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano

    Note responsabile tenente. Il reparto al suo comando si rende responsabile di una serie di violenze contro partigiani e quei civili che sono accusati di connivenza con i resistenti. Tra le altre azioni, l’uccisione a sangue freddo, dopo giorni di torture, del carabiniere Raul Angelini, componente della brigata garibaldina umbra “Gramsci”, consegnatosi alle autorità della RSI, a seguito del bando Mussolini, il 24 maggio 1944 e ucciso il 28 (o 29 maggio). A fine guerra di Giorgi si perderanno le tracce.

    Note procedimento sottoposto a procedimento anche se latitante. Il 21 giugno 1950 la Corte d’assise di Roma condannava Giorgi a 26 anni (commutati in 17 anni e quattro mesi). Il 5 dicembre 1952 la Corte di appello di Roma assolveva Ilario Giorgi per insufficienza di prove

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Lino Luciani

    Nome Lino

    Cognome Luciani

    Note responsabile milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Luigi Provenzani

    Nome Luigi

    Cognome Provenzani

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite scelto.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Nazzareno Passarani

    Nome Nazzareno

    Cognome Passarani

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile vicebrigadiere.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Nello Alfonsi

    Nome Nello

    Cognome Alfonsi

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Pietro Basilici

    Nome Pietro

    Cognome Basilici

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Renato Camerini

    Nome Renato

    Cognome Camerini

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Renato Tuzi

    Nome Renato

    Cognome Tuzi

    Ruolo nella strage Autore

    Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano

    Note responsabile vicebrigadiere di Roma. La sua attività consiste nel reperire e fornire le informazioni sui partigiani per mezzo del coordinamento di una rete di spie e confidenti.

    Note procedimento Il 21 giugno 1950 la Corte d’assise di Roma condannava Tuzi a 30 anni. Il 5 dicembre 1952 la Corte di appello di Roma riduceva la pena a 24, di cui 17 condonati. Nel maggio 2010 il procuratore militare emetteva una sentenza che scagionava tutti gli imputati italiani

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Saverio Angelini

    Nome Saverio

    Cognome Angelini

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Sconosciuto Herold

    Nome Sconosciuto

    Cognome Herold

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile brigadiere di squadra. Il maggiore Wilcke avanza la proposta di decorazione con la Croce di guerra per quanto fatto a Leonessa e sul Monte Tancia. Al brigadiere Herold era riconosciuto di avere conquistato in combattimento ravvicinato «una fortificazione situata in un bosco a sud di Osteria Tancia distinguendosi per il coraggio dimostrato. Durante il combattimento ravvicinato la pattuglia ha eliminato 7 uomini, ha ferito un numero di avversari costringendoli alla fuga».

    Note procedimento la Procura militare riteneva dunque che la responsabilità della strage fosse da imputare esclusivamente a militari tedeschi, in quanto «dall’attività investigativa svolta […] non è emerso alcun elemento tale da porre in dubbio le conclusioni a cui è pervenuto, a soli 6 anni dai fatti, il giudice ordinario»; inoltre, il giudice militare rilevava come «tutte le persone (formalmente) iscritte nel registro degli indagati risultano […] essere da tempo decedute», di conseguenza «i reati loro addebitabili sono - pertanto - estinti per morte del reo, con conseguente inesercitabilità dell’azione penale». Ciò valeva per la gran parte dei seguenti militari tedeschi: «il Col. Schanze, deceduto nel 1977; il Cap. Hacker (Hank), comandante della Compagnia Flak; il Cap. Wagner S., deceduto nel 1992; il Ten. Leigh P. deceduto nel 1952; il Serg. Herold J. deceduto nel 1993; il C.le Magg. Radhen H. J., deceduto nel 1993; il Magg. Wilcke, deceduto nel 1958; il Cap. Von Gladstetten; il C.le Magg. Schaffler A., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Schnur F., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Zelder B., deceduto nel 2002».

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto I./SS-Polizei-Regiment 20

  • Sconosciuto Leigh

    Nome Sconosciuto

    Cognome Leigh

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile tenente. Il maggiore Wilcke avanza la proposta di decorazione con la Croce di guerra per quanto fatto a Leonessa e sul Monte Tancia. Per il tenente della Schutzpolizei Leigh nella motivazione della decorazione si rilevava come il 7 aprile sul monte Tancia si fosse «particolarmente distinto grazie al valoroso impegno profuso per la sconfitta di postazioni montane nemiche con numerosi nuclei di mitragliatrici e bunker dislocati nelle boscaglie […] Grazie alla sua esemplare guida gli è stato possibile sconfiggere sensibilmente il nemico e affrancare questa zona dalle bande».

    Note procedimento la Procura militare di Roma riteneva che la responsabilità della strage fosse da imputare esclusivamente a militari tedeschi, in quanto «dall’attività investigativa svolta […] non è emerso alcun elemento tale da porre in dubbio le conclusioni a cui è pervenuto, a soli 6 anni dai fatti, il giudice ordinario»; inoltre, il giudice militare rilevava come «tutte le persone (formalmente) iscritte nel registro degli indagati risultano […] essere da tempo decedute», di conseguenza «i reati loro addebitabili sono - pertanto - estinti per morte del reo, con conseguente inesercitabilità dell’azione penale». Ciò valeva per la gran parte dei seguenti militari tedeschi: «il Col. Schanze, deceduto nel 1977; il Cap. Hacker (Hank), comandante della Compagnia Flak; il Cap. Wagner S., deceduto nel 1992; il Ten. Leigh P. deceduto nel 1952; il Serg. Herold J. deceduto nel 1993; il C.le Magg. Radhen H. J., deceduto nel 1993; il Magg. Wilcke, deceduto nel 1958; il Cap. Von Gladstetten; il C.le Magg. Schaffler A., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Schnur F., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Zelder B., deceduto nel 2002».

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto I./SS-Polizei-Regiment 20

  • Sconosciuto Radhen

    Nome Sconosciuto

    Cognome Radhen

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile brigadiere di plotone. Il maggiore Wilcke avanza la proposta di decorazione con la Croce di guerra per quanto fatto a Leonessa e sul Monte Tancia. Perché non solo avrebbe partecipato con coraggio alla conquista di una «fortificazione situata in un bosco a sud di Osteria Tancia», ma avrebbe partecipato all’eliminazione di 7 uomini «e alla messa fuori combattimento di un numero di ulteriori banditi».

    Note procedimento la Procura militare di Roma riteneva che la responsabilità della strage fosse da imputare esclusivamente a militari tedeschi, in quanto «dall’attività investigativa svolta […] non è emerso alcun elemento tale da porre in dubbio le conclusioni a cui è pervenuto, a soli 6 anni dai fatti, il giudice ordinario»; inoltre, il giudice militare rilevava come «tutte le persone (formalmente) iscritte nel registro degli indagati risultano […] essere da tempo decedute», di conseguenza «i reati loro addebitabili sono - pertanto - estinti per morte del reo, con conseguente inesercitabilità dell’azione penale». Ciò valeva per la gran parte dei seguenti militari tedeschi: «il Col. Schanze, deceduto nel 1977; il Cap. Hacker (Hank), comandante della Compagnia Flak; il Cap. Wagner S., deceduto nel 1992; il Ten. Leigh P. deceduto nel 1952; il Serg. Herold J. deceduto nel 1993; il C.le Magg. Radhen H. J., deceduto nel 1993; il Magg. Wilcke, deceduto nel 1958; il Cap. Von Gladstetten; il C.le Magg. Schaffler A., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Schnur F., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Zelder B., deceduto nel 2002».

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto I./SS-Polizei-Regiment 20

  • Sconosciuto Wagner

    Nome Sconosciuto

    Cognome Wagner

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile capitano. Per questi, il maggiore Wilcke avanza la proposta di decorazione con la Croce di guerra per quanto fatto a Leonessa e sul Monte Tancia. Nelle motivazioni della concessione della decorazione, si evidenziava come il capitano della Schutzpolizei Wagner fosse «un vecchio e stimato ufficiale combattente distintosi sempre grazie alla sua personale disponibilità ed efficienza nonché al suo personale valore».

    Note procedimento la Procura militare di Roma riteneva che la responsabilità della strage fosse da imputare esclusivamente a militari tedeschi, in quanto «dall’attività investigativa svolta […] non è emerso alcun elemento tale da porre in dubbio le conclusioni a cui è pervenuto, a soli 6 anni dai fatti, il giudice ordinario»; inoltre, il giudice militare rilevava come «tutte le persone (formalmente) iscritte nel registro degli indagati risultano […] essere da tempo decedute», di conseguenza «i reati loro addebitabili sono - pertanto - estinti per morte del reo, con conseguente inesercitabilità dell’azione penale». Ciò valeva per la gran parte dei seguenti militari tedeschi: «il Col. Schanze, deceduto nel 1977; il Cap. Hacker (Hank), comandante della Compagnia Flak; il Cap. Wagner S., deceduto nel 1992; il Ten. Leigh P. deceduto nel 1952; il Serg. Herold J. deceduto nel 1993; il C.le Magg. Radhen H. J., deceduto nel 1993; il Magg. Wilcke, deceduto nel 1958; il Cap. Von Gladstetten; il C.le Magg. Schaffler A., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Schnur F., deceduto nel 1971; il C.le Magg. Zelder B., deceduto nel 2002».

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto I./SS-Polizei-Regiment 20

  • Secondo Ciace

    Nome Secondo

    Cognome Ciace

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Silvio Pileri

    Nome Silvio

    Cognome Pileri

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile allievo milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Vincenzo Corretti

    Nome Vincenzo

    Cognome Corretti

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Virgilio Di Pietro

    Nome Virgilio

    Cognome Di Pietro

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile milite.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Compagnia mobile Ordine Pubblico/116. legione GNR di Rieti

  • Werner Wilcke

    Nome Werner

    Cognome Wilcke

    Ruolo nella strage Autore

    Note responsabile maggiore della Sicherheitspolizei. Era un veterano dei reggimenti SS Polizei sul fronte orientale, dal 21 settembre 1943 risulta al comando del 1. battaglione del 20. reggimento SS Polizei. A seguito del comportamento da lui tenuto nelle operazioni di rastrellamento effettuate dal 31 marzo al 7 aprile nella zona di Leonessa e del monte Tancia, su proposta del comandante Schanze e del generale SS Karl Wolff, Wilcke riceve la Croce di ferro di 2. classe, tra le massime decorazioni dell’esercito tedesco.

    Nome del reparto nazista Polizei

    Nome del reparto I./SS-Polizei-Regiment 20

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • cippo a Monte San Giovanni in Sabina

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Monte San Giovanni in Sabina

    Anno di realizzazione: 1945

    Descrizione: Nel luogo dove le vittime furono provvisoriamente sepolte, l’amministrazione comunale di Monte San Giovanni in Sabina a un anno dalla strage fece collocare un cippo in loro memoria. Il cippo venne inaugurato con una cerimonia il 7 aprile 1945, esso era co

  • monumento a Monte San Giovanni in Sabina

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Monte San Giovanni in Sabina

    Anno di realizzazione: 1984

    Descrizione: Nel 1984, l’amministrazione comunale di Monte San Giovanni in Sabina fece recintare con muretti in pietra di pregio il luogo dove avvenne la strage, inserendo su un lato del nuovo muretto una lapide, su cui oltre ai nomi delle vittime erano scritte le seg

  • cippo a Monte San Giovanni in Sabina, Arcucciola

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Monte San Giovanni in Sabina, Arcucciola

    Descrizione: Sul colle di Sant’Erasmo, in località Arcucciola, nel dopoguerra è stato realizzato un cippo che riporta i nomi dei sette partigiani morti in combattimento il 7 aprile con la seguente dedica: «Qui novelli eroi delle Termopili caddero il 7 aprile 1944 sopr

Bibliografia


Friedrich Andrae, La Wehrmacht in Italia. La guerre delle forze armate tedesche contro la popolazione civile 1943-1945, Editori Riuniti, Roma 1997, pp. 133-134.
Bruna Antonelli, La strage nazifascista a Monte San Giovanni in Sabina (Rieti), Crace, Perugia 2007.
Angelo Bitti, Renato Covino, Marco Venanzi, La storia rovesciata. La guerra partigiana della brigata garibaldina “Antonio Gramsci” nella primavera del 1944, Crace, Perugia 2010, pp. 112, 205, 238, 260-261.
Antonio Cipolloni, Eccidio sul Tancia. Monte San Giovanni in Sabina 7 aprile 1944, Comune di Monte San Giovanni in Sabina, Monte San Giovanni in Sabina 2008.
Antonio Cipolloni, La guerra in Sabina dall’8 settembre 1943 al 12 giugno 1944. Ricostruzione storica degli avvenimenti accaduti in ogni comune della provincia di Rieti, s.e., Rieti 2011, pp. 327-370.
Enzo Climinti, Il gruppo di combattimento “Schanze” nella grande impresa contro le bande (Grossunternhemen gegen die Banden). Marzo-Aprile 1944 Appennino Umbro e Alto Lazio, Settimo Sigillo, Roma 2006.
Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia 1943-1945, Einaudi, Torino, 2015, pp. 132-133.
Gerhard Schreiber, La vendetta tedesca. 1943-1945 Le rappresaglie naziste in Italia, Mondadori, Milano 2000, pp. 168-169.

Sitografia


Carlo Gentile, Itinerari di guerre: la presenza delle truppe tedesche nel Lazio occupato 1943-1944, pubblicazione on-line dell’Istituto storico germanico di Roma (in http://194.242.233.149/ortdb/Gentile-ItinerareLazio.pdf).
DHI Roma, La presenza militare tedesca in Italia 1943-1945.
Gli eccidi del nazifascismo e le fosse reatine (in http://retere.jimdo.com/gli-eccidi-del-nazifascismo/).
Osterei (Operazioni uovo di pasqua), Video documento sulla Resistenza in Sabina (in https://www.youtube.com/watch?v=V4KHeOq90-Q).
Tancia, docufilm di Vittorio Ferrara (in https://www.youtube.com/watch?v=RV-UfbHOxfg).

Fonti archivistiche

Fonti

AS Roma, Succursale di Via Galla Placidia, Corte di Appello di Roma, II versamento, Corte d’Assise, f. 2928.1, Procedimento contro Di Marsciano Ermanno et al.