Operazione Timpano (Pauke)

Già il 18 agosto 1944, in un vertice tenutosi a Desenzano del Garda (BS) dai responsabili SS alla lotta partigiana nell’Italia nord orientale, si è stabilito l’Operazione “Pauke” (Timpano), una grande azione di rastrellamento nelle province di Brescia, di Verona e di Vicenza. L\'Operazione “Pauke” è uno dei principali avvenimenti militari dell\'Alta Italia: sono infatti impiegati reparti di due divisioni di fanteria tedesca, appoggiati da una brigata corazzata e rinforzati da unità repubblichine: in tutto da almeno 5.000 ad oltre 7.000 uomini. Questi numeri, calcolati nella 3^ fase de rastrellamento, cioè dal 12 al 16 settembre, non possono automaticamente essere ribaltati sulla situazione iniziale, ne nella 2^ parte dell\'Operazione “Timpano”, che investe una zona molto più piccola e più facile da “chiudere”. Si può quindi calcolare che nella 2^ fase, a Piana di Valdagno e Selva di Trissino, vengono impegnati da un minimo di 2.000 ad un massimo di 3.000 uomini. Dopo i rastrellamenti dei primi di luglio ‘44 sui Lessini veronesi e vicentini contro la “Pasaubio” e di fine luglio/metà agosto contro la “Garemi”, sul Pasubio, Val Posina e Laghi, altopiani dei Fiorentini e di Folgaria, inizia il ciclo dei grandi rastrellamenti di settembre, che provoca nel complesso centinaia di morti: l’Operazione “Timpano” (3-16 settembre), l\'Operazione “Hannover” sull\'Altopiano di Asiago (5-10 settembre) e l\'Operazione “Piave” (19-28 settembre). Per i tedeschi l\'Operazione “Timpano” si rende per di più urgente in quanto il feldmaresciallo Albert Kesselring ha deciso di arretrare il Comando Superiore Sud-Ovest e il Comando Superiore del Gruppo Armate C a Recoaro, per dirigere dalla località termale vicentina la difesa della Linea Gotica. Tutta la zona circostante Recoaro deve quindi essere ripulita dai “banditi” della Brigata “Stella” della Divisione garibaldina “Garemi” e della Divisione autonoma “Pasubio”; la manovra è pianificata per imbottigliare e distruggere tutte le forze partigiane presenti nell\'area. Da metà luglio e per tutto il mese di agosto del ‘44 i tedeschi cercano, se non con brevi sortite e con rastrellamenti nelle basse valli e in pianura, di evitare lo scontro; viceversa isolano dai rifornimenti e ricercano tutte le informazioni possibili sulla dislocazione e sulla consistenza delle forze partigiane, riuscendo ad avere, nei primi giorni di settembre, contatti diretti con il comando della “Stella” mediante finte proposte di diserzione, e con il comandante Marozin “Vero” della Divisione “Pasubio” per una tregua. Non è un caso, dunque, che il documento tattico dell\'Operazione “Timpano” mostri la grande quantità di notizie che sono a disposizione dei comandi tedeschi. Nel documento si trova persino una descrizione dettagliata del comandante Marozin “Vero” della Divisione “Pasubio: “persona magra, smilza, dal naso aquilino, di fronte bassa, con piccoli occhi dallo sguardo pungente, i capelli neri, lo fanno rassomigliare nell\'aspetto ad un ebreo”. Appare evidente l\'accostamento tra la figura “dell\'odiato nemico partigiano” e quella “dell\'odiato nemico ebreo”, paragone utilizzato per accrescere ancor di più l\'odio verso i “banditi”. Il via alle operazioni è dato dal saccheggio e dall’incendio di Montechia di Crosara (VR), iniziato alle ore 18,30 di Domenica 3 settembre 1944: “Furono 35 case totalmente bruciate, con più di 50 famiglie, spogliate di tutto e ridotte completamente sul lastrico. Nella lurida impresa di saccheggiamento, di bruciamento e di rapina, si distinsero i soldati tedeschi, ma si sa che furono indirizzati, sobillati e guidati dai repubblicani di S. Giovanni Ilarione, parecchi dei quali furono individuati assieme ai tedeschi, portando con se un elenco di case e individui preventivamente segnate ad essere bruciate e rapinate”. A S. Giovanni Ilarione (VR) è arrivato un nuovo reparto di paracadutisti provenienti dal fronte, che ogni giorno rastrellano la zona; ad essi si è unita una compagnia della Polizia SS con cani specializzati; un’altra compagnia per la direzione degli appostamenti militari nella zona, si è stabilita in canonica. Cominciano i rastrellamenti in grande stile, molti sono i partigiani catturati, torturati, deportati in Germania. Quelli che restano moltiplicano le azioni di sabotaggio. Le Brigate Nere si uniscono ai tedeschi nella caccia all’uomo. I nazi-fascisti partendo dalla pianura veronese e dalla Val d’Adige, spingono a nord e a est la “Pasubio”, oltre la Val d’Illasi, verso la Val Chiampo. A nord, gli uomini di Marozin, sono bloccati da una linea d’arresto creata dai tedeschi sui Monti Lessini e il Gruppo del Carega. L’Operazione Timpano si svolge in 3 tempi: 1° - dal 3 all’8 settembre ’44 avvengono una serie di rastrellamenti che interessano soprattutto l’area dei Lessini veronesi e che puntano a disarticolare la Divisione “Pasubio”: “Il rastrellamento ebbe inizio nella notte fra il 3 e il 4 settembre, lungo un fronte che poi avanzò progressivamente, restringendosi, a ovest dalla valle dell\'Adige e a nord-est dalla strada Schio-Rovereto e a sud dalla strada Verona-Vicenza...” ; 2° - dal 9 al 12 settembre ’44, viene attaccata in prevalenza la Brigata “Stella”, tra la Val Chiampo e la Valle dell’Agno, con epicentro a Piana di Valdagno e Selva di Trissino; 3° - dal 12 al 16 settembre, in Val Chiampo e Lessini veronesi e vicentini, si chiude il cerchio attorno alla Divisione “Pasubio”.

Autore: Piero Casentini, Pierluigi Dossi, Andrea Martini


7 episodi:

Valdagno 9-9-1944

Altissimo 9-9-1944

Nogarole 9-9-1944

Brogliano 9-9-1944

Trissino 9-9-1944

Vestenanova 12-14.9.1944

Crespadoro 13-9-1944