Eccidio del 28 giugno 1944

Il territorio del Basso Sarca (zona di Riva del Garda e Arco) occupava una posizione chiave trovandosi a cavallo tra la Repubblica sociale italiana e la Zona d’operazione Alpenvorland che, dal settembre 1943, univa le province di Trento, Bolzano e Belluno, sotto il controllo tedesco. La salvaguardia della linea del Brennero ricopre un obiettivo fondamentale nell’orientare la politica germanica, rivolta tendenzialmente a non terrorizzare la popolazione civile trentina. Allo stesso tempo, le modalità dell’azione repressiva nazista prefigurano l\'adozione di una strategia preventiva, tesa a colpire i resistenti prima ancora che questi riescano ad avviare una guerriglia vera e propria. Sorto nel settembre 1943, il CLN di Trento guidato da Manci aveva gettato le basi per costituire una brigata partigiana intitolata a Cesare Battisti e affidata all’ex ufficiale degli alpini Gastone Franchetti. Agli inizi del 1944, le autorità tedesche avevano organizzato però un servizio d’intelligence in grado di controllare gli eventuali sviluppi del movimento d’opposizione trentino: l’austriaco Carlo von Stein faceva da intermediario tra la polizia nazista e un nucleo di informatori fascisti attivi nel Basso Sarca. In particolare, la Gestapo riuscì a infiltrare la spia Fiore Lutterotti che poté fornire ai Comandi nazisti di Trento e Bolzano tutte le informazioni su scopi e struttura del movimento d’opposizione clandestino. Tra maggio e giugno 1944, la Resistenza trentina fu stroncata da una serie di operazioni di polizia, ad esempio, in Valsugana e val di Fiemme intorno alla fine di maggio 1944. All’alba del 28 giugno 1944, in diverse località tra Riva del Garda e Rovereto, furono giustiziati Angelo Bettini, Gioacchino Bertoldi, Giuseppe Marconi, Federico Toti, Giuseppe Ballanti, Giovanni Bresadola, Antonio Gambaretto, Eugenio Impera, Enrico Meroni, Augusto Betta e Franco Gerardi. Nelle ore successive, i tedeschi arrestarono altre persone tra cui Giannantonio Manci, Gastone Franchetti, Giuseppe Porpora, Giorgio Tosi, Remo Ballardini, Giuseppe Ferrandi e Gino Lubich: Manci si suicidò a Bolzano il 6 luglio 1944, Franchetti e Porpora furono fucilati nell’agosto successivo, mentre la maggior parte degli altri imputati (circa una sessantina) fu condannata a varie pene detentive da scontare nel campo di transito (Polizei Durchgangslager) di Bolzano o in altri lager nazisti. L’operazione di polizia fu preparata dai Comandi della Gestapo di Bolzano e Trento con la partecipazione di alcuni militi del Südtiroler Ordnungsdienst (SOD, Servizio d’ordine sudtirolese). Gli agenti della Gestapo avevano a disposizione un elenco che conteneva i nominativi dei sospettati: tra questi, alcuni dovevano essere uccisi immediatamente mentre altri dovevano essere arrestati e condotti a Trento e a Bolzano. I corpi delle vittime non furono esposti pubblicamente perché non si voleva spaventare eccessivamente la popolazione civile. Alcuni di coloro che furono arrestati e poi giudicati dal Tribunale speciale di Bolzano furono fucilati in località diverse da quella della cattura: Franchetti a Bolzano e Porpora nel Bellunese (quest’ultimo serviva da monito rivolto alla comunità locale, considerata troppo vicina al movimento partigiano).

Autore: Lorenzo Gardumi


8 episodi:

Arco 28-6-1944

LIMONE SUL GARDA 28.06.1944

Nago 28-6-1944

Riva del Garda 28-6-1944

Rovereto 28-6-1944

Bolzano 6-7-1944

Fonzaso 10-8-1944

Bolzano 29-8-1944