Carnia-Alto Friuli Unternehmen Waldläufer

Dall’8 al 22 ottobre 1944 reparti tedeschi, cosacco-caucasici e fascisti, dopo aver compiuto alcune azioni circoscritte per saggiare la resistenza dei partigiani misero in atto l’Unternehmen Waldläufer, l’operazione corriere del bosco, un ampio rastrellamento che rientrava nella Bandenbekämpfungswosche, la settimana delle lotta alle bande, organizzata dal feldmaresciallo Kesselring. L’operazione Waldläufer fu organizzata dal Führungsstab für Bandenkämpfung e diretta dal generale Kintrup, il comandante della Ordnungpolizei nella Zona di operazioni del Litorale adriatico. L’azione fu attuata col preciso intento di riconquistare il territorio liberato dai partigiani in Carnia e in Friuli e fu concepita e organizzata in tre fasi; le prime due furono dirette al cuore della Zona Libera della Carnia e si svolsero dall’8 al 15 ottobre circa, la terza fase, attuata dal 17 al 22 ottobre, consistette nell’attacco alla parte meridionale del territorio liberato dai partigiani, penetrando nella Val Tramontina e nella Val d’Arzino. I primi obiettivi dell’Unternehmen Waldläufer erano conquistare i punti strategici di per condurre gli attacchi successivi alla Zona Libera. I territori rastrellati furono messi a completa disposizione del contingente cosacco-caucasico collaborazionista dei tedeschi per stanziarvi le comunità di civili; la popolazione di Bordano, Interneppo, Braulins, Trasaghis e Alesso fu costretta a evacuare in fretta le proprie abitazioni per lasciare posto ai cosacchi. Esaurita la fase preparatoria dell’operazione, fu condotto l’attacco ai presidi partigiani della Carnia. Domenica 8 ottobre 1944, mentre «un cielo greve di pioggia incombeva sulla Carnia», cominciò un intenso fuoco di artiglieria e di mortai. I tedeschi agirono con un ingente numero di forze e con molti mezzi: carri armati, artiglieria, autoblinde e aerei da ricognizione. Di fronte a loro vi erano tre Brigate partigiane, due garibaldine, la «Carnia» e la «Val Bût», e una osovana, la «Pal Piccolo», per un totale di circa duemila uomini armati essenzialmente di armi leggere. Le truppe nazi-fasciste, coadiuvate da reparti cosacchi e caucasici, risalirono la Valle del Bût schierate su due colonne. I partigiani resistettero a Terzo di Tolmezzo ad a Illegio, ma furono poi costretti a ripiegare sostenendo un combattimento presso il ponte di Cedarchis. A sera i tedeschi giunsero a Piano d’Arta mentre le truppe cosacche e caucasiche risalirono le Valli d’Incaroio e di Gorto. Il 9 ottobre la colonna tedesca, «assicurata sui fianchi da altre due colonne in direzione Moggio Udinese - Cedarchis e Pontebba - Paularo», occupò Paluzza. In seguito le truppe risalirono la Val Calda e scesero nella Valle del Degano. Ulteriori truppe tedesche valicarono il Passo Monte Croce Carnico e attaccarono da nord; contemporaneamente una colonna proveniente dal Cadore puntò sulla direttrice Sappada - Forni Avoltri – Rigolato. Il 12 ottobre 1944, un’ulteriore colonna mosse da Tolmezzo in direzione di Verzegnis; vennero prese le alture prospicienti e un contingente di reparti tedeschi e cosacchi si diresse verso Invillino e Villa Santina. Il 13 ottobre reparti armati raggiunsero Ovaro, Comeglians, Rigolato e Forni Avoltri. La mattina del giorno seguente cominciò l’attacco in direzione della Valle del Tagliamento: i primi reparti cosacchi entrarono ad Ampezzo, la capitale della Zona Libera della Carnia, il 14 ottobre. Nei giorni seguenti una colonna cosacca, muovendo da Ampezzo e potenziata da rinforzi tedeschi, si spostò in direzione del Monte Rest; il 17 ottobre si registrarono violenti scontri con i partigiani. Contemporaneamente le operazioni di rastrellamento indirizzate dalle truppe tedesche contro i presidi partigiani della Val Cellina erano ancora in corso. Sino al 20 ottobre si combatté nella zona di Pozzis e San Francesco; poco dopo i tedeschi giunsero a Pielungo. Il rastrellamento si svolse in un clima di vero terrore, i reparti cosacchi compirono non meno di un centinaio di violenze sessuali; inoltre si contarono 13 vittime tra la popolazione civile attuate per rappresaglia e nel corso delle operazioni. A Casanova di Tolmezzo furono uccise 4 persone: De Giudici Guido, Missana Angelo Galileo, Ostuzzi Giovanni, Ostuzzi Ernesto. A Lorenzaso una persona: D’Orlando Pietro. A Terzo di Tolmezzo una persona: Gressani Albina in Verritti. A Illeggio una persona Scarsini Arivo. A Imponzo due persone: don Giuseppe Treppo e Zarabara Canzio. A Verzegnis una persona: Cappellaro Erone. A Rigolato tre persone: Gracco Tiberio Caio, Cottrer Celso e D’Andrea Oliviero. Oltre cinquecento persone furono arrestate e successivamente deportate; si registrarono inoltre violenze di ogni genere, furono profanate chiese, incendiate e saccheggiate abitazioni, luoghi pubblici e interi paesi con ingentissimi danni anche alle essenziali risorse economiche e di sostentamento. Secondo le fonti tedesche il bilancio complessivo dell’Unternehmen Waldläufer è il seguente: 109 partigiani uccisi, 165 prigionieri (di cui 4 inglesi), 262 civili avviati al lavoro, 171 prigionieri tedeschi liberati. Sulla cifra dei partigiani caduti nel corso dell’intera operazione mancano riscontri.

Autore: Fabio Verardo


6 episodi:

CASANOVA DI TOLMEZZO, TOLMEZZO, 08.10.1944

TERZO, TOLMEZZO, 08.10.1944

IMPONZO, TOLMEZZO, 09.10.1944

ILLEGIO, TOLMEZZO, 10.10.1944

RIGOLATO 14-27.10.1944

CHIAMPOMAN, VERZEGNIS, 17.10.1944