Rastrellamento del Monte Grappa - Operazione

L’operazione ‘Piave’, studiata per annientare le formazioni partigiane attestate sul Massiccio del Grappa, fu realizzata da circa 8.000 nazifascisti, bene armati e sostenuti da postazioni di artiglieria. I resistenti (tre Brigate e due Battaglioni) erano circa 1.200 – dotati solo di armi leggere e con una capacità di fuoco di poche ore – e tra essi c’erano numerosi civili privi di esperienza bellica, fuggiti in montagna all’ultimo momento vedendo arrivare le autocolonne di tedeschi i quali, a partire dal 18 settembre 1944, avevano invaso i paesi della pedemontana arrestando e rinchiudendo negli edifici pubblici tutti gli uomini tra i 15 e i 65 anni, imponendo ovunque un coprifuoco variabile tra le 20 e le 22 ore giornaliere. Dopo un primo tentativo di attacco sferrato nel settore est nel pomeriggio del 20 settembre, rintuzzato dalla Brigata ‘Matteotti’, l’Operazione ‘Piave’ ebbe inizio alle ore 6 del mattino del 21 settembre con un devastante fuoco di artiglieria che si protrasse per un’ora scardinando le difese partigiane; alle 7 in punto, le truppe nazifasciste mossero all’assalto da ogni lato. I primi a risentire della pressione nemica furono i poco consistenti Battaglioni garibaldini posti a nord, a protezione della Strada Cadorna, che furono investiti dalle Compagnie ucraine e cosacche provenienti da Seren del Grappa e da Arsìe; invece la Brigata ‘Italia Libera Archeson’, a est, fu messa in difficoltà dal bombardamento che ne aveva colpito in pieno l’accampamento. Il Comando Unico partigiano a Cima Grappa stava già per inviare dei rinforzi nei due settori, quando giunse la notizia che i garibaldini, assaliti anche dai legionari della ‘Tagliamento’ provenienti dalla vallata del Brenta, avevano ceduto e che gli avversari stavano ormai dilagando liberamente alle spalle degli altri reparti impegnati a fronteggiare le colonne nemiche. Alle ore 13,30 il comandante unico Angelo Pasini (‘Dodici’) si vide costretto a ordinare il “Si salvi chi può”: la fase militare dell’operazione si era conclusa. Da quel momento i nazifascisti scatenarono la caccia all’uomo, ammazzando sul posto chiunque facesse resistenza. I catturati furono avviati al Quartier Generale di Bassano oppure ai Comandi Tattici di settore per essere esaminati da sedicenti tribunali di guerra che fino al 28 settembre mandarono al patibolo centinaia di giovani - fucilati o impiccati in tutti gli abitati attorno alla montagna - deportandone altrettanti in Germania di dove molti non fecero più ritorno.

Autore: Lorenzo Capovilla, Pierluigi Dossi, Federico Maistrello, Adriano Mansi, Lorenzo Rossi


20 episodi:

Cismon del Grappa settembre 1944

Pederobba 19-25.9.1944

Cima del Grappa 21.9.1944

casera dei Cavasi Crespano del Grappa 22-9-1944

Caserma “Reatto” Bassano del Grappa 22.9.1944

Cavaso del Tomba 23-25.9.1944

Gherla Crespano del Grappa 23-9-1944

Possagno 23-9-1944

Casere del Termine Crespano del Grappa 23-9-1944

Carpanè San Nazario 23.9.1944

Val dei Frassini, 24.9.1944

Crespano del Grappa 24-9-1944

Paderno del Grappa 24-27.9.1944

Caserma “Reatto” Bassano del Grappa 24.9.1944

Carpanè S. Nazario 24.9.1944

Campo Solagna Pove del Grappa 24.9.1944

Cornuda 25-9-1944

Carpanè S. Nazario 26.9.1944

Bassano del Grappa 26.9.1944

Casella d’Asolo 29-9-1944